Gioia Tauro, Peda’: MCT-Del Rio ritiri la concessione
Se Mct pensa di poter continuare ancora per molto tempo a rapportarsi con il territorio della Piana con l’animo del colonizzatore che non spiega ma pretende di essere lodato non ha capito nulla. L’azienda che gestisce il Porto impari a confrontarsi in maniera limpida con i legittimi rappresentanti della città che li ospita, perché il futuro del Porto non è faccenda che può interessare solo una ristretta oligarchia composta da privati che inseguono solo il profitto. Il futuro della Calabria passa da Gioia Tauro, una questione troppo seria per essere gestita nelle segrete stanze tenendo sostanzialmente all’oscuro la pubblica opinione. Sarebbe il caso che i vertici della società principale si decidessero a spiegare in maniera puntuale e precisa le motivazioni che li hanno spinti a decapitare da un giorno all’altro la governance posta alla guida di Mct, lasciando intravedere scenari poco tranquillizzanti. La società civile non ha diritto di sapere cosa è accaduto di così importante da comportare una decisione così radicale? Non è più possibile mettere tutto sotto il tappeto nascondendosi dietro lo slogan della “libertà di decisione” in capo ad una azienda privata. L’azienda è privata e come tale ha diritto di determinarsi come meglio crede; ma il privato deve imparare a conciliare il suo legittimo desiderio di profitto con l’interesse generale perché la concessione è pubblica. E una concessione può sempre essere ritirata. Tempo fa invitammo Mct a fare le valigie perché la sua presenza a Gioia Tauro non produce adeguate ricadute favorevoli. Allora i sindacati rimasero sostanzialmente silenti, forse colti di sorpresa dalla chiarezza con la quale un nuova amministrazione, in maniera limpida e forte, trovava finalmente il coraggio di affrontare i nodi veri. Oggi, dopo avere amaramente constatato il reiterato menefreghismo di Mct, cieca, sorda e indifferente rispetto al destino di centinaia di lavoratori e rispettive famiglie, i rappresentanti dei lavoratori hanno finalmente aggiustato il tiro. In un lungo comunicato diramato giorni fa, i sindacati hanno denunciato la mancanza di un piano di sviluppo strategico e l’inesistenza di investimenti per il futuro, chiedendo aiuto ai vertici della Regione Calabria apparsi fino ad oggi più sensibili di fronte alle richieste dei “padroni” che non a quelle dei “lavoratori”. Magari questa volta avranno più fortuna. In ogni caso il tema del mancato utilizzo della banchina non può più essere eluso. In conclusione, l’amministrazione comunale di Gioia Tauro si schiera ancora una volta senza ambiguità al fianco dei lavoratori, nella convinzione che il dialogo con Mct si dimostri ogni giorno di più inutile e infruttuoso. Va immediatamente convocato un comitato portuale che discuta in profondità delle tante criticità evidenziate. Rimaniamo persuasi del fatto che un vero rilancio del nostro Porto sarà possibile solo all’indomani dell’uscita di scena di Mct, che eccelle soltanto nella capacità di aumentare di anno in anno il numero dei cassintegrati. Gli alibi sono finiti. Fino a poco tempo fa il gestore lamentava l’impossibilità di investire in mancanza di una legge che prevedesse una fiscalità di vantaggio. Ora che nella legge di Stabilità sono stati finalmente previsti i provvedimenti sull’abbattimento delle tasse di ancoraggio, quale nuovo alibi troveranno i titolari dell’azienda? Contship ha detto chiaramente che non sono previsti investimenti né assunzioni perché non aumenta il numero complessivo dei traffici (numero tra l’altro influenzato dalle politiche proprio da società che, come Contship, vantano una posizione di predominio sul piano globale, potendo di fatto discrezionalmente scegliere quali realtà privilegiare e quali invece penalizzare). Di fronte ad una posizione tanto irresponsabile quanto netta cosa vuole fare la politica? Proseguire con il solito balletto infarcito di frasi fatte e facile retorica ? Mct non è funzionale agli interessi della Calabria e quindi farebbe bene a prendere il largo liberando le potenzialità di un Porto ora tenuto in ostaggio. Ribadiamo infine la richiesta già rivolta al ministro Del Rio (e invitiamo Oliverio ad unirsi a noi) affinché ritiri la concessione governativa a Mct, avviando contestualmente le procedure volte alla temporanea “nazionalizzazione” di una infrastruttura dalle potenzialità enormi ed inespresse.