L’inchiesta di Klaus Davi sul caso Pellaro finisce su wikipedia
L’inchiesta a puntate di Klaus Davi dedicata a Pellaro, Bocale e al dominio delle famiglie Barreca e Malacrinò, finisce su Wikipedia, l’enciclopedia online tradotta in 309 lingue differenti.
Nella pagina dedicata a Antonio Bartolo Malacrinò, infatti, si trova il seguente sottocapitolo:
L’operazione ‘Metameria’ e le inchieste di Klaus Davi
Il 16 febbraio 2021 grazie all’operazione Metameria del comando provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria, sono stati arrestati 28 esponenti della cosca Barreca tra cui il principale indagato Filippo Barreca, indagine però che non ha sfiorato minimamente il cognato Antonio Bartolo Malacrinò. Ma nel mese di maggio, il giornalista massmediologo Klaus Davi inizia ad approfondire e aprire un’inchiesta giornalistica sui rapporti tra le due famiglie e l’influenza mafiosa dei Malacrinò nel territorio pellarese.
Ma a questo importante contributo, proprio in queste ore si aggiunge un altro scoop di Davi, grazie al contributo come sempre fondamentale dei Carabinieri. Leggendo le intercettazioni svolte dall’Arma per il caso ‘Metameria’, Davi scopre che nel 2018 un incendio di natura dolosa interessa l’auto del genero del Maresciallo Salvatore Piazza, in servizio a Pellaro per 35 anni. Gli investigatori dell’Arma riportano un clamoroso dialogo tra Filippo Barreca e un affiliato, durante cui il primo precisa – cosa ovviamente tutta da dimostrare – di non aver alcuna responsabilità nell’attentato, attribuendolo indirettamente al cognato. Una prova, scrive Davi, che i Barreca erano contrastati sul territorio da un’altra ‘ndrina, come ha sempre sostenuto il massmediologo con fermezza, in questi mesi, nei suoi articoli. “I dialoghi intercettati dai Carabinieri hanno del clamoroso e necessitano di un approfondimento. Perché fu colpito il genero di un ufficiale dell’arma e soprattutto chi è stato e a chi si voleva inviare il messaggio?”, si chiede Davi, che poi aggiunge: “Sono contento che Wikipedia abbia ritenuto attendibili i nostri articoli, anche perché ‘Metameria’ è stato un formidabile punto di partenza che ha aperto uno squarcio importantissimo. Il giornalismo può integrare e aiutare il lavoro dello Stato, può suggerire strade investigative. Sui Malacrinò e il loro strapotere a Reggio Sud, sul famoso tabacchino di Pellaro gestito dai Molinetti, sulle vere motivazioni del vile attentato al genero del Maresciallo Piazza e sulla famosa e presunta maxi tangente pagata al boss De Stefano da un facoltoso imprenditore, c’è molto da chiarire. Noi siamo convinti di essere su una buona strada. Da cittadino e da giornalista sono sconcertato che la famiglia Malacrinò possa agire indisturbata da oltre 13 anni sul territorio di Pellaro e questo dato mi ha molto colpito e fatto ricordare molto da vicino il caso di Gino Molinetti. Scarcerato nel 2007 e poi riarrestato nel 2020! Il ‘killer di Archi’ Gino La Belva, libero per 13 lunghi anni!”