Rosarno, la maggioranza non regge piu’ il confronto democratico
Appare oramai del tutto evidente che il sindaco e la sua maggioranza non sono più in grado di reggere il confronto democratico per il nervosismo e la disperazione di una navigazione senza timone che sta portando la nostra città sugli scogli. Nell’ultimo consiglio comunale, da lui gestito col piglio dell’arroganza e con un linguaggio sprezzante e velenoso, che nulla hanno a che fare con la sana dialettica politica, il primo cittadino ha, infatti, affermato che la minoranza altro non è che una razzumaglia indegna di persone poco raccomandabili, di cui, a suo dire, persino Sua Eccellenza il Prefetto ne sarebbe a conoscenza. Chi ha assistito ai lavori del Consiglio Comunale si è potuto rendere conto del clima surreale creatosi a causa della incomprensibile e pervicace volontà di Idà di impedire alla minoranza di notificare, preliminarmente, un loro documento. Il tutto nel dispregio del ruolo del presidente del consiglio comunale, che, rimasto anch’egli attonito davanti all’atteggiamento tracotante del primo cittadino, non è riuscito ad esercitare il proprio ruolo statutario, per consentire alla minoranza di esercitare le proprie prerogative e per impedire al sindaco di vomitare improperi nei confronti della minoranza, rea soltanto di avere evidenziato delle problematiche preliminari alle quali la sua maggioranza avrebbe potuto rispondere pacatamente senza scendere così in basso, offendendo pesantemente sul piano personale i consiglieri che la compongono ed utilizzando, senza alcun rispetto istituzionale, addirittura Sua Eccellenza il Prefetto, per accreditare autoreferenziali giudizi, di cui si chiederà, presto, conto nelle sedi deputate. Quanto all’accusa di frustrazione personale per non essere stato nominato assessore, vorrei ricordare al sindaco che il sottoscritto ha continuato, dopo il varo della giunta e senza, tuttavia, rinunciare mai alla propria autonomia ed al proprio senso critico, a collaborare fattivamente con l’amministrazione, coadiuvando in molte attività l’assessore ai LLPP e gestendo, quale delegato del primo cittadino, le fasi preliminari per la redazione del Piano Strutturale Associato, attraverso la partecipazione a numerosi incontri con i funzionari della regione. Il tutto è cambiato allorquando il Sindaco e la sua maggioranza hanno deciso, motu proprio, di estromettere il sottoscritto dalla maggioranza in seguito alla costituzione in consiglio comunale del gruppo di Forza Italia. Quindi non ci sono frustrazioni alla base della mia azione politica, ma soltanto un cambio di collocazione imposto dal sindaco, che non ha mai digerito l’autonomia del sottoscritto, che, ancora, aspetta risposte alle tante interrogazioni: sui gazebo doro; sulla (dubbia ed incerta) gestione della raccolta dei rifiuti; sulla gestione dell’area tecnica e sui reali motivi che hanno indotto il sindaco a ripristinare un dirigente, dallo stesso definito come incapace ed inadeguato. Quanto, infine, all’accusa di vassallaggio politico rivoltami, vorrei ricordare al sindaco che lui ha dimostrato di essere un servo della gleba, che, pur di soddisfare le proprie sfrenate ambizioni di carrierismo politico, ha corteggiato, durante la scorsa tornata elettorale, senza successo, l’ex coordinatore di Forza Italia, Gaetano Rao, per ottenere la candidatura a Sindaco, approdando alla corte dell’onorevole Arruzzolo, dopo averne contestato, per anni, la legittimità politica. Quindi, poichè delle cose dette sono testimone diretto ed oculare, invito il Sindaco a non vestire i panni del caustico censore, ma, piuttosto, a svolgere adeguatamente il compito che i cittadini gli hanno affidato, cercando di risolvere i tanti problemi che affliggono la nostra città.
Mimmo Scriva
Capogruppo Forza Italia Consiglio Comunale