Palmi, il club Unesco segnala: Villa Pietrosa di Leonida Repaci
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Il Club per l’UNESCO di Palmi e l’Associazione Amici Casa della Cultura L. Répaci che, su incarico del Comune di Palmi, da tre anni sono impegnati a recuperare i valori storico culturali ed ambientali del complesso di Villa Pietrosa collegati con le figure di Leonida ed Albertina Répaci,
SEGNALANO A PALMI LA VILLA PIETROSA DI LEONIDA REPACI
come luogo della memoria, identitario dello spirito calabrese e di assoluta bellezza paesaggistica,a picco sulla scogliera della Costa Viola di fronte alle Eolie, all’Etna ed allo Stretto di Messina, riportato alla disponibilità pubblica dopo trent’anni di abbandono e tentativi mafiosi di accaparramento, attualmente in corso di recupero e valorizzare per essere inserito, in complementarietà al sistema museale e bibliotecario della Casa della Cultura L. Répaci di Palmi, nell’offerta turistica – culturale della Regione Calabria.
CHIEDONO A FAVORE DEL COMUNE DI PALMI
per completare il progetto DESS UNESCO 2013 di adozione di Villa Pietrosa – patrocinato dalla CNI per l’UNESCO e dalla FICLU – il finanziamento di euro 130.000 per realizzare la verifica della perimentrazione della particella catastale di cinque ettari e la messa in sicurezza del complesso assieme alla costruzione del Mausoleo alla grotta dove collocare definitivamente le tombe di Leonida ed Albertina Répaci provvisoriamente tumulate nella cappella di famiglia a marzo del 1984 ed a luglio del 1985, per costituire così uno straordinario unico sito turistico – archeologico – culturale con la confinante grotta di Trachina dove la Soprintendenza di Reggio Calabria ha censito ben tredici epoche risalenti fino all’età del bronzo.
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R E L A Z I O N E INTRECCIATA CON TESTI REPACIANI
Leonida Rèpaci scrittore, giornalista, fondatore e presidente a vita del Premio letterario, in suo onore intitolato “ Viareggio – Répaci “, nacque a Palmi il 5 aprile 1898 e morì a Marina di Pietrasanta il 19 luglio 1985.
Socialista, antifascista e meridionalista, scrisse in prosa ed in versi di narrativa, di saggistica, di critica e, con ‘‘ Storia dei fratelli Rupe”, in quattro volumi un romanzo che, attraverso le vicende della sua famiglia, interpreta i fatti storici dell’intero secolo.
Ultimo di dieci figli, per la prematura morte del padre ebbe un’infanzia difficilissima. Dopo il terremoto del ‘908 si trasferì dal fratello avvocato a Torino dove studiò al Liceo Cavour e poi si iscrisse in Giurisprudenza. Allo scoppio della prima guerra mondiale si arruolò volontario ed a Malga Pez fu insignito della medaglia d’argento al valore. Tornato a Palmi e poi a Torino conseguì la laurea; a Milano da avvocato, giornalista e drammaturgo si affermò nei più elevati ambienti culturali, artistici e mondani. Nel ’29, a Firenze sposò Albertina; subito dopo a Viareggio fonda e presiede il Premio Letterario, dando una speranza agli intellettuali che non volevano amalgamarsi al regime avanzante.
Dopo una intensa vita sempre in primo piano, nel 1984, un anno prima di morire, pubblica con l’editore Rubbettino, come sua ultima opera, “La Pietrosa racconta “, un volumetto in prosa poetica dedicato “ Ad Albertina che dorme in terra di Calabria “ per narrare i principali fatti di vita e di morte collegati con la Villa che in settant’anni colpirono la sua famiglia.
La Villa Pietrosa è un complesso di cinque ettari, nel ’39 terrazzato ad armacie ed ulivetato con la zappa dai faticatori anche nei canaloni impervi. Disteso su un pianoro prospiciente la scogliera della costa Viola ha un sentiero che scende fin sugli scogli ed una visione panoramica dalla Guardiola che si apre immensa sull’orizzonte marino e che spazia da Capo Vaticano, alle Eolie, allo Stretto di Messina, all’Etna e alla baia di Scilla, comprendendo in un unico sguardo, tre vulcani attivi e due patrimoni mondiali riconosciuti dall’UNESCO.
La Villa era stata acquistata per la famiglia, nel 1915 al prezzo di 16.000 lire, dal fratello secondogenito Mariano Rèpaci; poi la madre morendo, nel ’27 la lasciò in eredità al solo Leonida.
Di grande valore, sia sentimentale (era stato proprio il padre appaltatore a costruire la casa) che culturale (in un angolo di quelle stanze Cilea ha riscritto la partitura del secondo atto dell’Adriana), la Villa, continuamente citata, divenne una presenza costante nell’opera letteraria di Leonida e di Albertina Rèpaci ed entrambi per tutta la vita le hanno riversato amore immenso: Risparmiare su tutto, sul grande e sul piccolo,serviva a me ed Albertina ad aiutar la Pietrosa, una figlia che ci ha dissanguati per farle un corredo degno di lei.
