Pedemontana: La nostra battaglia continua

CITTADINI

Ancora una volta la classe politica locale dimostra superficialità, vanagloria e tutta la sua incapacità a programmare e difendere gli interessi della popolazione di questo territorio.

Dopo anni di dure battaglie portate avanti con coraggio, coerenza e professionalità da tanti protagonisti di questa storia (oggi relegati nell’ombra), sembra giunta a termine l’annosa questione della realizzazione della Pedemontana della Piana, tratto S. Giorgio-Cinquefrondi (oggi quarto lotto), per la quale si prevede una spesa di quasi 22 milioni di euro.

La gara d’appalto, finalmente, è stata espletata dalla stazione appaltante di Reggio Calabria e i lavori dovrebbero iniziare a gennaio 2016.

Ebbene, i politici nostrani oggi fanno a gara litigando a mezzo stampa di santa ragione, per attribuirsi meriti che non hanno (e che hanno invece in negativo), dimenticando che :

  • il primo finanziamento di 12 miliardi di lire, erogato dalla Regione Calabria nel 1990, è stato ottenuto su iniziativa, impegno e progetto della Comunità Montana, grazie anche alle determinanti lotte sindacali dei cittadini e dei lavoratori di Cinquefrondi, e che il secondo finanziamento è del Ministero delle infrastrutture, appositamente programmato e attivato direttamente dalla Regione Calabria (assessore ai LL.PP. On. Ing. Pietro Fuda);
  • compito dei politici non è soltanto quello di attribuirsi sempre, comunque e in fretta eventuali meriti, ma anche e soprattutto quello di risolvere i reali problemi dei cittadini, quale ad esempio quello dei piccoli proprietari dei fondi espropriati che da 23 anni non sono mai stati risarciti con l’indennità d’esproprio e per i danni causati alla loro attività produttiva;
  • l’attuale progetto, tanto decantato, va modificato (in corso d’opera) perché iniquo e devastante per l’ambiente. Impone infatti ulteriori e inutili grossi sacrifici ai piccoli proprietari dei terreni per la realizzazione di ben 4 svincoli in poco più di 4 chilometri, uno dei quali addirittura non voluto da S. Giorgio Morgeto ed uno, a Polistena, inesistente nel progetto originario della Comunità Montana ed inserito nell’attuale progetto mediante, purtroppo, la cancellazione del collegamento della Pedemontana con la superstrada Rosarno – Gioiosa Jonica, così come previsto invece nel progetto originario (è lo stesso On. D’Agostino che, sostenendo – per un evidente senso di colpa – che si batterà per lo stanziamento di ulteriori cinque milioni per la realizzazione del collegamento della Pedemontana alla Superstrada, prova la verità di quanto affermiamo); quindi i politici, che oggi si sbracciano per attribuirsi meriti, dov’erano quando è stato approvato questo progetto che, di fatto, cancellava quello che era il pilastro portante del progetto originario della Pedemontana?;
  • vengono sprecate ingenti risorse pubbliche per opere già realizzate e non più utilizzate, quali ad esempio lo svincolo per l’innesto alla Superstrada e i due imbocchi della Galleria Perciano a Cinquefrondi oggi abbandonata, che era stata progettata e iniziata, infatti, per collegare direttamente la Pedemontana alla Superstrada;
  • è stato compiuto un insanabile scempio ambientale ed economico realizzando a Cittanova un tracciato sopraelevato che, di fatto, ha tagliato irrimediabilmente in due il territorio comunale con una barriera di terra alta quasi cinque metri, svilendo così anche il valore venale dei terreni attraversati (esattamente per questo motivo 20 anni fa il progetto della superstrada che spaccava i centri abitati di Polistena e Cinquefrondi, con una chiara intelligenza politica, è stato variato spostandone il tracciato nella fiumara Sciaropotamo);
  • è stata svilita la natura stessa della “PEDEMONTANA” che, per definizione, doveva essere realizzata appunto ai piedi della montagna (collegando quindi direttamente Molochio, Terranova, Varapodio, etc.) e non a valle (sul vecchio tracciato borbonico), realizzando invece a qualche chilometro di distanza un inutile doppione del tratto Cittanova –Taurianova (a questo scopo bastava ammodernare l’ex S.S.111), costato forse più di 9 milioni di euro e che ha provocato uno scempio inaudito della “CONCA”, uno fra i migliori paesaggi rurali di Cittanova e Taurianova, ricco di vigne e con pregevoli opere di architettura rurale (muri a secco) frutto e testimonianza del lavoro di intere generazioni;
  • infine, l’attuale progetto non si è posto, e quindi potrebbe non realizzarsi come abbiamo più volte chiesto con forza senza mai ottenere alcuna risposta (in spregio al principio democratico della partecipazione popolare alle scelte più importanti), l’obiettivo di una mobilità degna di questo nome (pista ciclabile), ecostenibile (utilizzo di materiali naturali e a basso impatto ambientale) e al passo con i nuovi bisogni di un’utenza sempre più sensibile che sta velocemente cambiando il paradigma della mobilità e dell’utilizzo assennato del territorio.

Per tutti questi motivi chiediamo principalmente alle amministrazioni comunali di Cinquefrondi, Cittanova e San Giorgio Morgeto se intendono continuare a guardare alla realizzazione di questa importante opera con la stessa lente deformata del passato (qualunque siano, purché si facciano opere pubbliche!), oppure diventare autentici protagonisti del futuro di questo territorio che non vuole più essere devastato e raccogliere le istanze dei cittadini che non intendono più continuare a subire ulteriori danni economici ed ambientali.

Per quanto ci riguarda l’Associazione Laboratorio Società Civile, il Comitato unitario di Base (CUB) per il lavoro e il Comitato degli espropriati di Cinquefrondi, Cittanova e San Giorgio continueranno a fare la loro parte per il rispetto dei loro diritti, dell’ambiente e della qualità dell’opera. In questa direzione avvieremo quanto prima altre iniziative ed invitiamo sin da ora i cittadini e le associazioni ad unirsi a noi in questa battaglia comune.

 

Cittanova 26.10.2015

                                                                            Armando Foci – Ass. Laboratorio Società Civile

                                                                          Aldo Polisena – Responsabile CUB per il lavoro

                                                                           Comitato per la difesa dei diritti degli espropriati