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Taurianova Istituita la festa liturgica in onore dei “Santi Apostoli Pietro e Paolo”

Uno dei fondanti obiettivi, individuati e fissati da don
Cesare Di Leo, si lascia cogliere nella necessità di una
progressiva ridefinizione del campo della pastorale,
attraverso la prioritaria e insistente indicazione di uno
specifico e più diffuso carattere di apertura e di prossimità
verso tutti. Un approccio, questo, che si presenta
chiaramente ispirato dalla visione del Concilio Ecumenico
Vaticano II, alla luce della quale lo stesso don Cesare
considera il senso della celebrazione liturgica aperta
all’intelligenza e alla partecipazione attiva dei fedeli laici,
considerati appunto per questo nella distintiva dignità
battesimale e di conseguenza nella molteplice diversità dei
carismi. A ben vedere si tratta di uno sforzo costantemente
correlato anche alla dimensione territoriale, dal momento
che non si presenta disgiunto dall’impegno di una nuova e
più critica attenzione alla complessità degli svolgimenti
della vita sociale, da ultimo intesi e vissuti come ulteriori e
non sottovalutabili ambiti dell’ascolto, dell’annuncio e della
carità. Nella rinnovata articolazione dei percorsi proposti
assumono tra l’altro importanza le pratiche della pietà
popolare, che il parroco ha fin da subito inquadrato non nei
termini di un rigido ed emarginante accostamento, ma
piuttosto come una variegata ricchezza da salvaguardare e
da incoraggiare sapientemente, grazie al legittimo
riconoscimento e alla valorizzazione delle sue intrinseche e
trasformatrici potenzialità. È in quest’ampia prospettiva di
senso che si è contestualizzata e sviluppata la decisione di
organizzare e realizzare il 29 giugno una nuova festa, vale a
dire quella in onore dei “SS Apostoli Pietro e Paolo”, il cui
istitutivo senso – dal Vescovo pienamente accolto ed
espressamente autorizzato – si qualifica, senz’altro, come
l’esito degli avviati itinerari di rafforzamento e di
consolidamento della pubblica manifestazione di fede della
comunità di Iatrinoli. All’Arciprete, don Cesare Di Leo, va
per tutto ciò il merito di essere riuscito da una parte a
intercettare e interpretare il sentimento religioso diffuso
nell’animo popolare dei fedeli – e manifestato, peraltro,
proprio nei confronti dei santi titolari della stessa
Parrocchia – dall’altra a innestarsi nelle radici storiche e
antropologiche di una viva venerazione, alla cui
sedimentata tradizione é riuscito a fornire una valida
inculturazione e trasformazione nella linea del Vangelo,
consegnandola a una più degna e definita collocazione di
senso teologico, liturgico e culturale. Il quadro di questa
corale esperienza è possibile riassumerlo nella qualificata
connotazione assunta dalla festa liturgica, appositamente
organizzata secondo il programma di una sobria e al
contempo intensa convivialità, che ha trovato la sua
indubbia centralità nel triduo preparatorio e in modo
particolare nella solenne concelebrazione eucaristica,
presieduta da Mons. Giuseppe Alberti. Il pastore, nella sua
densa e articolata predicazione espositiva, indicando le
figure di Pietro e Paolo come colonne primarie di tutta la
Chiesa universale, ha inteso richiamare l’attenzione
sull’orizzonte locale e globale della missionarietà, capace di
proiettarsi nel presente grazie all’inesauribile forza
testimoniale dei santi, che hanno avuto la grazia di seguire
ed imitare la vita di Cristo nella ferialità dell’esistenza. Al
rito hanno partecipato tutti i parroci, la cui condivisione –
anche nell’ambito della conclusiva ed orante processione –
è da intendere quale espressione di un significato ecclesiale
di ampio e profondo respiro, volto a continuare a indicare
che Cristo abita nelle vie della città, laddove la Chiesa
peregrinante é tenuta a farsi sacramento della sua audace
presenza.
Mimmo Petulla’