Rosarno, presentato il libro “I padri costituenti calabresi”
Presentato nella mediateca “F. Foberti” il volume “I padri costituenti calabresi” , ideato nell’ambito dei festeggiamenti per il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, celebrati nella città medmea nella primavera del 2011 e realizzato dal Comune di Rosarno e dalla Soprintendenza Archivistica per la Calabria . L’opera è incentrata sui fatti e i personaggi che portarono, nel giugno del 1946, alla nascita della Repubblica Italiana. La presentazione si è svolta nel quadro delle attività previste dal progetto “Media Agorà”, cofinanziato dalla Regione Calabria.
Ad aprire i lavori, coordinati dalla giornalista Giovanna Tutino, è stato il sindaco, Giuseppe Idà, che ha voluto rimarcare l’importanza del recupero della memoria storica di fatti e personaggi che hanno dato lustro alla nostra terra, sottolineando l’ impegno dell’amministrazione da lui presieduta in direzione della valorizzazione dei luoghi della cultura come l’ Archivio, il Museo di Medma e la Mediateca. Francesca Tripodi, funzionario della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Calabria ha tracciato un quadro delle condizioni politiche e sociali della Calabria e in particolare della provincia di Reggio nel 1946, evidenziando il contributo fondamentale che i padri costituenti calabresi diedero alla nascita della Repubblica. Un elemento molto importante messo in evidenza nel suo discorso è stato che Rosarno è stato uno dei pochissimi centri della provincia di Reggio Calabria in cui, al referendum, prevalsero le istanze repubblicane.
Gianluca Sapio, uno degli autori del libro oltre che archeologo e ricercatore dell’Università di Torino, ha ripercorso le vicende storiche, urbanistiche ed economiche della Rosarno negli anni ’40 soffermandosi in particolar modo sulla costruzione della stazione ferroviaria e sul conseguente sviluppo economico del paese che divenne sempre di più un centro di attrazione per il territorio circostante. Altro tema da lui affrontato è stato quello della realizzazione, in epoca fascista, dell’imponente edificio della scuola elementare che, insieme alla chiesa Madre, domina Piazza Duomo, per la realizzazione del quale fu demolito un intero quartiere formato da baracche e casupole.