Riflessioni sull’autunno di Caterina Sorbara

L’autunno, anche quest’anno ha bussato alla porta della mia anima, mandando via l’estate, che ora giace in uno dei cassetti del cuore.
Un’estate, definita da tutti “anomala” a causa della pandemia che imperversa nel mondo, ma bella lo stesso.
Bella come solo l’estate sa essere.
Dolce principessa, vestita d’azzurro e sole. Se chiudo gli occhi sento ancora il profumo del mare.
Di lei, cara amata estate 2020, porterò con me la bellezza del Castello Carafa di Roccella Jonica.
Bellezza profumata di storia, magia e incanto. Avrei voluto restare lì tutta la notte, in quelle antiche stanze, dove fino a novembre si può, anche visitare una mostra sul grande Leonardo Da Vinci.
E poi l’emozione provata sulla Torre di Pizzofalcone, dove si può godere di un panorama mozzafiato.
Porterò con me l’emozione provata guardando il mare a Joppolo, un mix di bellezza e nostalgia e poi a Contrada Brucuvelano di Mammola, l’apoteosi dell’incanto.
“Calabria maledettamente maledetta, ma maledettamente bella”.
Porterò con me i libri che ho letto, gli scritti e le preghiere.
La gioia di aver ritrovato l’Eucaristia dopo il lockdown.
Mi sono mancate le processioni, ma non l’emozione alla vista di lei amata Regina dei Poveri di Seminara e del mio San Rocco.
Non è mancato l’appuntamento con la Madonna del Carmine nella nobile Sitizano, per sognare ancora.
Ci ha lasciati Nik Spatari e mi chiedo adesso, cosa farà la Calabria per questo suo figlio straordinario.
Non vorrei che al Musaba toccasse lo stesso destino di Casa Repaci, per molti anni lasciata all’incuria, dopo la morte del grande Leonida.
L’autunno ha bussato alla porta della mia anima e mi ha regalato tre foglie ingiallite.
Seduta “all’angolo del mio io” le guardo, mentre cerco di dipanare la matassa di un’altra storia.
Un’altra figlia. Sento già il suo cuoricino battere dentro di me, anche se in realtà è ancora lontana, in Brasile.
Da lì l’aroma del caffè arriva alle mie nari, mentre Calliope danza armoniosa sui bianchi fogli di nuvole
Porterò con me la gioia provata nel presentare il mio figlio maschio: “Racconti da Geolia”.
Una grande gioia, poterlo presentare e soprattutto condividerlo con la mia cara città.
L’autunno ha bussato alle porte della mia anima, mandando via l’estate.
Lei stava per andare via, ma si è fermata un attimo e mi ha lasciato una conchiglia, una pietra a forma di cuore e una lacrima di speranza.
Ho aperto all’autunno la porta della mia anima, insieme saluteremo le rondini.
Insieme andremo in Brasile, senza stancarci, né lamentarci, perché come disse il prof. Antonio Orso, dolce usignolo del Petrace: ”Questi nostri figli costano lacrime e sangue ma sono la nostra vita”.
Addio estate 2020, il vento oggi accarezza la mia anima e come disse il poeta Lorenzo Calogero: ”Quando spira vento autunnale sono vento anch’io”.
Caterina Sorbara