Polistena, alcuni interrogativi sulle procedure per i lavori di Palazzo Sigillò
Al Sig. Sindaco del Comune di
Polistena (RC)
Abbiamo appreso con compiacimento che, finalmente, inizieranno i lavori (a dire il vero sembra siano già iniziati) per la ristrutturazione e riqualificazione di Palazzo Sigillò, destinato ad essere Casa della cultura, Museo Civico e Biblioteca comunale per la Comunità polistenese e anche dei territori circostanti. Sembra, infatti, che il cantiere sia in pieno fermento e i lavori dovrebbero essere conclusi entro i prossimi due anni. In sostanza, nel 2020, Polistena potrebbe vedere rimesso a nuovo l’antico Palazzo settecentesco. Un risultato importante che l’Amministrazione comunale riesce ad ottimizzare e per il quale bisogna, senza infingimenti, riconoscerne il merito.
Una vicenda infinita, però, che può essere definita: una storia di ordinaria schizofrenia con lieto fine.
Riteniamo importante infatti raccontare, per come l’abbiamo vissuta, questa vicenda che, al netto delle passate e non provate illazioni che mettevano in discussione il valore di acquisto di Palazzo Sigillò, ci consegna, nella storia recente, una vicenda fiabesca, per certi versi ed equivoca per altri.
La prima ci parla di un giovane concittadino, tale Enzo Nasso, oggi apprezzato professionista, che affascinato dalla maestosità della struttura, nel 2013 narra su facebook di Palazzo Sigillò e della necessità di un corposo intervento per il suo recupero, con allegata una copiosa documentazione fotografica. L’appello è colto dal Prof. Massimo Bray – meridionale e parlamentare del Partito Democratico, già Ministro dei Beni Culturali, che condivide sulla sua pagina facebook il post di Enzo sul Palazzo dichiarando: “voglio farmi portavoce” della “forte speranza di riscatto, culturale e sociale”. Nel dibattito sul social network s’inserisce anche il Sindaco che coglie al volo l’occasione, avendo già presentato il progetto per un finanziamento con la legge “Sblocca – Italia”, per chiedere all’On. Bray la possibilità di potergli illustrare personalmente il progetto. Il parlamentare piddino si rende disponibile e Polistena ottiene dal Governo Renzi un finanziamento di € 3 milioni inseriti, appunto, nel decreto “Sblocca – Italia” ai quali il Comune con un mutuo contratto con la Cassa Depositi e Prestiti ci aggiunge altri € 500 mila, per un Totale complessivo di € 3.500.000. Il giorno 11 aprile del 2015 il Sindaco di Polistena, orgogliosamente, annuncia l’avvenuto finanziamento, senza alcun segno di ringraziamento e/o riconoscimento, però, per l’On. Massimo Bray e il Governo Renzi (Rammentiamo che “Sbocca – Italia” è stata una legge voluta dal Governo di Matteo Renzi) e per lo stesso Enzo Nasso, con il quale, probabilmente, si è limitato ad un ringraziamento informale e privato.
La seconda, invece, ci presenta un quadro nel quale, dopo varie vicissitudini viene aggiudicata la gara d’appalto il cui iter per la consegna dei lavori si è concluso solo nei giorni scorsi a seguito della verifica del Progetto esecutivo; c’è purtroppo da dire che, da almeno due anni, i polistenesi e i cittadini dei Comuni contermini hanno potuto “ammirare” solo ed esclusivamente una gru che è praticamente entrata a far parte dell”arredo urbano” di Piazza del Popolo, parzialmente recintata.
Facendo un excursus dell’intera vicenda, che fortunatamente sembra si sia risolta nel migliore dei modi, utilizzando anche le note che sulla vicenda ha pubblicato il sito on – line Polistena News, rileviamo che:
– Da aprile 2015 ad oggi, fine 2017, appare evidente che parte importante dei ritardi rilevati siano da addebitare al ricorso presentato al Tar da una delle ditte partecipanti alla gara, contenzioso che si è concluso nel marzo del 2016, quando la stessa ditta decise di ritirare il ricorso depositato al TAR, tant’è che lo stesso dichiarava “improcedibile la causa per carenza di interesse”; altra parte, però, è stata determinata dalla incertezza nelle procedure amministrative con cui si sono concretizzati gli atti politico – burocratici necessari.
