“IL TUNNEL DELLA SPERANZA. Il supercarcere di Palmi negli anni di piombo”, Di Don Silvio Mesiti, cappellano del supercarcere
E’ stato pubblicato il 12 Maggio il libro di Don Silvio Mesiti, cappellano del supercarcere di Palmi e non solo, parroco della Parrocchia San Nicola di Palmi e Presidente dell’Associazione di volontariato Presenza che opera in diversi settori da oltre vent’anni. Una storia quella di Don Silvio, fatta di volontariato e carità nei confronti dei più deboli. Il suo libro vuole essere una testimonianza di una pagina di storia, intensamente vissuta, gli anni 80, la Prima Repubblica, mani pulite, le Brigate Rosse… Il supercarcere di Palmi voluto dal Generale Dalla Chiesa nel 1979, ha ospitato fin dai primi giorni personaggi come Renato Curcio.
“L’impresa più importante è stata istituire un dialogo, con le Brigate Rosse, attraverso il linguaggio della carità. Un percorso sicuramente tortuoso, ma riuscito grazie al presupposto che alla base vi è il rispetto nei confronti della dimensione umana.” Cit. Don Silvio, estratto da un’intervista.
Di seguito la Premessa estratta dal libro.
“Ho riflettuto molto prima di mandare alla stampa questo mio diario, scritto giorno per giorno, durante il mio ministero svolto nella casa circondariale di palmi, dove ancora presto servizio come cappellano, soffermandomi, soprattutto, nel periodo degli anni di piombo.
Il mio obiettivo è quello di riflettere e fare conoscere il modo con cui si sconta la pena al presente, ma anche nella prospettiva, di migliorare la mia presenza e quella delle istituzioni, a contatto con un’umanità difficile e complessa, facendo conoscere all’esterno la realtà carceraria in maniera diretta e vissuta.
Appaiono chiare nella descrizione semplice di una cronaca, le difficoltà e i disagi degli operatori, ma anche il senso ed il significato, dei sentimenti, delle emozioni e della vita reale delle persone recluse, tenendo conto del tempo in cui esse vengono vissute, dei reati che hanno commesso, della pensa a cui sono stati condannati, dei loro rapporti affettivi, ma anche delle reazioni e delle sofferenze, per la privazione della libertà di tutti ma in maniera particolare, di coloro che scontano la pena, consapevoli della loro innocenza.
Ho avuto il dubbio che la mia idea fosse dettata da una forma di protagonismo, che però in realtà non è stato un desiderio o una tentazione reale, come benevolmente mi hanno fatto capire le persone sagge quanto sensibili a queste problematiche, con la loro esperienza e sensibilità, alle quali mi sono rivolto per essere consigliato.
Ho sottoposto questo lavoro, in particolare le pagine del diario, dubitando personalmente sulla validità dei contenuti, al mio vescovo Mons. Milito, a Sua Eccellenza Mons. Giuseppe Fiorini Morosini, Arcivescovo di Reggio Calabria ed al Vescovo di Mileto Mons, Luigi Renzo, per un giudizio o una valutazione di carattere spirituale e pastorale.
Tenendo conto della loro esperienza professionale e personale, ho sottoposto i contenuti all’Onorevole Armando Veneto, che come si evince dalla cronaca è stato diretto protagonista di momenti particolarmente difficili, al Dottor Antonio Salvati, magistrato sensibile ai dolori della giustizia e della riconciliazione sociale, all’avvocato Antonino Parisi, amico che stimo per la sua sensibilità ed in quanto Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Palmi, che ha vissuto le difficoltà dell’Istituto di pena della nostra città, al Dottor Carmelo Lombardo Educatore penitenziario con cui per lunghissimi anni abbiamo condiviso l’impegno, sofferenze e soddisfazione nella realizzazione dei progetti educativi previsti dall’Ordinamento penitenziario ed infine al Dottor Antonio Mario Galati, attuale Direttore del carcere di Palmi, che ho avuto modo di apprezzare per la sua conoscenza giuridica ed i senso di umanità con i quali ha diretto per lunghi anni diversi Istituti di pena, nell’Osservanza scrupolosa delle norme costituzionali e dall’ordinamento penitenziario.
Ritengo di precisare che se l’opera è andata in porto, ciò è dovuto al loro incoraggiamento ed al giudizio positivo sull’opportunità e la validità del progetto espresse dalla loro testimonianza, che ritengo opportuno pubblicare in premessa e che ringrazio per la loro fiducia.”
Silvio Mesiti.
Questa la premessa di un libro che si propone di essere un viaggio in un periodo storico sì difficile, ma intensamente vissuto, una testimonianza diretta delle dinamiche si sono verificate in quegli anni.