Interdizione antimafia a ditta impegnata, in subappalto, nella realizzazione del gateway ferroviario. L’Autorità portuale di Gioia Tauro revoca le relative autorizzazioni
Revoca delle autorizzazioni allo svolgimento delle attività di nolo a caldo di mezzo d’opera e divieto di accesso in porto per la ditta Costruzioni Perrone che, in sub appalto, ha partecipato alla realizzazione del Nuovo terminal intermodale del porto di Gioia Tauro. Si tratta di una misura resa immediatamente esecutiva dall’Autorità portuale di Gioia Tauro in seguito all’informazione antimafia interdittiva, richiesta dalla stessa Autorità portuale, quotidianamente impegnata a mantenere alto il rispetto della legalità in ambito portuale. L’iter è stato, infatti, avviato dall’Ente, guidato da Andrea Agostinelli, che ha fatto specifica richiesta alla Prefettura di Reggio Calabria, al fine di dare fattivo riscontro all’esigenza che impone di escludere operatori economici o soggetti che possano ritenersi legati, sia pure indirettamente, ad ambienti criminali.
“L’interdittiva antimafia – ha dichiarato il Commissario Agostinelli – costituisce una misura di tutela preventiva, nell’esercizio delle funzioni di polizia e di sicurezza, contro le ingerenze del crimine organizzato nelle attività economiche e nei rapporti con le pubbliche amministrazioni e rappresenta lo strumento attraverso il quale l’Autorità Portuale opera per garantire inequivocabilmente un’azione intransigente nei confronti di qualsivoglia manifestazione o tentativo di ingerenza criminale in seno all’attività amministrativa dell’Ente”.
Non a caso, l’Autorità portuale di Gioia Tauro, nel mese di aprile 2010, ha sottoscritto un protocollo di legalità con la Prefettura di Reggio Calabria al fine di poter adottare una politica preventiva antimafia, finalizzata alla rimozione degli ostacoli che il fenomeno mafioso interpone al libero esercizio dell’attività imprenditoriale e quindi alla libera concorrenza.
Si tratta di un protocollo ritenuto necessario vista la convinzione che il contrasto del fenomeno criminale non possa essere affidato esclusivamente alle investigazioni penali, perché esse, per loro stessa natura, perseguono responsabilità connesse all’accertamento di fatti specifici e non sempre sono in grado di assicurare efficaci azioni preventive.
Attività preventiva, quindi, ritenuta fondamentale, considerati altresì gli interventi strutturali ultramilionari, messi in atto dall’Autorità portuale di Gioia Tauro per il rilancio del porto, ma che, a maggior ragione, necessitano di un controllo più incisivo per arginare qualunque tipo di ingerenza o tentativo di infiltrazione di imprese appaltatrici o subappaltatrici. Per rispondere a tale esigenza l’Ente ha richiesto, tramite l’apposita piattaforma informatica, specifiche informazioni relative alla ditta Costruzioni Perrone, operante in porto. Si tratta, del resto, di un’attività amministrativa preventiva che l’Ente svolge, quotidianamente, nei confronti di tutti i soggetti o le imprese coinvolti nelle commesse di competenza dell’Ente.
Lo scorso 4 dicembre è stata, così, immediatamente revocata l’autorizzazione, che era stata rilasciata lo scorso 31 agosto, in attesa di ricevere l’informazione prefettizia, in base alla normativa vigente in materia e definita per effetto del combinato disposto dell’art. 105 del D. Lgs 50/2016 (e sue successive modifiche e integrazioni) e della determinazione n. 6/2013 dell’allora esistente Autorità per la Vigilanza sui contratti pubblici. E’ stato, altresì, revocato il nulla-osta all’accesso al porto e ogni altro effetto giuridico del silenzio – assenso, formatosi sulle diverse istanze di subappalto e fornitura calcestruzzo.
Di conseguenza, ne è quindi scaturita l’interdizione all’accesso del personale e dei mezzi riconducibili all’impresa Costruzioni Perrone in tutti gli ambiti portuali di competenza dell’Autorità portuale di Gioia Tauro.