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Riceviamo e pubblichiamo. Il Circolo Armino Risponde alla Gazzetta del 20 febbraio 2020

Nel dare notizia della mozione contro la riapertura della discarica in località “La Zingara” nel comune di Melicuccà che presenteremo al prossimo consiglio comunale, la Gazzetta del Sud di ieri, con un articolo a firma di Francesco Altomonte, ci accusa di alcune inesattezze e, più in generale, di praticare la filosofia del “va bene dovunque, ma non nel mio giardino”.

Il bravo giornalista incorre, tuttavia, in alcuni errori.

1) L’indagine, afferma, non ha riscontrato irregolarità, tant’è che l’area della discarica è stata dissequestrata. Nessuno ha negato il dissequestro (aprile 2019) ma il giornalista ignora la nota del geologo Nigro con la quale il consulente del PM, oltre a segnalare che “Il Piano di Monitoraggio terra/acqua ristretto al sito della discarica è in difformità ai principi normativi per la caratterizzazione ambientale”, riferisce di criticità connesse ad errori di valutazione e/o inadempienze esecutive. A seguito delle criticità evidenziate dal dott. Nigro, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e la Regione Calabria, dopo il dissequestro, hanno stanziato 15 milioni di euro per il completamento delle attività di messa in sicurezza e bonifica dell’area che già ospitava una discarica comunale ora dismessa.

2) La nuova discarica dovrebbe ospitare, secondo la relazione curata dal geologo prof. Pizzonia che ha redatto il Piano di Caratterizzazione Ambientale, i rifiuti urbani non pericolosi e non “resti della lavorazione che non possono essere bruciati nell’inceneritore”.

3) La discarica si trova ad appena mille metri dal luogo dove si trova la sorgente Vina che alimenta l’impianto che rifornisce l’acqua alla nostra città e questo spiega perché nel Piano di Caratterizzazione Ambientale siano state riportate proprio le analisi riguardanti le acque di quella sorgente. Non si può con ciò sostenere, e noi non l’abbiamo fatto, che questo comporti necessariamente l’inquinamento delle falde acquifere. Abbiamo, piuttosto, evidenziato un rischio che non vogliamo correre, una precauzione che riteniamo doverosa.

4) Siamo, infine, consapevoli che il problema dei rifiuti vada affrontato con serietà e responsabilità a causa delle sue implicazioni economiche, ambientali, sociali e sanitarie. Alla luce della direttiva europea 2018/850, che mira a una progressiva riduzione del collocamento in discarica dei rifiuti urbani specificando che non dovranno superare il 10% del totale prodotto, riteniamo che una corretta politica dei rifiuti debba puntare sulla riduzione della produzione, sul riciclaggio, sul riuso e il recupero dei materiali e sulla raccolta differenziata. È sconfortante che nella ex provincia di Reggio Calabria si sia giunti ad appena il 33,53% di differenziata (dati Ispra 2018).

5) Riteniamo insensato aprire una nuova discarica in un territorio che ha già pagato e sta pagando un prezzo ambientale e sanitario altissimo e, soprattutto, riteniamo ingiusto scaricare sulla nostra pelle gli ingiustificabili ritardi della città capoluogo nella raccolta differenziata.

Questo è quanto avevamo il dovere di precisare, ringraziando la testata e il giornalista per lo spazio concesso a un argomento così importante per la salute dei cittadini.

Palmi, 21 febbraio 2020