Michele Tripodi, le dimissioni di Marco Policaro?

UNA LEZIONE DI DEMOCRAZIA DI UN GRANDE SINDACO.
👉 UN ATTO SERIO E CONCRETO DI SFIDA ALLA NDRANGHETA.
NON E’ QUESTO IL FINALE.
LA STORIA ANTIMAFIA DI POLISTENA CONTINUA…
Pubblico qui ⬇️⬇️⬇️
il mio l’intervento integrale del Consiglio Comunale del 29 gennaio 2021 a seguito dell’operazione Faust
Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato ed hanno cercato di ricondurre ad una discussione civile, seria ed anche critica.
Critiche che devono essere fatte nel rispetto della #democrazia
Il fatto che il Sindaco abbia scelto di venire al #ConsiglioComunale per dire quello che aveva da dire in merito a questa vicenda, segno di grande levatura culturale della nostra comunità.
Se non nel Consiglio Comunale, dove? Noi non ci nascondiamo e per questo siamo in Consiglio Comunale.
Questa mattina quando su facebook ho condiviso la locandina del Consiglio Comunale aperto l’ho fatto usando una locuzione latina.
Ho parlato di “lectio magistralis”, una lezione di alto livello che ancora una volta viene data da #Polistena a tutti sul tema della lotta alla #ndrangheta. Perché?
Perché ditemi voi dove in Calabria trovate un amministratore locale, un Sindaco, un politico qualunque che dinanzi ad una identica situazione si presenta in Consiglio Comunale, innanzitutto per discutere di ndrangheta poi con un gesto forte ed inequivoco di dimettersi dalla carica di Primo cittadino pur non essendo indagato.
Il Sindaco Marco Policaro
nel suo intervento chiaro, conciso e pacato ha dato un grande insegnamento di come in questi casi ci si comporta da uomini delle istituzioni, da politici con valori e principi profondi e strutturati.
Le dimissioni di Marco Policaro non sono un segno di debolezza, perché qualcuno potrebbe pensare, se si dimette vuol dire che qualcosa dietro c’è. No. Non è cosi.
E’ proprio il contrario.
Le dimissioni del Sindaco sono una sfida alla ndrangheta. Deve essere chiaro.
Il Comune di Polistena ha deliberato oggi di costituirsi parte civile negli instaurandi procedimenti penali di Libera Fortezza e Faust, e Marco vive purtroppo una doppia condizione di lotta perché rappresenta il Comune di Polsitena ma è parte offesa della ndrangheta sul piano personale.
Leggere quell’intercettazione del suocero che in modo folle lo coinvolge senza alcuna logica non solo fa male perché documentalmente provata la falsità, ma fa male perché colpisce una persona per bene che con la ndrangheta non ha mai voluto avere a che fare.
Quell’intercettazione mette in luce un’unica e sola verità che la ndrangheta è falsa, subdola, vigliacca e rischia di mettere a repentaglio la vita degli altri attraverso i suoi mentori che spesso non sono nemmeno tali, ma sono però contagiati nella testa perché è la mentalità mafiosa che ha modificato il dna del cervello . E persone comuni, incensurate, come il suocero, non affiliate, di migliaia di giovani attratti da falsi miti e riti. Acquisiscono questa mentalità mafiosa tramandata nei tempi spinge molte persone a mentire, a dire e fare cose sbagliate, idiote, pericolose per tutto ciò che le circonda provocando sofferenze e dolore come in questa drammatica circostanza, dolore negli innocenti.
Ecco perché la mafia per noi continua ad essere una montagna di m…
Bene ha fatto la #DDA guidata dal dottore Bombardieri e dall’aggiunto dott. Paci, bene hanno fatto le forze dell’ordine, siamo vicini alla Procura e alla DDA e alle forze dell’ordine i ringraziamo per il lavoro che fanno che esortiamo a continuare nelle operazioni di polizia e “di pulizia” anche nella nostra città. Bene hanno fatto a non indagare il Sindaco Marco Policaro. C’è un motivo se Marco Policaro non è indagato.
