Palmi, lo sbarco di profughi curdi a Cala Janculla
Il salvataggio dei profughi curdi di varie nazionalità, avvenuto nella notte tra il 2 e 3 novembre sulla spiaggetta di Cala Janculla, fa toccare con mano anche ai palmesi la cruda realtà, che non è fiction televisiva, degli sbarchi di persone che sono costrette da eventi drammatici ad abbandonare il proprio paese.
Le notizie che giornalmente rimbalzano dai media nazionali parlano di “emergenza sbarchi” o di “emergenza immigrati” ma, considerando i numeri di tale fenomeno, spesso con ingenti perdite di vite umane, è giunto il momento, anche per comuni come Palmi, di affrontare queste situazioni con una adeguata programmazione. Si può essere investiti del problema e dimostrare, come è stato egregiamente fatto per altro dalla comunità palmese a tutti i livelli, grande solidarietà e senso di accoglienza (ovviamente al netto di qualche isolato imbecille) ma questo non basta. Riteniamo che si debba al più presto individuare un sito – pensiamo a qualche immobile di proprietà del comune attualmente inutilizzato o, meglio, a un bene confiscato alla criminalità organizzata – e attrezzarlo adeguatamente per fronteggiare situazioni di prima accoglienza, anche come supporto ad eventuali sbarchi che dovessero verificarsi all’interno del territorio della città metropolitana; riteniamo altresì che occorra istituire un centro operativo e di comando per governare le iniziative altrimenti estemporanee di associazioni varie e di cittadini volenterosi.
Auspichiamo che questo suggerimento venga accolto dall’attuale amministrazione e dichiariamo sin d’ora la nostra disponibilità a collaborare per la sua realizzazione. Questo consentirebbe alla comunità palmese di affrontare in modo “normale” ciò che oggi consideriamo “emergenze”, utilizzando luoghi appositamente attrezzati e non la palestra Surace che potrebbe invece continuare ad essere adoperata per le sue progettate finalità.
Palmi, 5 novembre 2017