Essa raggiunse l’apice della bellezza e del prestigio allorquando, nel ‘68, si svolsero a Palmi le cerimonie per il 70° compleanno di Leonida, cui partecipò, con l’intera giuria del Viareggio, gran parte della cultura italiana che lì finalmente capì perché lo stesso Leonida ripetesse sempre che “.. c’è un Paradiso sulla terra e si chiama Pietrosa: là il mal perde il fil della lama”!
Era divenuta la Villa, perché costruita dalla volontà dei Rupe, un luogo simbolo della lotta dei calabresi protesi allo sviluppo! Questa è la Pietrosa: il lavoro di uomini che si sono intestarditi, si sono accaniti a cambiare le cose, a migliorarle. E questo è il motivo conduttore della mia vita, della nostra vita.
A suggellare quella celebrazione Giacomo Mancini, Ministro dei LL PP del Governo Moro, annunciò al Sindaco di Palmi il finanziamento della Casa della Cultura proprio in onore di Leonida Répaci che, a sua volta, promise alla Città la donazione delle sue opere d’arte.
Poi, agli inizi degli anni ‘80, quando l’intero complesso era al massimo della bellezza, Rèpaci lo donò al Comune di Palmi per farne un centro culturale principalmente dedicato ai giovani. “E’ un libro la pietrosa che i giovani dovranno leggere dalla prima all’ultima pagina per capire come e perché Leonida e Albertina Répaci non si son dati tregua negli anni per dare alla Pietrosa in una dimensione di cultura, una lezione di vita e di speranza.” Invece, per gravi vicende, culminate nell’omicidio del custode, la villa restò abbandonata, chiusa, dimenticata e poi pure occupata e depredata per ben trent’anni, con mafiosi tentativi di accaparramento!
Dieci anni fa, finalmente recuperata alla disponibilità pubblica e ristrutturata, rimase ancora chiusa finchè, in perfetta coerenza con il tema UNESCO DESS 2013 I paesaggi della Bellezza, il Club per l’Unesco di Palmi, con il patrocinio della CNI per l’UNESCO e della FICLU l’ha adottata, assieme all’Associazione Amici Casa della Cultura L. Repaci, ad altre Associazioni e agli Istituti scolastici palmesi avviando, con piccole manifestazioni culturali estive (I concerti del tramonto quando le visioni e le atmosfere del tramonto marino coinvolgono musicisti, attori e spettatori), il lento recupero del ruolo dettato da Répaci di centro di promozione culturale, sperando di farla tornare ad essere, per i suoi valori storici letterari e per la straordinaria bellezza del paesaggio che si gode dal suo parco, quel luogo simbolo, identitario per i palmesi ed i calabresi che prima, per decenni, di fronte all’Italia culturale, aveva pienamente posseduto.
E’ quindi la Villa un patrimonio culturale, paesaggistico ed ambientale di rarissima bellezza che l’intera città di Palmi vuole far ritornare allo splendore ed ai valori del tempo di vita di Leonida ed Albertina allorquando, a giugno, la casa metteva la bandiera ammiraglia sulla seconda terrazza, per ritornare ad essere, la Pietrosa, nella geografia dell’anima di Leonida, quella che era: un lembo intangibile di paradiso terrestre per una casa dai dolci riposi.
Perché ciò si avveri i partners dell’adozione intendono realizzare il desiderio di Leonida, sempre espresso nei suoi scritti e nell’atto di donazione al Comune, di essere sepolto, assieme ad Albertina, in una grotta prospiciente il parco, da lui stesso individuata e facente parte del complesso. E con tale intento il Club per l’UNESCO ha offerto gratuitamente al Comune il progetto esecutivo del Mausoleo che è stato approvato dalla Giunta Comunale con Del. N. 182 del 25 settembre 2015. Il progetto è quindi immediatamente cantierabile ed è realizzabile in tre mesi, compreso anche il trasferimento delle tombe di Leonida ed Albertina Répaci dalla cappella di famiglia al Mausoleo, certamente alla presenza della Giuria del Viareggio e di tanti intellettuali italiani!
Basta concedere la copertura finanziaria. Il costo complessivo è di 130.000 euro!
A quel punto Leonida, .. non morto ma dormiente, in roccia di granito, rupe dentro la rupe, vedrà passare i secoli senza farsi svegliare. Là, alla Pietrosa, finalmente – dice Leonida – cesserò di essere stato un uomo amato e tradito per essere, da sempre, per sempre, un lare, un patriarca remoto, una presenza invisibile nel tempo. E la Villa Pietrosa ritornerà con i suoi valori e la sua grande bellezza ad inorgoglire i calabresi!
Al tempo stesso, essendo la grotta mausoleo confinante con la grotta di Trachina, dove la Soprintendenza archeologica di Reggio Calabria ha censito ben 13 epoche arrivando fin all’età del bronzo, il complesso diventerà un unico sito archeologico – culturale e paesaggistico -ambientale di straordinaria attrattività turistica qualificando ancor di più l’offerta turistica culturale di Palmi e della Calabria intera.
Palmi 27 maggio 2016 Rocco Militano presidente