Lettera in difesa della Preside Russo

É abitudine di molti, che costretti per i più disparati motivi ad allontanarsi dalla propria città natale, seguire le vicissitudini della stessa sui vari media. Io non sono un’eccezione e conseguentemente leggo con costanza anche quanto viene pubblicato su alcuni Organi di stampa calabresi sui quali purtroppo vengono messi in evidenza più gli aspetti di cronaca nera e di corruzione o presunta tale, che non le molte e variegate peculiarità positive della realtà calabrese.
Con sgomento e sorpresa, ho appreso della vicenda relativa alla Preside Russo. Prima di giungere al fulcro di quanto intendo esprimere in merito ad un solo punto di tale articolo e affinché si possa capire a fondo la finalità di questo mio scritto, è necessaria una breve premessa che mi riguarda.
Nel bene e nel male, non sono un lettore qualunque. Non è un’affermazione presuntuosa, ma un dato di fatto. Sono nato a Rosarno, vi ho vissuto a lungo e ho visto molti morire sotto i miei occhi, anche persone a me molto care; ne conosco molti segreti non solo come ex cittadino ed ex imprenditore, ma anche per i supposti legami con la ‘ndrangheta della piana di Gioia Tauro, per i quali ho pagato caramente sulla mia pelle, per fortuna molto dura, di imprenditore, di uomo e in primis di padre e soprattutto per essere stato un Maestro Venerabile e Cavaliere Templare. Quindi, conosco a fondo la realtà della Calabria, le modalità d’azione, nonché la mentalità e le dinamiche politiche ed economiche – sia legate alla ‘ndrangheta che alla Massoneria e non solo – che la caratterizzano. E di tutto ciò ho sempre relazionato alle autorità competenti – e quanto da me affermato si può tranquillamente verificare negli atti pubblici – e sempre lo farò, quando mi verrà richiesto in futuro.
Non è certo per un tornaconto personale e/o pecuniario che ho collaborato e collaboro con le Autorità. Chi conosce la mia vicenda personale, sa bene che questo modus operandi è lontano anni luce dal mio modo di essere e di vivere. Sempre chi mi conosce bene, sa anche che ciò da me “raccontato”, è sempre frutto di esperienza personale, confermata da documentazione ora in mano alla Procura e mai di eventi o fatti riferiti da terzi.
Ho scritto ciò per far comprendere quanto conosca a fondo i meandri più segreti della realtà di dove sono nato e quindi, di quanto mi abbia colpito la notizia che la Dirigente Scolastica di diversi Istituti d’istruzione superiore della provincia di Reggio Calabria, la Dottoressa Mariarosaria Russo, sia indagata per abuso d’ufficio. Pare, infatti, che la Dirigente abbia proposto al consiglio di un istituto di Roccella Jonica (periodo in cui era reggente e ricopriva la carica di vicepresidente, oltre ad essere socia – coordinatrice nel settore scuola dell’Associazione Riferimenti), l’acquisto di un libro da dare in comodato d’uso ad ogni studente, per la preparazione ad un ciclo di seminari. Ciclo alla cui presentazione hanno partecipato autorevoli magistrati e giornalisti. Con una semplice ricerca in rete, ciò è velocemente verificabile.
Allo stesso modo, si può appurare che la preside, in un incontro con oltre duemila studenti provenienti da ogni dove, ha chiarito che all’epoca dei fatti non ricopriva alcun ruolo nell’Associazione, se non quello istituzionale di Dirigente, la cui funzione – la stessa di centinaia di Presidi di tutta Italia – era quella di chiamare a raccolta migliaia di studenti par la manifestazione Gerbera Gialla nell’ambito di un progetto MIUR. La Procura farà sicuramente il suo dovere. Non ho dubbi in merito.
Mi permetto tuttavia di scagliare vigorosamente una lancia in favore della Dirigente, che non conosco di persona, ma con la quale ho avuto spesso contatti telefonici, essendo stati i miei figli alunni dell’Istituto “R.Piria” di Rosarno.