Ci fosse stato il minimo dubbio non saremmo nemmeno qui a discutere oggi.
Lo facciamo invece senza girarci dall’altra parte. Come sempre.
Abbiamo sempre guardato la ndrangheta negli occhi, prima per conoscerla, poi per contrastarla e infine per combatterla anche facendo #nomiecognomi. Lo sanno tutti a Polistena e fuori.
Qualcuno ha cercato di insinuare in questi giorni salendo e scendendo dalla giostra dello #sciacallaggio con l’unico scopo di distruggere un uomo, un comune ed in questo caso sì, l’immagine della città e il cammino antimafia di Polistena che non si è mai fermato e che ha visto sempre, non la destra, ma i comunisti, i lavoratori, i cittadini onesti alla testa.
Mi riferisco a battitori liberi, ad alcune forze politiche ed in parte pure all’opposizione consiliare che hanno perso una grande occasione per fare rete contro la mafia come è accaduto sempre a Polistena.
Avreste dovuto voi il giorno dopo di queste accuse infamanti andare a trovare Marco Policaro, come in passato avvenuto con altri Sindaci, anche con me è stato fatto dall’opposizione io ho fatto con gli altri Sindaci quando stavo all’opposizione. Sono gesti che uniscono, se davvero la solidarietà è sincera non ci si può ritrarre dinanzi a ciò, indipendentemente dall’esito delle cose.
Ripeto si è scelto di SALIRE E SCENDERE dalla giostra dello sciacallaggio tentando di disorientare e intorbidire ancora di più il clima, e la situazione che certamente è una situazione di difficoltà.
Non si può pubblicamente parlare male del #Sindaco e poi privatamente mandare i messaggini di solidarietà all’amico Marco. NO. Non va bene.
Un saliscendi vergognoso e intollerabile che significa una sola cosa.
Avete scelto un’altra via, la solita e la più comoda, ma stavolta non molto convincente, quella cioè di continuare a colpire ancora una volta me e tutta la maggioranza per il tramite del Sindaco Marco Policaro.
Non sarebbe la prima volta, non accadrà mai più, come non accadrà mai più – sono certo – che siederanno sui banchi di questo Consiglio Comunale persone che non meritano di avere questo ruolo.
Si è pensato di riavvolgere il nastro addirittura a quindici anni fa entrando anche nelle scelte personali di Marco Policaro che nulla c’entrano con la situazione attuale. In questa operazione di faticosa e smemorata dietrologia politica molte cose sono state omesse e noi le abbiamo ricordate.
Come le elezioni comunali del 2005 vinte da una coalizione civica a guida #PD .
Si legge al foglio nr 739 dell’Ordinanza del Tribunale GIP/GUP “#ScaccoMatto” che portò nel 2011 al fermo di diversi soggetti, che le elezioni del 2005 furono “infiltrate dalla #coscaLongo” come risulta da precedente indagine investigativa. Siccome ho letto ancora che il Partito Democratico non si arrende e scrive su #facebook che allora c’erano tre liste, e mette di punto interrogativo insinuando il dubbio. No, alt, vi invito a procurarvi le risultanze dell’indagine menzionata e scoprirete cose che i protagonisti forse già conoscono. E i protagonisti di quell’indagine non siamo noi. Altri lo erano e invito a documentarvi.
A riguardo respingiamo con forza ogni punto interrogativo ed ogni insinuata falsità. Che intendete per “aiutini”? Vogliamo capirlo, ditelo, abbiate il coraggio di venire a discutere nelle sedi opportune della democrazia, qui e ora, andate a denunciare se sapete nelle sedi competenti. Per certi versi posso capire, quando una persona denuncia va bene, ma quando gli abusi risalgono a 7-8-10 anni io mi domando perché non si è fatto prima, forse perché probabilmente non era convenienza del momento. Ma noi tranquillamente faremo quello che dobbiamo e dico pure che nessun componente di questa maggioranza è coinvolto in quel tipo di abusi denunciati. Non spargete fango che poi vi ritorna addosso, non lasciatevi andare a meschinità che non si sorreggono su niente, se non sulla piccola convenienza del momento che inevitabilmente viene sempre travolta dai fatti.
