Intervista alla vice Sindaca Mimma Lionello dopo l’incendio di San Procopio
Il cielo è più sereno, ma nell’animo dei samprocopiesi non è passata l’alba del 25 giugno scorso, svegliati di colpo alle quattro, un vasto incendio ha distrutto diverse abitazioni in disuso, radendo al suolo un intero rione, soprattutto la storica via Garibaldi, fortunatamente senza vittime, ma sono stati cancellati tanti ricordi di infanzia. Occorre precisare che da queste parti non è la prima volta che accade. Abbiamo provato ad ascoltare il dramma delle persone, e anche qualche componente della giunta comunale Mimma Leonello che cortesemente ha risposto alle nostre domande.
– Ad una settimana dal devastante incendio che ha colpito San Procopio cosa è cambiato?
«Purtroppo non può cambiare nulla, almeno per il momento, per problemi di burocrazia, anche se l’amministrazione si è mossa tempestivamente. Occorre attendere e i tempi si prevede che saranno lunghi».
Sui social c’è stata la vicinanza degli amici, dei parenti, degli emigrati, tanta preoccupazione, qualche telefonata o visita di qualche autorità è mancata, strano non sentire la prossimità di esponenti anche religiosi, almeno per offrire un po’ di conforto ad una piccola comunità vessata da tante difficoltà.
– E’ stata espressa la solidarietà delle istituzioni, ad esempio dal presidente f. f. della città metropolitana?
«C’è stata la vicinanza, a breve si apriranno dei tavoli tecnici con il prefetto per poter intervenire sul territorio a garanzia della sicurezza dei cittadini».
– Si interverrà su quelle case distrutte, ed è previsto un progetto di riqualificazione dell’area oppure quella via rimarrà bloccata per tanto tempo?
«Sarà bonificata l’area e le tempistiche – ribadisco – purtroppo non saranno brevi».
– Da circa un anno siete al governo di questo piccolo comune, come giudica l’attività amministrativa?
«Quello che è stato fatto non è percepibile all’esterno, e purtroppo dobbiamo fare i conti con le disponibilità che sono insufficienti. Non c’è un bilancio per poter intervenire subito, abbiamo poche risorse e dobbiamo sempre chiedere. Occorre tenere presente che noi veniamo dopo anni di commissariamento e senza esprimere giudizi sui governi passati, su alcune situazioni ci sono state delle inefficienze. Ad esempio abbiamo affrontato il problema dei tributi, sarà sistemata la scuola dove saranno spostati l’ufficio postale e la guardia medica, abbiamo sistemato la caserma dei carabinieri, a breve sarà previsto anche l’intervento sul manto stradale extra urbano».
– È chiaro che ci sono tante abitazioni vecchie e in disuso e rappresentano un pericolo per la comunità civile. Saranno presi provvedimenti?
«Occorrono aiuti economici, senza, noi non sappiamo come intervenire.
Nei nostri territori dopo che trascorre tanto tempo, si cade nell’oblio, l’argomento non solo si raffredda, ma si fa esperienza della rassegnazione. Un consiglio comunale aperto e in piazza avrebbe offerto una maggiore vicinanza ai cittadini, un “consiglio comunale in uscita”, dove sia data la parola a tutti, e questa è la sana democrazia.
– I cittadini di San Procopio si aspettano delle risposte. Sarà convocato un consiglio comunale aperto?
«Manca la collaborazione, i consigli comunali sono sempre aperti, l’argomento dell’incendio di qualche settimana fa non può essere tema di discussione, ed è ancora troppo presto sapere come muoversi».
I Vigili del fuoco erano circa diciotto, quattro squadre, Villa San Giovanni, Bagnara, Palmi, Polistena e sono stati impegnati tutto il giorno anche dopo aver spento l’incendio per gettare muri pericolanti.
– L’encomiabile lavoro dei Vigili del fuoco sarà messo in evidenza nella riunione prossima della Giunta Comunale?
«Va’ tutto il nostro ringraziamento ai Vigili del fuoco, obiettivamente c’è stata qualche pecca, all’inizio l’incendio è stato sottovalutato e i vigili erano insufficienti, così si esteso velocemente».
– I problemi da queste parti e l’abbandono in cui versa il territorio fa soffrire una piccola comunità. Questa ferita come può essere elaborata?
«Sinceramente la domanda è molto difficile, il sentimento è quello dell’abbandono, ma ci sarà da parte nostra la responsabilità a non esimerci dal compito di intervenire».
– Il territorio presenta tante criticità e poche risorse. Nessuno ha la bacchetta magica, ma pensando ai residenti, soprattutto gli anziani come tutelarli?
«L’abbandono del territorio fa soffrire, occorre tenere presente anche gli anni precedenti di chi ci ha preceduto, e senza aiuti non sappiamo come difende e proteggere i più deboli e mettere in sicurezza altre case».
– Non è più opportuno aggregarsi ai comuni più vicini per collaborare e affrontare le esigente della comunità?
«È un tema all’ordine del giorno, lo stiamo valutando da diversi mesi, nel futuro è previsto un incontro con i sindaci dei comuni limitrofi. Ribadisco che noi non facciamo politica, ci siamo candidati come lista civica».
Dalle risposte della vice sindaca emerge la forte volontà di impegno e anche le difficoltà, la burocrazia, la scarsa partecipazione dei cittadini, forse stanchi per quello che hanno visto in tanti anni, e l’emorragia di tante persone che vanno via è un segnale di come ci si può sentire. Sarebbe di auspicio vedere bambini e ragazzi e che giocano, fanno schiamazzi, l’opportunità di realizza qualche centro sociale, sistemare case diroccate, alcune appartenenti non ai civili, è un sogno, ma diceva il beato martire, padre Pino Puglisi, “se ognuno può fare qualcosa, allora si può fare tanto”.
Vincenzo Leonardo Manuli