Non intendo soffermarmi sull’umanità, sul buon cuore della Dirigente, sul suo senso di giustizia e sulla sua moralità, nemmeno sulla sua indiscutibile cultura, e men che meno sulle vicende che hanno vissuto lei e i suoi familiari a causa della ‘ndrangheta. Verità che trovano conferma nella sua vita quotidiana di dirigente, di donna, di moglie, madre, figlia, sorella.
Intendo, invece, sottolineare che per quanto solo citata nell’articolo in questione, mai venga evidenziato o per lo meno citato il “bene” che ha fatto e sta facendo per i Rosarnesi -e non solo-. E non mi riferisco ai miei coetanei, ma a quei cittadini che oggi frequentano i suoi istituti e che un domani saranno la classe dirigente, imprenditoriale e politica di questa controversa Regione.
Sta lavorando per gettare le basi per un futuro pulito di e per questi ragazzi, insegnando loro a rivendicare il loro diritto di realizzare i loro sogni in modo onesto e corretto, al di fuori della rete di illegalità che caratterizza Rosarno e molte altre realtà calabresi. E in questo crede fermamente, sacrificando la sua famiglia e se stessa e impegnandosi con passione e dedizione, senza risparmiarsi, senza cedere alla paura, anzi sfidandola.
Penso che sia facile dedurre quanta abnegazione, motivazione, lavoro e forza di volontà siano stati necessari per trasformare il liceo “R. Piria” di Rosarno in un polo di eccellenza e legalità e per organizzare attività didattiche e formative per concretizzare il suo sogno di una Rosarno senza mafia.
Vogliamo definirla una sognatrice? No! É una donna che sa e crede fermamente che la scuola non è meramente il luogo, in cui i ragazzi devono apprendere contenuti ed un modo corretto di esprimersi, ma è anche e soprattutto il luogo dove possono imparare cosa sia il bene e il male, il giusto e il non giusto, che è un diritto e un dovere essere onesti e corretti, che è un diritto e un dovere poter diventare imprenditore o impiegato senza compromessi e minacce, senza corruzioni e collusioni.
Se questo è un sogno, la Sognatrice Russo lo sta trasformando in realtà. E non mi sembra poco!!! Magari ci fossero più dirigenti scolastici e insegnanti che sognassero così e concretizzassero quotidianamente, nel loro piccolo, tale sogno!
Ma nulla emerge dalla stampa, sebbene i vari comunicati non fossero incentrati sulla sua persona.
Non è stato dato il minimo rilievo al fatto che non è una Dirigente qualunque in un luogo qualunque. É la Dirigente dell’istituto “R.Piria” di Rosarno – e per chi conosce Rosarno sa che significa! – che considera la propria casa e i suoi alunni come i suoi figli ed è per loro che sta lavorando indefessamente. Li conosce tutti personalmente ed è a loro disposizione sempre… ed è proprio per loro che vive e lavora ogni giorno… e non certo per denaro…. non c’è denaro che possa ripagare l’impegno e la passione che mette nel suo lavoro…. che poi definirlo lavoro è molto riduttivo… la sua è una missione…. una missione che ovviamente infastidisce i più….
Sono curioso di verificare, se a conclusione del procedimento, almeno un giornalista coraggiosamente metterà in evidenza quanto di buono e giusto sta facendo questa Dirigente, che per dirla tutta, poteva tranquillamente fare il proprio dovere, senza complicarsi la vita – perché di complicazioni vi assicuro ne ha! – E avrebbe potuto farlo! In fondo è giunta all’apice della sua carriera. E invece no! É una dirigente con la D maiuscola, per la quale gli studenti sono la vita e per i quali lotta affinché abbiano una vita migliore!
Possibile mai che una donna con tali valori e con il suo agire concreto contro la mafia, si possa sporcare le mani ??? Non credo proprio. Anzi si …le mani se le sporca lavorando con i suoi studenti sui terreni confiscati e producendo l’olio della legalità intitolato al giudice Rosario Livatino.
Conseguentemente, preferisco credere al suo sogno e non alle accuse, e scelgo di credere soprattutto a quello che ha fatto e fa ogni giorno per i ragazzi di Rosarno e, per quanto poco, ha tutto il mio sostegno morale e la mia stima.

Cosimo Virgiglio