Qualcuno dice i fatti hanno la testa dura, ma le teste più dure possono essere zucche vuote se non hanno memoria. La memoria lucida è più dura e durevole di ogni testa dura perché riannoda fatti e circostanze della storia. E noi la storia la conosciamo.
Peppino impastato era figlio di un mafioso e si è ribellato alla mafia. L’abito non fa il monaco e le parentele non cercate non significano niente. Sono gli atti e i comportamenti di ognuno che rimangono a futura memoria e costituiscono la sostanza delle proprie azioni presenti e future.
Perché dico questo? Perché anche nelle Giunte popolari degli anni passati vi sono state persone per bene con parentele equivoche.
Perfino dentro le liste di elezioni trapassate perché risalgono ad altri tempi non molto lontani ci sono stati nipoti di sangue, persone per bene per carità, del presunto #patriarca Domenico Longo, (perché guarda caso i nomi li facciamo solo noi stasera) e precisamente nel 2005 in quella che vinse poi le elezioni e si spostò nel 2010 nella lista di destra guidata dal già presidente della Commissione regionale antimafia.
Ecco perché oggi è preferibile non speculare sulle parentele, specie se acquisite e non cercate, perché non è detto che se uno è parente abbia acquisito la mafiosità del comportamento.
E’ un argomento molto scivoloso, soprattuto sui nostri territori Parliamo meglio di fatti, frequentazioni e collusioni di vita privata e di vita pubblica.
Diversamente si potrebbe aprire un’antologia da cui verrebbero fuori anche legami parentali inaspettati ma discioltisi dal tempo con la filiazione.
Perché se andiamo a ritroso visionando ogni albero genealogico finiremmo per esclamare ridendo: “Siamo tutti figli di Dio e dunque Dio era mafioso” Scusatemi per l’affermazione forte. Non vorrei urtare sensibilità. Ma l’inchiesta si chiama “#Faust”.
“Faust” era il nome dell’alchimista che evocava il “#diavolo”. Diavolo che allungava le mani dappertutto. O interveniva dopo l’evocazione per sistemare gli affari loschi di personaggi mafiosi e corrotti e così facendo condizionava le persone per bene, l’intero tessuto economico, sociale e civile di Polistena e di parte della Piana.
Nessuno si è preoccupato di leggere l’operazione Faust nel suo nucleo principale.
Vogliamo parlare ad esempio di come avvengono le infiltrazioni nella sanità e nell’ospedale di Polistena? Parliamo di come viene controllata la compravendita dei terreni, o come si impone una mazzetta agli imprenditori agricoli o come si cade nelle grinfie degli usurai. E’ tutto nelle carte dell’ordinanza Faust, ma pure in quelle di #LiberaFortezza.
Ma di questo nessuno parla… anzi alcuni sprecano parole di solidarietà per altri amministratori le cui scelte politiche, perfino le più banali, dipendevano dalla volontà del diavolo.
Non ho sentito una parola di vicinanza nei confronti delle vittime, dopo Scacco Matto, libera Fortezza e Faust, il sottoscritto è andato a trovare una per una le persone vittima. Fino all’altro giorno ho telefonato ad un imprenditore che ha avuto il coraggio di denunciare e l’ho ringraziato, per quello che ha fatto.
Voi l’avete fatto? Altri hanno pensato di esprimere la solidarietà a queste persone che hanno sofferto sulle proprie spalle questa condizione? Noi si.
Concentriamoci sui fatti. Nella lotta alla ndrangheta non servono divisioni, ripeto servirebbe unità, quella che è mancata stavolta facendo il gioco di chi non se ne frega nulla della città ed ha solo un mero e misero interesse di convenienza politica.
