Taurianova, Giada Fazzalari: La mia risposta a Nino Spirlì
Ha montato la macchina del fango ad hoc, si scusi per le offese sessiste nei miei confronti
Il Signor Spirlì ha reagito con tale livore e rancore alla mia smemoratezza su quale fosse il suo nome, che immediatamente dopo si è adoperato per confezionare una macchina del fango nei miei confronti, soprattutto sui social network, che mi lascia senza parole. Qualche dovuta precisazione: avevo sentito parlare dei suoi spettacoli, ai quali però non ho mai avuto il piacere di assistere. Ribadisco: non ne ricordavo il nome. E così, essendo noi ‘avversari’ politici, ho rimarcato questa mia smemoratezza, perché non ho per nulla apprezzato, in democrazia penso sia ancora possibile, alcune sue affermazioni. Tutto documentato nella registrazione del mio intervento pubblico che circola sul web. Ho provato in ogni modo a farmi suggerire il nome del Sig. Spirlì e quando qualcuno dal pubblico ha detto: ‘Nina, Ninetta’. Io ho ripetuto, con leggerezza: ‘Nina? Nino!’. E’ questa omofobia? Se lui e la ‘pubblica piazza’, come lui la definisce, ritiene di sì, me ne scuso. Io no, non penso sia omofobia, ma va bene lo stesso. Sono stata mortificata, al centro di polemiche e insulti irripetibili. Il signor Spirlì, che dice strumentalmente, riporto testualmente, che la mia è stata ‘omofobia pura, fatta della più becera violenza che ha ucciso molti giovani omosessuali negli ultimi anni”, non solo non ha preso le distanze da chi mi rivolgeva, sulla sua pagina Facebook personale, tutte le ingiurie possibili in quanto donna, ma ha anche alimentato, con abilità, le numerose offese. Da uno scrittore che dice di riconoscersi nei valori della libertà e della verità mi sarei aspettata la difesa strenua la mia persona, in quanto donna. E invece no, ha montato tutto ad hoc, senza che ci fosse l’oggetto della polemica, oggetto che non esiste. Delle due l’una: o strumentalizza (danneggiando colpevolmente le persone omosessuali), oppure è un finto moralista. Conduco battaglie costanti, da tutta la vita, a viso aperto, per veder riconosciuti i diritti degli omosessuali, che sono persone normali e basta, con diritti sacrosanti e doveri. E ritengo che, rispetto alle proposte di legge che giudico un po’ ‘soft’, le persone omosessuali debbano anche vedersi riconosciuto il diritto di adottare dei figli, perché credo che l’amore che si può offrire per un figlio, che sia naturale, non naturale o ‘a metà naturale’, sia di valore inestimabile e preziosissimo. Al Signor Spirlì chiedo di ricambiare il favore: le sue scuse. Perché? Sul suo profilo Facebook, il giorno dopo la querelle, scriveva: ‘Mi hanno sempre fatto tenerezza i portaoggetti. Il portapane (..) il portaombrelli (..), Figuriamoci il portavoce: un tubo di carne attraversato da parole altrui’. E proseguiva tra i commenti con parole becere e volgari, sessiste, accompagnato da suoi ‘sostenitori’ che rincaravano la dose, offendendo la mia onorabilità.
Non mi sento un ‘tubo di carne’ (visto che faccio la portavoce), come credo che non si senta così la stragrande maggioranza dei miei colleghi, che lavorano dignitosamente ogni giorno, con la schiena dritta. Trovo le sue accuse e i suoi insulti indignitosi. Io non dubito che non si riferisse a me. Ma ‘a pensar male si fa peccato, ma molto spesso ci si prende’. Attendo, allora. O se il Signor Spirlì preferisce, anche un buon caffè.
Giada Fazzalari
Taurianova, 11 Novembre 2015