La Pro Loco di Varapodio ospita, il 2 e 3 marzo, Jonathan Gabriel Guzman, il violoncellista che aiuta i bambini a salvarsi con la musica
Far conoscere alla comunità di Varapodio il messaggio di riscatto attraverso la cultura di cui è portatore il giovane musicista venezuelano Jonathan Gabriel Guzman. È questo l’obiettivo che si prefigge la Pro Loco cittadina che ha organizzato una due giorni con il violoncellista che, cresciuto in un orfanotrofio di Caracas, ha legato il suo nome all’impegno internazionale a favore dei bambini che vivono in condizioni di disagio.
Venerdì e sabato l’artista non ancora 30enne sarà ospite dell’associazione guidata da Maria Rosa Ferraro, con un programma suddiviso tra esibizioni musicali, incontri formativi nelle scuole e conversazioni con i rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni. Si comincia il 2 marzo, alle 18.30, nella chiesa di Santo Stefano, con la proiezione di A Slum Symphony, il docu-film che ha reso noto al grande pubblico l’infanzia dolorosa di Guzman e il suo incontro salvifico con la musica all’interno della struttura di cui era ospite nel suo Paese.
Approfittando della solenne atmosfera del tempio sacro, ci sarà spazio per un assaggio della bravura artistica del giovane concertista, formatosi nel conservatorio di Torino, che giunge a Varapodio grazie all’amicizia con il professore e maestro Emmanule Saccà, direttore artistico dell’accademia Musicale “Calliope” della Pro Loco, nonché per gli interventi del sindaco Orlando Fazzolari e del parroco don Gaudioso Mercuri, oltre che del pubblico. Per cogliere al meglio l’intento educativo della presidente Ferraro, Guzman sarà protagonista – nella mattinata di sabato a partire dalle 9.30 – di un incontro con le scolaresche dell’Istituto comprensivo di Oppido-Varapodio-Molochio.
«Ospitando Guzman – dichiara la presidente della Pro Loco “La Coppa Vitrea” – creiamo l’occasione di un nuovo respiro internazionale per Varapodio, offrendo ai più giovani l’esempio di un ragazzo che ha scartato tutte le strade negative che la sua condizione gli ha posto davanti, incontrando la musica e facendo di essa e del dovere della testimonianza la sua ragione di vita».