I fatti dicono che a Polistena nessun amministratore o dipendente comunale è stato mai indagato per mafia o coinvolto in inchieste di mafia.
Quando sento parlare di commissione di accesso mi viene da ridere, ma anche da chiedermi. Ma può l’essere umano arrivare ad essere così falso, perfido e ipocrita? Perché è pura propaganda speculativa che getta fango gratuito e immeritato sulla città ed in questo caso sì ledendo la sua storia oltre che il suo presente.
In questi 10 giorni cosa ha fatto il gruppo di opposizione se non presentare interrogazione, o chiedere atti che tra l’altro sono sempre stati dati. Perché quando si dice dei tributi della negazione della #privacy, non è così come dite, voi avete chiesto i ruoli dei tributi di tutta la popolazione di Polistena degli anni 2017 e 2018, di tutti voi di tutti noi, ma noi non possiamo dare atti se non su specifiche richieste che giustamente devono essere pertinenti l’esercizio della funzione istituzionale esercitata dal gruppo di opposizione. Non è che qui chiediamo tutta l’imposizione fiscale, le cartelle di ognuno, io questo non l’ho mai fatto da Sindaco perché non è una mia competenza, non ho mai interferito queste cose le seguono gli uffici, se a questo vi riferite probabilmente gli uffici hanno fatto bene a negarvi questa richiesta. Se aveste chiesto invece quanto e se ha pagato Longo, vi avremmo dato tutto perché su una singola, specifica, motivata richiesta connessa a quanto stiamo parlando è giusto che voi abbiate qualunque diritto di accesso.
I fatti dicono che dal 2010 si è reinsediata un’Amministrazione che ho avuto l’onore di guidare e che ha prodotto una serie di atti anche simbolicamente forti che hanno dato fastidio e leso gli interessi delle cosche.
Cominciamo dalla costituzione di parte civile in Scacco Matto.
Anche se prima vorrei aggiungere qualche cosa sulla richiesta di #Commissionediaccesso – per rispondere alla richiesta dell’ opposizione su cui avevo preso appunti in altro foglio – L’accesso è disciplinato dall’articolo 59 comma 7 del testo unico degli enti locali, glielo leggo “Quando, in relazione a fatti o attività comunque riguardanti gli enti di cui all’articolo 58. l’autorità giudiziaria ha emesso provvedimenti che comportano la sospensione o la decadenza dei pubblici ufficiali (dove è questo pubblico ufficiale a Polistena? Dove è per onestà intellettuale? C’è un Sindaco che non è indagato nemmeno –lo avete detto pure voi – si è intervenuti con provvedimenti restrittivi verso altri pubblici ufficiali coinvolti degli enti medesimi) – quindi tornando alla lettura dell’articolo ”vi è la necessità di verificare che non ricorrano pericoli di infiltrazione di tipo mafioso nei servizi degli stessi enti, il prefetto può accedere presso gli enti interessati per acquisire dati e documenti ed accertare notizie concernenti i servizi stessi” E’ disciplinato da quest’articolo l’invio della Commissione di accesso.
Io sono andato dal Prefetto per tutelare lei caro consigliere, a discutere dell’interdittiva che ha investito la CPL (Cooperativa progresso e lavoro) dove lei lavora. So che la CPL è un’impresa storica e ho cercato di convincere la prefettura a rivedere per il bene di tanti lavoratori, l’unica volta che ho fatto una cosa del genere e cioè richiedere la riesamina di un provvedimento antimafia in 11 anni di Sindaco e vicesindaco. L’ho fatto per la sua cooperativa dove lei lavoro. Quando andrà dal Prefetto si ricordi di questo glielo potrà anche dire che lavora alla #CPL di Polistena.
Cominciamo dalla costituzione di parte civile in Scacco Matto. Da lì in avanti seguì cominciò una girandola di intimidazioni pesanti nei miei confronti e di componenti della mia Amministrazione.
