SUL, nessuna lotta intestina

I problemi reali dell’area portuale sembrano passare in secondo piano e il vero scoop sembra essere diventato – per qualche testata calabrese –  l’ipotetica lotta intestina al SUL che sembrerebbe destabilizzare gli equilibri sindacali nel porto gioiese. “Una vera e propria bufala – dichiara la Segreteria del Coordinamento Portuali SUL – perché vuole rappresentare in modo distorto un momento di discussione interno che, anche se acceso, si è concluso con la conferma del mandato ai Dirigenti sindacali in carica, piena condivisione di tutte le azioni svolte e mandato a proseguire con la politica adottata in coerenza con il mandato avuto e confermato di volta in volta nei momenti di confronto collettivo”. “La dialettica o il confronto non determina, come si vuole invece far intravedere, nessuna possibile fuoriuscita né tanto meno può fermare chi volesse giustificare una eventuale uscita di scena in questo momento drammatico per i lavoratori portuali. Il SUL e i suoi Dirigenti sin dal primo momento hanno deciso di metterci la faccia, sarebbe stato molto più semplice contestare ciò che avrebbero fatto gli altri giusto o sbagliato che fosse. Riteniamo ancora, anche nel rispetto del mandato ricevuto dal Coordinamento – continua la Segreteria del SUL – mantenere lo stato delle alleanze e attuare tutte le azioni necessarie per tutelare tutti i posti di lavoro. Non sarà certo il SUL a compromettere l’azione forte del sindacato unito, ma semmai potrà comprometterlo solo chi non è determinato a lottare per raggiungere gli scopi prefissati. Se qualcuno pensasse di mettere bavagli o ritardare le azioni che riterremo necessarie, siamo pronti a proseguire da soli e non significa essere ritornati a fare il SUL, ma significa che ha perso l’unità sindacale su un problema, l’occupazione, che è di tutti, Istituzioni, Sindacati e Azienda”. Rammarica il fatto che anziché concentrarsi a sensibilizzare l’opinione pubblica sul dramma che stanno per subire circa 500 famiglie si continua a speculare su ipotetiche fratture sindacali o interni al sindacato. Saremmo pronti a chiudere il SUL se questo fosse sufficiente a salvare tutti i posti di lavoro e l’intero salario di tutti i lavoratori dell’area portuale – dichiara il segretario nazionale Antonio Pronestì –  e siamo pronti anche a perdere pezzi se questo serve a costruire un’azione sindacale forte che ci fa raggiungere  gli obiettivi prefissati che ripetiamo fino alla noia: tutela di tutti i posti di lavoro, mantenimento del sistema porto, tutela del salario e rilancio sviluppo e diversificazione delle attività nell’area portuale. Se qualcuno vuol far credere che ciò che sta succedendo è frutto di un recente capovolgimento della situazione, è bene ricordare che i portuali sono in Cassa Integrazione dal 2010, ben 6 anni orsono si prospettavano forti esuberi,  e il SUL già da quel tempo ha lanciato l’allarme sulla drammaticità della situazione sia ai lavoratori e alle istituzioni, il resto è l’epilogo che viviamo in questi giorni: prospettati più di 600 esuberi, unità sindacale, coinvolgimento delle Istituzioni e del Governo, impegni concreti di investimento e di tutela dei lavoratori MCT in esubero (dichiarati 442). Il problema non lo riteniamo risolto e la verità è che non resteremo a guardare.