Reggio Calabria, corso di organizzatore di eventi anche Ruggero Pegna tra i docenti
E’ ripartito a Reggio Calabria il “Corso per Organizzatore di Eventi” dell’ “Associazione Calabria dietro le Quinte”, inserito nel progetto “New Theatre Training” cofinanziato dal “Pon Metro 2014- 2020 – Reggio Resiliente” della Città di Reggio Calabria. Per il quinto anno consecutivo Ilenia Borgia e Peppe Mazzacuva, responsabili dell’iniziativa, hanno chiamato tra i docenti anche Ruggero Pegna, il promoter a cui si devono i più grandi eventi realizzati in Calabria, dall’inaugurazione del Palacalafiore con Sting nel ‘91, al concerto di Elton John allo Stadio Granillo in Omaggio a Gianni Versace trasmesso dalla Rai, passando per centinaia di star nazionali e internazionali, festival originali, eventi televisivi.
Nonostante l’intensa attività relativa alla sua trentasettesima stagione di eventi, con il suo Festival Fatti di Musica già in corso, e ai molteplici impegni, tra cui le presentazioni dei suoi romanzi e il ruolo di consigliere comunale di Lamezia Terme, Pegna ha dato la sua disponibilità ed ha iniziato le sue lezioni. Nelle sue ore, a lui il compito di illustrare le varie fasi di produzione e organizzazione di un evento, dalla ideazione e progettazione, allo studio di fattibilità tecnico-economica, fino a tutti gli aspetti burocratici e giuridici che regolano il settore.
“E’ un’esperienza che mi mancava – afferma Pegna – alla quale mi sono anche affezionato, cercando di migliorare ogni anno il racconto sintetico di tutte le complesse attività legate all’ organizzazione di grandi eventi. E’ un settore affascinante ma anche difficile, soprattutto in regioni come la Calabria, dove le problematiche che si incontrano sono di varia natura.
Quali sono le principali difficoltà che lei ha incontrato nell’ organizzazione di grandi eventi?
“I grandi eventi necessitano innanzitutto di strutture adeguate, con capienze in linea con i principali teatri, palasport e stadi del resto d’Italia, in base al tipo di evento e periodo dell’anno. Ogni tipologia di struttura qui ha capienze molto inferiori a quelle delle principali Città italiane e, spesso, anche mancanza di manutenzione e adeguamenti. Questo implica che i biglietti vendibili siano in quantità decisamente inferiore e spesso non sufficienti a coprire i costi di determinati mega show. D’altro canto, in generale, gli incassi sono anche inferiori per altre ragioni. A fare da deterrente agli spostamenti per assistere ad uno spettacolo ci sono anche problemi economici e le criticità della rete viaria per i collegamenti interni e, soprattutto, notturni. Le difficoltà organizzative, poi, sono legate anche a problematiche burocratiche e agli affitti delle strutture.”.
Ha riscontrato miglioramenti rispetto agli esordi nel rapporto con la pubblica amministrazione?
“A pensarci oggi, ho iniziato questa attività in modo folle, organizzando come primo evento il concerto degli Spandau Ballet allo Stadio di Catanzaro, quando erano all’apice del successo mondiale. Negli uffici comunali mi guardavano con un pazzo o un marziano. Sembrava fantascienza per la Calabria. Poi, uno dietro l’altro portai Santana, Tina Turner, Sting, Vasco Rossi, Ligabue, tutti i più grandi. Difficoltà enormi, ma sono stato sempre molto tenace e combattivo. A farmi un danno importante fu il Questore di Catanzaro che nel ’93 mi vietò il secondo concerto di Sting al Ceravolo, a pochi giorni dallo svolgimento, per inesistenti motivi di ordine pubblico. Fu un disastro, lo spostai a Cosenza, ma i costi si moltiplicarono insieme alla richiesta di rimborsi. Un fatto assurdo che finì sulla stampa mondiale. Col tempo si cominciò a capire l’importanza di questa autentica industria, sotto più aspetti: immagine, promozione, cultura divertimento, occupazione e tanti altri. Oggi, anche Comuni, Province e la stessa Regione Calabria, sostengono la grande domanda di eventi musicali e di spettacolo, seppur spesso senza un confronto con chi ha la competenza per indirizzare Avvisi e sostegni in modo corretto”.
Lei è stato tra i soci fondatori di Assomusica nel 1996, di cui è stato anche dirigente, oltre a far parte della Consulta Ministeriale per i Problemi dello Spettacolo. Cosa ritiene che si possa e debba ancora fare per migliorare questo settore?
“Innanzitutto questa domanda mi offre la possibilità di ricordare Vincenzo Spera, il presidente dell’Associazione deceduto la scorsa settimana per un tragico incidente stradale. Era il grande promoter di Genova e uno straordinario dirigente. Questo lavoro merita rispetto, considerazione, collaborazione da parte dei Governi, ma anche di Autorità e Istituzioni ai vari livelli, favorendo la serietà e la professionalità di chi opera, insieme alla sicurezza di lavoratori e pubblico. Un organizzatore si deve districare in una rete di soggetti con cui deve interagire e, spesso, alle cui decisioni deve sottostare. La collaborazione e la competenza sono fondamentali, nella convinzione che le emozioni e la magia dello spettacolo dal vivo, come quelle dello sport, fanno parte della vita di tutti e sono insostituibili!”.