Nostro emendamento contro “mafia capitale”, Cittadinanza Democratica chieda scusa alla cittá.
All’indomani degli arresti nell’operazione denominata “mafia capitale”, abbiamo atteso inutilmente le scuse che doveva a noi, ma soprattutto ai cittadini di Gioia Tauro, l’ex sindaco Renato Bellofiore, che però, non essendo abituato al senso di vergogna, ci costringe oggi ad affermare: «Noi, l’avevamo detto». Tramite articoli di stampa mai smentiti, infatti, abbiamo appreso che dall’inchiesta della Procura romana sono emersi profili di gravi responsabilità in capo ai referenti di una ditta, La Fenice, promossa oltre ogni umana comprensione da quell’amministrazione che noi abbiamo fronteggiato. Anzi, proprio il settore di impiego della società di Nicotera è stato al centro del nostro emendamento e risulta beffarda oggi l’accusa che per mesi Cittadinanza democratica ci ha rovesciato contro, ovvero di aver tentato di favorire interessi opachi con la nostra proposta di riforma del bilancio, nel momento in cui proprio questi interessi – secondo la magistratura – invece sarebbero stati implicitamente favoriti dalle scelte di chi amministrava Gioia Tauro.
Secondo chi indaga, infatti, l’impresa di servizi ambientali che Bellofiore ha voluto far lavorare a Gioia Tauro – approvando un antieconomico noleggio dei mezzi per la raccolta dei rifiuti – sarebbe stato lo strumento di un patto scellerato tra clan calabresi e i colletti bianchi romani denunciati dal procuratore Pignatone. Sorpresi da tale tesi, attendendo per diverse settimane una qualche spiegazione pubblica da parte dell’ex sindaco, abbiamo voluto svolgere una ricerca approfondita sul sito del Comune scoprendo una realtà francamente imbarazzante, oltre che veramente grave per le casse dell’ente. Solo per fare un esempio, dal settembre 2013 ad oggi si riscontrano ben 14 determine di pagamento a favore di La Fenice per una somma complessiva di 123.865 euro, una cifra che sarebbe andata quindi ad oliare un meccanismo che secondo gli inquirenti è parecchio sospetto in tutta la nostra regione. Bellofiore con una mano accusava noi di chi sa quali interessi oscuri, solo perché proponevamo l’acquisto di mezzi con gare ad evidenza pubblica e non il noleggio, e con l’altra metteva l’amministrazione a disposizione di chi, secondo notizie di stampa non smentite, risulta indagato a piede libero per i suoi rapporti con i personaggi di mafia capitale ed è considerato braccio operativo della società La Fenice. Abbiamo scoperto un vero e proprio vaso di pandora, poiché il Comune non solo si è impegnato per un dissanguante ed evitabilissimo noleggio dei mezzi (310.000 euro all’anno), ma nei mesi in cui amministrava Bellofiore ha anche spalancato le porte per servizi come pulizia della spiaggia e tutti quelli utilizzati per fronteggiare l’emergenza rifiuti prima che partisse la raccolta differenziata che sono andati alla società della moglie di Giovanni Campennì.
Una ripetizione di affidamenti che francamente lascia sbigottiti, anche per via degli effetti sociali che essa ha prodotto perché, come si ricorderà, il difeso affitto di camion e autocompattatori sbarrò la strada all’altra nostra proposta che consisteva nell’esternalizzazione della sola manodopera, assolvendo all’impegno assunto dal vicesindaco Rizzo con i sindacati per favorire il riutilizzo dei lavoratori ex Piana Ambiente. Purtroppo oggi l’amministrazione comunale di Gioia Tauro, per colpa di quelle scelte che noi osteggiammo attirandoci le strampalate accuse di Bellofiore e dei suoi, tiene in piedi il dispendioso noleggio dei mezzi de La Fenice, non è riuscita ad assicurare un futuro lavorativo agli addetti della società fallita e, come se non bastasse, nelle scorse settimane ha dovuto registrare la gravissima campagna mediatica organizzata da Cittadinanza democratica che sollecitava i pagamenti, tra cui quelli a favore della società in odore di mafia, in un periodo successivo alla scoperta del connubio affaristico sull’asse Roma-Calabria. Per fortuna il tempo è galantuomo. Da parte nostra aver sopportato l’improntitudine di chi ci ha definiti i cospiratori per la caduta del sindaco, che continua a collegare le sue dimissioni al nostro emendamento, ci da la possibilità di ribadire che la nostra condotta politica è stata trasparente ed all’insegna della legalità. Speriamo una volta per tutte di non dover tornare più sull’argomento, visto che altri misteriosamente di colpo non parlano più dello scomodo noleggio dei mezzi targati La Fenice.
Gioia Tauro 13/01/2015
Domenico Cento
Domenico Savastano