Polistena, l’uccellino in gabbia canta per invidia o per rabbia
Da un paio di anni a questa parte, a Polistena, ogni occasione è buona per tirare in ballo il Movimento 5 Stelle. La “DIVERSITÀ COMUNISTA”, una e trina, che a volte è Partito, a volte è amministratore, a volte è Gruppo consiliare, proprio non ce la fa a non evocare il Movimento 5 Stelle. Si sa: la lingua batte dove il dente duole! E così anche nel recente manifesto dal titolo “AVANTI POLISTENA” – che a tratti evoca un saggio di un tristemente famoso autore tedesco, pubblicato nel 1925 dal titolo “MeinKampf” (“La mia battaglia”) – si trasforma nell’ennesimo tentativo di delegittimare, in modo strumentale, l’avversario politico che, per la “DIVERSITÀ COMUNISTA” di moralità specchiata, è il nemico per definizione, il nemico che non c’è, il nemico a cui si consegnano FALSI “tapiri d’oro” ed a cui si lanciano frecciate al veleno in ogni comunicato, denotando un sicuro complesso di inferiorità.
Nemico da demonizzare in ogni modo, al fine di farsi notare per aumentare la propria visibilità che rivela una preoccupante psicosi paranoica e una concezione meramente retorica della democrazia.
Nemico da accusare – con veemenza – di trasformismo, metamorfosi politica e di attaccamento alla poltrona per sviare dalla manifesta evidenza che la tanto sbandierata “DIVERSITÀ COMUNISTA” non è poi così diversa quando in ballo c’è una poltrona da occupare!
Così nel 2014, tenendo in caldo la poltrona di primo cittadino di Polistena, rifiutata la candidatura alle elezioni regionali nella “corazzata imbarcatutto di Oliverio”, la “DIVERSITÀ COMUNISTA” punta tutto alle elezioni regionali del 2020 quando, con tempi più maturi e la poltrona occupata non più fruibile, il “messaggio fresco, spontaneo, coraggioso, capace di restituire alla sinistra un primato nella società prima che nelle istituzioni” avrà più possibilità di attecchire.
Ma il primato a cui punta la “DIVERSITÀ COMUNISTA” sfuma anche nelle consultazioni regionali del 2020, non riuscendo ad imporre la propria leadership per “la formazione di un’ampia coalizione fra forze politiche di sinistra da Rifondazione al PCI e Potere al popolo”.
Così, pur di raggiungere quella tanto agognata poltrona, riproponendosi le consultazioni regionali appena un anno dopo, la “DIVERSITÀ COMUNISTA” accantona il progetto comunista, innovativo e progressista, e si ritaglia uno spazietto in una lista civica a guida Carlo Tansi che, appena l’anno prima era reo di non avere “nulla di originale e comunista ma di scimmiottare il Movimento 5 Stelle fotocopiandone addirittura lo stesso linguaggio ormai datato!”.
E in questa girandola di trasformismi e rincorsa alla poltrona, ben venga anche il “bluff” De Magistris che da “proposta inadeguata e rinunciataria per tutti i calabresi”, come definito puntualmente dalla “DIVERSITÀ COMUNISTA” diventa un’opportunità per “cambiare insieme la Calabria” e il viatico per arrivare dritti alla poltrona.
Ciò detto, è evidente che la tanto sbandierata “DIVERSITÀ COMUNISTA” (che di fatto tale non è) non può permettersi di dare lezioni ad alcuno in materia di trasformismo ed attaccamento alla poltrona!
Con l’umiltà e lo spirito collaborativo che ci contraddistingue ci permettiamo di dare noi una lezione di DIVERSITÀ POLITICA, augurando alla “DIVERSITÀ COMUNISTA” che arrivi presto la tanto bramata poltrona e che sia ancor più prestigiosa di quella del Senato della Repubblica, in modo da poter dare finalmente pace al proprio ego!
Polistena, 26 febbraio 2021