Palmi, rifiuti anno zero
Sono quasi due mesi che la nostra città, sia al centro come in periferia, è letteralmente sommersa dai rifiuti. La situazione è ormai al collasso. L’emergenza ambientale, che puntualmente si ripresenta, è una questione che affonda le radici nella superficialità e nel malaffare di un certo ceto politico bipartisan che piazza i propri uomini nei punti chiave, agli incroci del reticolo amministrativo, tra appalti pubblici e progetti spesso inutili, sostenendo e indirizzando la ‘ndrangheta nei suoi affari criminali. In questi anni una “via d’uscita” più volte annunciata e una efficiente ed efficace organizzazione dell’intero sistema dei rifiuti non è stata neppure perseguita. Le responsabilità sono a ogni livello: regionale, provinciale e comunale. Nessuno può chiamarsi fuori. Il piano di gestione dei rifiuti è rimasto lettera morta sia con il centrodestra che con il centrosinistra al governo della Regione. La neo presidente Santelli, con l’ordinanza n.45 del 20 maggio 2020, ricorre ancora una volta alle discariche, una soluzione devastante sotto il profilo ambientale e largamente superata nei Paesi più avanzati del Nord Europa. Tra le discariche da riaprire vi è anche quella in località “La Zingara” a Melicuccà, una scelta sbagliata che ci trova contrari anche per il rischio di inquinamento della sorgente Vina che fornisce acqua alla nostra città. Consultando i dati sulla produzione e raccolta dei rifiuti urbani – disponibili sul sito dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) – emerge la chiara responsabilità di moltissime amministrazioni comunali. Basti pensare che nei 33 comuni della Piana di Gioia Tauro nel 2018, ultimo dato disponibile, la percentuale dei rifiuti differenziati era appena il 31,65% del totale. Per citare qualche significativo esempio, Rosarno si attestava all’1,04%, Laureana di Borrello al 2,01%, Seminara al 3,81%, Gioia Tauro all’11,83%, mentre Melicuccà – amministrata dal sindaco Olivieri, presidente del comitato esecutivo di Città degli Ulivi e fiero sostenitore della riapertura della discarica alla “Zingara” – raggiungeva un modesto 39,2%. In questo contesto Palmi non se la cavava male (50,24%) ma le dichiarazioni del Sindaco Ranuccio sull’assenza di un’isola ecologica, che avrebbe potuto certamente alleviare il problema ma non risolverlo, ci lasciano sconcertati. Innanzitutto è bene chiarire che una isola ecologica non è una discarica. Il DM 8/4/2008 e la successiva modifica con il DM 13/5/2009 all’art.4 disciplina in maniera chiara la modalità di conferimento e le tipologie di rifiuti conferibili al centro di raccolta. Ma la cosa più grave, pur marcando la mancata partecipazione della fallimentare giunta Barone al bando regionale per l’accesso a finanziamenti finalizzati alla realizzazione di un’isola ecologica, è che il Sindaco non sappia o dimentichi il fatto che il capitolato d’appalto con Locride Ambiente preveda già la realizzazione, a carico dell’appaltatore, di due “punti di raccolta” e di sei “mini isole ecologiche”, mai venuti alla luce, come già nel settembre del 2018 abbiamo segnalato, inascoltati, anche in Consiglio comunale.
Palmi, 20 giugno 2020