Ricordo che nell’agosto 2012 un pacco -bomba sospetto fu depositato all’ingresso del portone della mia abitazione. Quella notte insieme a me c’era l’attuale Sindaco Marco Policaro e poi venne il Comandante Ribuffo e nessuno nel mio palazzo uscì, si affacciò o aprì la serranda per dire “Che è successo?”. Nessuno. Neanche il giorno dopo. Noi abbiamo sempre reagito anche quando spararono l’auto di un assessore. Sempre manifestazioni e Consigli Comunali. Sempre in prima linea per non mollare di un millimetro.
E ora ci venite a dire che avremmo oltraggiato cosa o chi?
La nostra azione politica e di resistenza anche alle intimidazioni mafiose ci ha portato a compiere scelte limpide e trasparenti.
Tra esse voglio ricordare la revoca o il mancato rilascio di alcune concessioni edilizie, la revoca di alcune SCIA/DIA per quello che riguarda alcune autorizzazioni di polizia sul trasporto funebre e la vendita di auto usate a soggetti vicini o intranei ai sodalizi di ndrangheta, la rescissione di alcuni contratti di appalto a ditte in odore di mafia. Sempre.
Voglio ricordare alcuni incarichi legali conferite per opporsi a contenziosi intentati da persone intranee alla cosca Longo che in alcuni casi hanno chiesto risarcimenti plurimilionari al Comune. Ci siamo opposti fermamente.
Voglio ricordare ancora le posizioni assunte in tema di immobili confiscati alla ndrangheta, ultima in ordine di tempo l’assegnazione dell’immobile di via Domenicani affidato all’ Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – ANPI per la realizzazione di un progetto di valorizzazione del ruolo della #Resistenza in Calabria.
E non pensate che i messaggi anche subdoli non arrivassero. Non ci siamo mai prestati. Mai. Abbiamo sempre detto NO.
Ed è anche per questo, che certi silenzi di oggi sono inaccettabili, il beneficio del dubbio SI, ma a Polistena ci conosciamo tutti. Di noi, di me tutto si può dire o inventare, ma sul tema della lotta alle mafie – ribadisco – non mi sono mai sentito e non mi sento secondo a nessun politico del territorio. E tutto ciò che abbiamo costruito insieme e ci circonda è pulito, come lo è Marco Policaro.
Infine voglio citare, visto che lei consigliere ha fatto dei nomi, una recente deliberazione del Consiglio Comunale la n. 21 del 2020 che è quella che ha esaminato le osservazioni fatte in merito al Piano Strutturale.
Prendo due richieste di modifica in particolare quella proposta da Longo Domenico (presunto patriarca) e quella fatta da altra persona indagata in “Faust” tale Moretto Biagio. Entrambe NON SONO STATE ACCOLTE. E attenzione…. SONO STATE RESPINTE Con il voto unanime di tutta la maggioranza compreso dunque quello il Policaro e di Arevole. Ora domando io con tono inquisitorio. E’ vero o non è vero quanto ho detto? Perché sono i fatti quelli che contano. E ci dicono che di fronte ad interessi particolari noi abbiamo detto sempre no alla ndrangheta.
E allora? di che stiamo parlando? I fatti hanno ancora la testa dura? Forse sì. Ma la memoria degli atti ce l’ha ancora più dura dei fatti.
Noi abbiamo sempre amministrato solo ed esclusivamente per il popolo a tutela del bene comune di tutti, senza favoritismi e ambiguità.
Chi ha la memoria corta e cerca di tornare indietro nel tempo per delegittimare un intero percorso importante in tema di lotta alla ndrangheta ma per il progresso civile, sociale e culturale di Polistena ha imboccato una strategia che lo porterà a perdere ancora una volta.
Dico questo perché Polistena è stata ed è un punto di riferimento per tutti, un baluardo antimafia ma pure un centro propulsore di sviluppo e di attività.