– Solo a marzo 2017 veniva individuato e nominato il Direttore dei lavori (obbligatorio per ottenere il parere dell’ex Genio Civile e indispensabile per la definitiva approvazione del Progetto esecutivo) nella persona di una funzionaria – architetto della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Reggio Calabria, a cui ha fatto seguito un protocollo d’intesa tra il Comune di Polistena e la stessa Soprintendenza.
Alla fine del mese di giugno del 2017, la Soprintendenza comunicava al Comune di Polistena la revoca della disponibilità di propri funzionari per l’incarico di direttore dei lavori.
In sostituzione si è provveduto nominando uno degli architetti, in servizio presso lo stesso Comune di Polistena.
– A luglio, malauguratamente, si concretizza un altro inghippo burocratico relativo alla procedura di selezione per l’affidamento del Servizio di collaudo statico, collaudo tecnico amministrativo in corso d’opera e collaudo tecnico funzionale degli impianti. Infatti, il capo Ripartizione LL.PP. è costretto, con determina in autotutela, ad annullare la precedente determina di affidamento del servizio.
Era avvenuto che il Responsabile della Ripartizione Lavori Pubblici, nel mese di maggio, vista l’impossibilità che soggetti interni all’Ente potessero assumere l’incarico di collaudatore e l’indisponibilità a reperire tale personale idoneo nei comuni viciniori, aveva indetto procedura negoziata, con affidamento diretto, che prevedeva un corrispettivo da pagare per le competenze tecniche scaturenti dall’incarico per il collaudo che ammonta ad € 38.325,16 oltre Iva, dunque inferiore a € 40.000,00, soglia max, secondo il Codice dei Contratti, per l’affidamento diretto. Sulla scorta di questi presupposti, il Capo Ripartizione LL.PP., il 18 maggio, invitava un rispettabile e qualificato architetto del circondario, iscritto nella short – list di tecnici predisposta dal Comune, a manifestare il proprio interesse all’affidamento del servizio. La risposta affermativa arrivava il 29 maggio, l’architetto interpellato comunicava che il servizio sarebbe stato svolto insieme ad altri professionisti, tecnicamente definito Raggruppamento Temporaneo di Professionisti (RTP). Il tutto per un corrispettivo offerto dai professionisti di € 32,576,39, oltre iva.
Sulla questione, il 13 di luglio, interveniva direttamente il Segretario Generale del Comune, che richiedeva al Capo Ripartizione LL.PP. alcuni ragguagli sulla procedura di affidamento del servizio di collaudo in riferimento ai criteri utilizzati per la scelta del Contraente (professionista) e all’importo del servizio posto a base di gara.
Sulla scorta della nota di che trattasi il capo ripartizione LL.PP. nell’esaminare tutta la procedura, al fine di dare riscontro alla nota del Segretario, nel verificare la congruità del calcolo posta a base dell’affidamento (parcella), ha constatato di aver determinato la stessa sulla base del progetto definitivo e non del progetto esecutivo redatto in conformità all’offerta presentata in sede di gara, pertanto l’importo della parcella così ricalcolato superava di molto l’importo di € 40.000,00; di conseguenza, considerato quanto emerso, l’incarico basato su un calcolo delle competenze tecniche errato, andava revocato con una determina in autotutela. Nulla dice, però, il capo ripartizione LL.PP. circa i criteri utilizzati per la scelta del Contraente (professionista) e nulla dice, inoltre, in merito alla presenza nel Raggruppamento Temporaneo di Professionisti (RTP) di tecnici non iscritti nella short list predisposta dal Comune.
Il Capo Ripartizione, comunque, il 20 luglio, provvede ad annullare in autotutela la determina con la quale aveva affidato il servizio di collaudo di Palazzo Sigillò dal momento che non era possibile fare ricorso all’affidamento diretto con procedura negoziata ma era necessario bandire una gara tramite la Stazione Unica Appaltante Provinciale.
Circostanza che comunque non si determina dal momento che, nelle more, viene in soccorso il Comune di Galatro che mette a disposizione un suo tecnico comunale che è stato incaricato, quindi, quale Responsabile del Servizio di collaudo statico, collaudo tecnico amministrativo in corso d’opera e collaudo tecnico funzionale degli impianti.
– Non c’è due senza tre. Mai come in questo caso miglior frase non poteva esistere. Dopo la sostituzione forzata del direttore dei lavori e l’annullamento in autotutela dell’affidamento del servizio di collaudo, a novembre un altro annullamento di un atto in autotutela, questa volta tocca al bando per la verifica del progetto esecutivo.
