La comunita’ di Varapodio attende il nuovo Parroco

LA COMUNITÀ DI VARAPODIO ATTENDE IL “NUOVO” PARROCO

     DOPO LA NOMINA DELL’AMMINISTRATORE PARROCCHIALE.

SETTE PARROCI IN VENTI ANNI, UN PARROCO OGNI DUE ANNI E OTTO MESI,

 MA VARAPODIO NON È PAESE DI “MANGIAPRETI”

          Il 1° dicembre scorso S. E. Rev.ma Mons. Giuseppe Alberti, Vescovo della Diocesi di Oppido Mam.-Palmi, ha nominato Don Benedetto Rustico Amministratore Parrocchiale della Comunità di Varapodio! La Celebrazione Eucaristica per la presentazione è stata presieduta da Mons. Giuseppe Varrà, Vicario Generale.

          Don Benedetto – che è Parroco del Santuario Maria Santissima delle Grazie di Tresilico di Oppido Mamertina, RC – sarà un capace Amministratore. Uomo di grande esperienza è la Persona giusta al posto giusto in attesa che il Vescovo provveda alla nomina del “nuovo” Pastore d’anime. Buon servizio pastorale a Don Benedetto Rustico ed a Don Leonardo Manùli che lo affiancherà.

          La Comunità di Varapodio Città Mariana, con la Madonna del Carmelo e del Rosario “immagini-simbolo” delle parrocchie di Santo Stefano Protomartire e di San Nicola Vescovo necessita del Parroco, di questa presenza significativa che, prima o poi, tutti noi incontriamo nel cammino della vita. Egli può essere oggetto della nostra indifferenza, delle nostre critiche, ma anche del nostro rispetto e della nostra ammirazione. Possiamo pregare per lui, esserne collaboratori entusiasti e ci si può relazionare al sacerdote in modi diversi, tuttavia resta sempre punto fermo nell’arco di una intera esistenza.

          Il Parroco che verrà a Varapodio dovrà avere autorevolezza, che venga a fare il prete e che resti nello proprio àmbito parrocchiale per evitare reciproci sconfinamenti con “invasioni di campo”, non il parroco, del buongiorno di facciata, presenzialista, festaiolo, dei ripetuti rinfreschi, cene, banchetti e aperitivi, sempre in cerca di visibilità ed ostentare consensi nell’ansiosa attività frenesia di cercare il nuovo, ma il nuovo non è sempre buono al fine di ottenere audience anziché cercare misurata sobrietà; va bene la convivialità, ma quando si esagera…      Chi scrive vive, da sempre, nella Comunità di Varapodio e sente il dovere, di cristiano e di uomo, dire quanto accaduto. La gente conosce la mia indole buona, e la mia azione è per il bene comune confidando nel Signore. Fatta eccezione per il periodo in cui è stato parroco Don Domenico Caruso – a cui vanno concordemente riconosciuti evidenti, chiari meriti per aver guidato la Comunità Parrocchiale al massimo dell’efficienza – gli altri ultimi parroci che si sono alternati non sono stati all’altezza del loro compito e che le “cose” non andassero bene era, oggettivamente, di tutta evidenza.  Il Vescovo di quel tempo, S. E. Mons. Francesco Milito, era perfettamente a conoscenza dell’andamento deficitario delle parrocchie. Allora ho chiesto a Mons. Milito anche di persona, direttamente ed in più occasioni di prendere gli adeguati provvedimenti sull’argomento parroci e parrocchie di Varapodio, ma sono stato cordialmente invitato dal Vescovo Milito al silenzio cristiano.Quanto alle visite pastorali del Vescovo Milito a Varapodio esse sono state un…Tutto bene Madama la Marchesa… , ma ora é più utile parlare che tacere.

          La soluzione ai problemi del parroco, Mons. Milito ha creduto trovarla con l’invio a Varapodio di Don Giovanni Rigoli offendendo, così facendo, l’intelligenza della gente e causando – considerata l’evidenza di quanto avvenuto – ulteriori danni.

          Bisogna dire che fatti inconfutabili mettono in risalto che in 20 anni, dal 2004 al 2024, Varapodio ha avute sette Parroci uno dei quali, Don Domenico Caruso, nominato, nell’alternanza, due volte (SIC!). Questi i nomi dei sacerdoti: Don Antonio Iamundo; Don Domenico Caruso; Don Salvatore Tucci; Don Domenico Caruso; Don Gaudioso Mercuri; Don Giovanni Rigoli; il “nuovo” Parroco che verrà.

           Si desume che la permanenza in Comunità è mediamente 1 Parroco ogni 2 anni e 8 mesi [20:7=2,8]. Di quanto è successo negli ultimi 20 anni occorre dire che la verità non stà mai da una parte sola, spesso si resta attaccati a delle “comode verità” non alla “Verità”, ma c’è, anche, la verità oggettiva sulla quale non si discute.

          In siffatta situazione i parrocchiani non si voltino dall’altra parte e far finta di non vedere e di non sapere, guardino intorno perché i problemi non piovono dal cielo, ma sono nelle parrocchie e delle parrocchie e, quindi, dei cittadini; perciò invito alla riflessione e all’autocritica senza finzioni; cambiare è possibile per tutti, ma il cambiamento deve partire da noi. É giunto il momento di darsi, tutti, una regolata!