Do una notizia. Abbiamo ottenuto un finanziamento per l’importo complessivo 1.150.000 euro per la riqualificazione di aree degradate su due progetti presentati redatti con la mia amministrazione nel 2015. Il primo che riguarda la riqualificazione di #VillaItalia e l’altro per la riqualificazione di Piazza #Valarioti antistante il palazzo confiscato che diventerà un parco attrezzato ed integrato con le case popolari di via Marco Polo. Anche questa una intuizione per creare nuovi spazi di aggregazione pulita per i giovani.
Sarebbe davvero un peccato interrompere una stagione di crescita civile e culturale per Polistena. Sono certo che il tempo e la calma dei forti a dare le giuste risposte a tutti.
E’ infatti inaccettabile sentire persino qualche partito – i partiti avrebbero la funzione sociale di dare agli altri una visione di prospettiva – che addirittura “rimprovera” Marco Policaro di aver lasciato un posto di lavoro per scegliere di impegnarsi in politica come per dire “Ma chi te l’ha fatta fare?”.
E’ un messaggio devastante, un’esortazione al disimpegno dei giovani che non avrebbero l’autonomia di compiere scelte anche coraggiose e di speranza come quelle fatte da Marco Policaro. Ci vuole molto più coraggio in situazioni anche difficili a prendere le distanze da certi ambienti vivendo nel sacrificio e nella paura che lanciare fango su una persona per bene, ben sapendo che lo sia. E ciò è ancora più grave.
Il Sindaco Marco Policaro è una persona onesta, lo è sempre stato, e non meritava, né lui né nessuno di noi, né la Polistena onesta questo tritacarne mediatico a cui siamo stati ingiustamente sottoposti senza alcuna colpa.
Per tali motivi rimaniamo lucidamente vicini, solidali, fortemente stretti a Marco in questo momento terribile che suo malgrado sta attraversando.
Il suo atto di dimissioni è un monito ai giovani e non solo a quelli di Polistena ma a tutti i giovani calabresi animati dalla speranza di vivere #liberi dalle #mafie, Che deve essere parafrasato così: prendete le distanze da certi ambienti, rischiate di rovinarvi la vita, di ritrovarvi in situazioni inaspettate senza nemmeno conoscere, immaginare. Abbiate il fiuto di comprendere quali siano le compagnie giuste da frequentare, le pizzerie dove andare a cenare, i bar dove andare a gustare un buon caffè senza correre il rischio di fare spiacevoli incontri, decidendo in libertà dove andare a passeggiare, o andare fare la spesa senza dover minimamente immaginare che quel centro commerciale fosse una base per riciclare il denaro sporco della ndrangheta. E soprattutto impegnatevi per le cose buone e giuste con coraggio, trasparenza, onestà, amore per questa terra, e per questa nostra città, Polistena.
Grazie Marco Policaro per questa bella lezione di democrazia, per avere aperto una pagina nuova e diversa nella sfida alla ndrangheta a Polistena, che meritava un Consiglio Comunale aperto, perché tutti sappiano.
Sarai ricordato come il Sindaco di Polistena DIVERSO DAGLI ALTRI che ha lottato la mafia meglio di chiunque altro, con un ennesimo ATTO CONCRETO pubblicamente reso e argomentato, ovvero arrivando a mettere in discussione se stesso per affermare un ideale di giustizia, di libertà, di emancipazione dalle mafie che altri sanno solo professare a parole senza gesti e azioni reali e che trascende ogni ruolo istituzionale e politico ricoperto.
Nessuno avrebbe fatto quello che hai fatto tu. Io lo sapevo che saresti stato un grande Sindaco. Grazie a te la storia antimafia di Polistena continua e non ti congederanno gli stessi applausi che un Consiglio regionale fallito, corrotto e ipocrita ha tributato al rientro di un tale di nome #Tallini.
Gli applausi che questo pubblico ti ha riservato prima e ti riserverà fra poco saranno applausi che profumano di onestà, di ribellione e di profonda gratitudine.
Di fronte alla ndrangheta ancora una volta Polistena non piega la testa. #Atestaalta Marco, con grande dignità. Siamo e saremo al tuo fianco. Coraggio Sindaco. Forza Marco Policaro.