È quasi tutto pronto: pareri di Soprintendenza e Vigili del Fuoco acquisiti, manca ancora quello dell’ex Genio Civile. A mancare però è anche la verifica del progetto esecutivo presentato dall’impresa che si è aggiudicata i lavori. E’ proprio sull’affidamento di questo servizio che si è consumato l’ennesimo inghippo nelle procedure amministrative, quelle che abbiamo definito, sopra, incertezze nelle procedure amministrative con cui si sono concretizzati gli atti politico – burocratici necessari che hanno fatto ulteriormente ritardare l’inizio dei lavori.
Il 20 ottobre 2017 il Responsabile della Ripartizione LL.PP. provvedeva all’appalto del servizio di verifica, ai fini della validazione del progetto esecutivo, con un importo base di € 39.911,09 oltre IVA. Veniva quindi contestualmente approvato l’avviso di gara destinato ad essere poi pubblicato sul Portale MEPA.
Bando e relativi allegati venivano pubblicati sul MEPA con scadenza 13 novembre 2017. In tale data, in sede di gara, si stabiliva di escludere due ditte partecipanti e veniva chiesto ad altre sette di fornire integrazioni entro le 12 del 16 novembre.
Tuttavia, è proprio il 16 novembre che il Responsabile della Ripartizione annullava la R.D.O. (Richiesta di offerta) sul MEPA poiché si accorgeva che nel bando di gara non erano previsti i requisiti minimi di partecipazione.
In poche parole, il bando di gara prevedeva dei requisiti minimi difformi rispetto a quelli previsti dell’ANAC per l’affidamento di questo tipo di servizio. Per questo motivo il 17 novembre, quindi, viene annullato in autotutela il bando relativo. Conseguentemente si rende necessario correggerlo e far ripartire una nuova procedura per l’affidamento del servizio sempre tramite il portale MEPA.
Finalmente l’iter viene positivamente concluso e tutte le caselle sono a posto: l’Istituto Bureau Veritas, una delle società più accreditate in Europa, alla quale è stato affidato l’incarico per la verifica del progetto esecutivo, ha dato parere positivo, consentendo, poi, al RUP (Responsabile Unico del Procedimento) di firmare l’atto di validazione del progetto esecutivo, immediatamente dopo approvato dalla Giunta.
Possono partire i lavori, che come dicevamo, sembra siano stati realmente avviati.
In questi anni, nel 2017 in particolare, per evitare qualsivoglia interferenza e/o difficoltà al prosieguo dell’iter per l’avvio dei lavori abbiamo, volutamente, evitato di porre qualcuno degli interrogativi che sono emersi da un’osservazione distaccata, lo facciamo adesso perché riteniamo sia giusto che ogni perplessità venga fugata.
Pertanto, ai fini della trasparenza massima, si chiede di sapere:
1) Da oltre 2 anni è stato recintato il cantiere che occupa circa una metà di Piazza del Popolo (suolo pubblico) ed è stata installata una gru di enormi dimensioni: chi ha pagato, paga o pagherà le spese che sono state necessarie (è tutto già previsto nel progetto, paga l’impresa aggiudicataria, paga il Comune)?
2) All’aggiudicazione della gara di appalto una delle ditte si oppone e fa ricorso al TAR, ad un anno di distanza, nel 2016, lo stesso organo si pronuncia dichiarando “improcedibile la causa per carenza di interesse”. Era avvenuto, in sostanza, che la ditta ricorrente, dopo aver presentato il ricorso, ovviamente per rivendicare un interesse economico diretto, che certamente avrà comportato delle spese, decida di ritirarlo rimettendoci anche le spese per il ricorso. Molto bene per il prosieguo dell’appalto, siamo contenti. Ma qualcuno si è mai posto il problema di capire cosa potrebbe essere intervenuto, cosa sia realmente successo?
3) Viene individuato e nominato, con tanto di nome e cognome, il Direttore dei lavori nella figura di un architetto, funzionaria presso la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Reggio Calabria, si stipula con la Soprintendenza apposita convenzione (circostanza di grande orgoglio e prestigio per Polistena e per il restauro del Palazzo), ma da li a poco tutto viene vanificato dall’improvvisa decisione della Soprintendenza di ritirare la sua funzionaria dall’incarico di Direttore dei lavori per il recupero di Palazzo Sigillò. Non siamo a conoscenza delle motivazioni, se esplicitate saranno rimaste nei cassetti degli uffici comunali, ma sarebbe il caso di capire, però, cosa abbia potuto spingere la Soprintendenza ad autorizzare, prima, una sua funzionaria ad assumere tale incarico, a sottoscrivere un Protocollo d’intesa con il Comune e poi a revocare le decisioni precedentemente assunte?