          Amo il mio paese (ed è per questo che qui scrivo col cuore e con umida emozione) sono cresciuto a Varapodio, in Piazza Santo Stefano dove abito, all’ombra del campanile della Chiesa frequentando, sin da fanciullo, l’Azione Cattolica con il privilegio di avere avuto accanto l’amico Sacerdote Don Antonino Di Masi, Parroco di Varapodio, nella Comunità di Santo Stefano, per ben 57 anni.

          La gente di Varapodio [n° 1.999 Abitanti, ultima fonte Istat, da Rosetta Vaticano Ufficio Anagrafe del Comune] è cortese, molto ospitale e generosa e quì è luogo dove il forestiero è particolarmente benvenuto; tra gli altri ospiti attualmente vivono in paese brasiliani e argentini che sono felici dell’accoglienza mostrata loro dai Varapodiesi.

La bella cittadina – che di recente si è rifatta il look ed è ancora più bella, gradevole ed accogliente – è nota nella Piana di Gioia Tauro (e non solo) per il pensare positivo che i varapodiesi con energia emanano e trasmettono con semplicità e sorrisi dando l’avvio ad una forma di ospitalità che é un piccolo “modello” di vita da seguire. É da più parti riferito che chi soggiorna a Varapodio è contento per la cordialità e le attenzioni ricevute e partendo saluta con un “arrivederci”. Necessita, opportunamente, annotare che le annose e recenti vicissitudini della Comunità parrocchiale e le conseguenze, non sono state, e non sono, di aiuto per lo sviluppo e il buon nome del paese per molto tempo assurto, negativamente, agli “onori” della cronaca, situazione che ha sminuito la “promozione” a favore del territorio prima attuata in vario modo dall’Amministrazione Comunale di Varapodio.   

 L’annosa “gestione” parrocchiale non efficiente evidenzia che la Comunità aveva bisogno, ed ha, particolari “cure” che dal “medico” non sono state “prestate”. Non essendo Varapodio paese di “mangiapreti” le “colpe” sono equamente da attribuire a tutti, nessuno escluso, ed ora non ha senso, e non giova, dividersi nel cercare i buoni ed i cattivi.

          Quanto fin quì steso indica che le parrocchie di Varapodio hanno un problema e mi sembra che ora sia giunto il momento di prendere consapevolezza, di cambiare registro, dove necessario, e di chiudere un’epoca!

          Lontano da me la volontà di causare sterili polemiche, ma se si vuole che la media di permanenza dei parroci si alzi è essenziale che arrivi a Varapodio idonea guida che resti per tanti salutari anni in seno alla sconfortata, smarrita Comunità che se guidata dal Buon Pastore venuto, per tutti, per servire non per fare il padrone crescerà in carità, grazia e santità per il bene della collettività, ed allora tanti fedeli andranno in Chiesa per pregare, frequentare i sacramenti ed essere veri cristiani.

          I “doni” di Dio li riceviamo avendo accanto l’immagine del prete. Ne consegue che senza il prete, saremmo come pecore senza pastore: smarrite e confuse, incapaci di ritrovare la strada verso casa.                                                                                                                

          Per dirla con Don Mazzolari, vorremmo per parroco un uomo che sappia “vivere insieme agli altri, piangere insieme, amare insieme che abbia nostalgia di Dio, della Chiesa e della gente, nostalgia della povertà di Gesù, un uomo che parli con la sua vita”.                                                                                                                  

          Un uomo non un supereroe, non un prete preconfezionato, ma un uomo che si è fatto Sacerdote perché ha sentito il richiamo di Qualcuno che l’ha cercato con tutti i suoi limiti e difetti. Un uomo che sia tra la gente presenza significativa in tutta la Comunità, aperto al dialogo, testimone autentico della Verità.

          Un uomo con il prestigio che deve avere un Sacerdote ed a cui tutti dobbiamo riguardo! Un Uomo che al termine del giorno si chieda se ha insegnato la verità, dispensato grazie e guidato le anime a Dio. Un parroco che si faccia amare da tutti! 

In maniera sommessa e garbata penso che questo sia il Parroco che attendiamo nominato da S.E. Mons. Giuseppe Alberti per “guidare” alla serenità questa sventurata Comunità di Varapodio. Parroco che speriamo arrivi presto, affinché tutto ciò che può essere ora immaginato possa diventare realtà, nella speranza che il Vescovo voglia dedicare ai fedeli di Varapodio la necessaria attenzione anche per conoscere la realtà delle parrocchie e del paese; l’impegno profuso da S.E. potrebbe essere il punto di partenza per la rinascita. Ma se non avviene il cambiamento in noi, nemmeno Sua Santità il Papa, se divenisse nostro Parroco, potrebbe salvarci !

          E se i miei desiderata con animo amico fossero eccessivi, ho fiducia che S. E. darà allo stesso modo di meno, ma non l’insufficienza perché determinerebbe la fine della Comunità varapodiese. Per tutto quanto fin quì scritto: Absit iniuria verbis.

          Prego di cuore il Signore perché Iddio conceda a S. E. Mons. Alberti tutta l’abbondanza delle Sue grazie, dei Suoi lumi per la scelta del “nuovo” Parroco.

 

  1. Pino Pardo, cittadino di Varapodio