Gioia Tauro, sciopero portuali. Barbanti e Molinari (AL) :Saremo presenti
La Regione, e le altre istituzioni, facciano ciò che da decenni doveva essere fatto !” E’ da quando abbiamo deciso di impegnarci nell’ultima competizione elettorale che ci siamo presi a cuore il destino degli abitanti della Piana, uno dei luoghi simbolo – non solo in Calabria – del fallimento della politica italiana nel suo Mezzogiorno. Un fallimento che si è fatto sempre più evidente alla luce del ruolo recentemente riservato alla Piana, dapprima con la predisposizione della realizzazione di un’opera altamente costosa e insicura come un rigassificatore, premio preelettorale ad uno dei supporters industriali del PD. Poi sventolando l’arma del ricatto, con l’imposizione di un’attività altamente pericolosa, e spacciata di routine, come il trasbordo delle armi chimiche siriane, avvenuto in violazione di tutte le “garanzie” promesse dalle forze politiche – locali e nazionali – filogovernative, felicemente unite ai loro pseudo-oppositori: tutti quelli che facevano notare la sua rischiosità erano mafiosi ! Questa è la considerazione di cui gode questa parte della Calabria, da parte delle pubbliche istituzioni; basti pensare che solo quest’anno è stato pubblicato il bando di gara per il terminal ferroviario, probabilmente troppo tardi per scongiurare la competizione implacabile degli altri terminal in ascesa e di imminente realizzazione (più prossimi al trasporto ferroviario del continente europeo). Dal Governo nazionale, dalla Regione Calabria, dall’Autorità Portuale di Gioia Tauro e da Medcenter sinora sono arrivate solo vuote promesse di rilancio dello scalo alle quali, vogliamo sperare, non si affianchi l’inutile e pelosa solidarietà di un’opposizione di facciata. E’ per tutti questi motivi che non possiamo che sostenere le ragioni dei lavoratori portuali e delle loro famiglie allo sciopero di domani ed al sit-in, a cui parteciperemo: un gesto non facile per chi vive del proprio lavoro ma l’extrema ratio di richiesta d’attenzione sul mantenimento degli impegni presi con i cittadini calabresi. Occorre tentare di recuperare il divario in termini di infrastrutture che affligge la Calabria, e il Sud in genere, agendo sull’unica leva di politica economica rimasta, dopo l’integrazione europea mancata, quella fiscale. Da tempo, giace in Parlamento la proposta di legge atta ad istituire una Zona Economica Speciale, sicuramente perfettibile nella sua articolazione, e della quale occorrerà fissare l’aderenza alla concreta realtà che si sta prefigurando. Ma, nelle more della sua approvazione, è necessario che il Presidente Oliverio sfrutti tutte le prerogative offerte dalla competenza regionale, valutando anche l’utilizzo proficuo dello strumento delle Zone Franche Urbane, al fine di rendere appetibile investire in Calabria. E’ necessario pure rendersi conto, però, che la Calabria, per fare massa critica, non diversamente dalle altre regioni meridionali, dovrà – al fine di trovare una possibilità di sviluppo nell’area mediterranea – sperare in un “blocco meridionale”, una rete di trasporti che possa validamente opporsi a quella del continente europeo e costituire una valida alternativa ad esso. Senza un’unità di intenti, e su specifico impulso della Regione, la Calabria (ma anche l’intero Sud) non riuscirà a ritagliarsi un futuro diverso dall’assistenzialismo e da certo piagnisteo interessato: tutte cose che stanno rapidamente portando alla desertificazione produttiva, e non solo del Porto di Gioia Tauro. Sebastiano Barbanti Francesco Molinari cittadini eletti in Parlamento