Se non si da una valida risposta a tale interrogativo e si chiariscono i vari passaggi si lascia spazio a qualsivoglia considerazione, comprese quelle relative a controverse valutazioni sui lavori del Palazzo.
4) Per il Servizio di collaudo statico, collaudo tecnico amministrativo in corso d’opera e collaudo tecnico funzionale degli impianti, abbiamo assistito ad una sequela di incongruenze che, a voler pensar male, bisognerebbe mettere seriamente in discussione la trasparenza degli atti.
Nessuno dei tecnici interni può essere incaricato, dai Comuni del comprensorio interpellati non giunge alcuna disponibilità (avevano avuto 3 gg. di tempo per rispondere), si calcola il compenso per un incarico esterno e questo viene definito sotto soglia (al di sotto di € 40.000) consentendo di ricorrere all’affido diretto (ad personam = si sceglie una ed una sola persona, un professionista, da interpellare purché iscritto nella short – list ). Viene affidato l’incarico de quo al Raggruppamento Temporaneo di Professionisti, così come comunicato dal professionista interpellato. Deve intervenire il Segretaria Generale del Comune per chiedere ragguagli circa i criteri di scelta del contraente (il professionista interpellato) e l’importo definito per il compenso (parcella) e scoprire, riguardando le carte, che l’importo era stato calcolato in maniera errata perché superiore e non di poco, alla soglia di € 40.000, quindi l’affido diretto era illegittimo. Nulla viene chiarito, però, in merito alla scelta personale (ad personam) del professionista. Tale incarico viene successivamente assegnato al tecnico del Comune di Galatro.
Senza voler pensar male, ci si domanda: Il Comune di Galatro da la disponibilità per l’utilizzazione del suo tecnico che precedentemente non aveva concesso; forse perché pretendere una risposta entro tre gg. era stato alquanto frettoloso? E perché solo tre gg. e non di più?
E’ sicuramente plausibile un errare nel calcolo del corrispettivo e il capo ripartizione LL.PP. rende edotta la Segretaria sulle modalità dell’errore, ma non spiega perché ha individuato quel professionista – la Segretaria lo chiede espressamente – e non un altro tra le centinaia presenti nella short – list dei tecnici esterni del Comune; non spiega neanche come mai acconsente di assegnare l’incarico al RTP nel quale sono presenti tecnici non iscritti nella short – list di cui sopra. Incongruenze che meriterebbero, secondo noi meritano, una risposta chiara e rassicurante sulla legittimità delle procedure attuate. Non concorda con Noi?
5) Il bando per la verifica del progetto esecutivo è un altro capitolo incomprensibile. Si fa un bando sul MEPA e si sbagliano i requisiti minimi di partecipazione? Bho! L’errore è un fatto umano ed è sempre possibile, ma troppi errori si sono concentrati sulle procedure di quest’opera. Per mero scrupolo conoscitivo chiediamo: E’ tutto normale?
6) In questo 2017, nel clou delle revoche in autotutela delle procedure amministrative con cui si sono concretizzati alcuni atti politico – burocratici necessari per l’avvio dei lavori, interviene un decreto sindacale, mai formalmente pubblicato, con il quale il Sindaco ha deciso di revocare l’incarico di responsabile della Ripartizione Urbanistica del Comune al tecnico investito di tale carica (lo stesso, inoltre, è Responsabile Unico del Procedimento “RUP” per i lavori di Palazzo Sigillò) per affidarla ad altro tecnico del Comune stesso. A tal proposito sembra sia in corso un ricorso al Giudice del lavoro al quale il tecnico revocato si sarebbe rivolto per rivendicare le proprie prerogative. E’ ipotizzabile che, anche in questa occasione, l’estromissione possa essere il risultato di valutazioni divergenti tra il Capo dell’Amministrazione comunale e il Capo ripartizione defenestrato?
Probabilmente non finisce qui, ma è indubbio, però, che ella, sig. Sindaco, non può far finta di nulla. Una sua autorevole parola di chiarezza è indispensabile nell’interesse dei lavori di Palazzo Sigillò, della correttezza delle procedure portate avanti dagli uffici e dei Cittadini tutti che hanno il diritto di sapere se, in ognuno dei controversi passaggi sopra descritti, siano state rispettate le regole e le leggi del nostro Paese.
Polistena 30.12.2017
Saluti
Gruppo Dirigente Circolo
Partito Democratico Polistena