Gioia Tauro, Patto per L’occupazione
Giustizia è fatta! L’affermazione è spontanea e potrebbe sembrare la fine di un incubo, ma non sarà così. In verità, le notizie che arrivano dal tribunale di Palmi sono quelle che ci aspettavamo e siamo fiduciosi sui pronunciamenti che dovranno essere depositati.
Questo risultato, che ripaga solo parzialmente i sacrifici e le umiliazioni che hanno dovuto sopportare i lavoratori ingiustamente licenziati a causa di una gestione scellerata della crisi, segna l’inizio di una nuova era per il Porto di Gioia Tauro.
Con la situazione che si è venuta a creare siamo davanti ad un bivio; ora non si può più transigere: o si rilanciano le attività o l’orizzonte è nero. Lungi da noi pensare di essere fuori pericolo, potrebbe infatti riproporsi con ancor più veemenza la questione esuberi.
A nulla è servito nella fase di crisi l’accorato appello del SUL per una gestione diversa; l’azienda si è ostinata a percorrere la strada della discriminazione e dei licenziamenti dopo aver sfruttato tutti gli anni di CIGS possibili senza attuare gli strumenti e le politiche necessarie per giungere a soluzioni fattive e di rilancio che, se organizzate per tempo, avrebbero sicuramente consentito di limitare o azzerare l’impatto sociale devastante a cui invece si è giunti nel luglio 2017 con 377 licenziamenti.
Naturalmente il male di tutto questo nasce dagli errori gestionali e dai mancati investimenti di un’azienda che si è dimostrata inaffidabile.
È evidente che MCT non ha scelta; dovrà riassumere tutti i licenziati e, se veramente ha agito in buona fede, chiederà scusa ai lavoratori e alle loro famiglie. Non parlerà più di licenziamenti e si adopererà a trovare soluzioni idonee insieme alle parti sociali e agli Enti interessati per non mortificare più i lavoratori portuali gioiesi e rilanciare le attività.
Il Coordinamento Portuali SUL ripropone la riduzione dell’orario di lavoro per lavorare tutti; proposta già fatta a suo tempo durante la fase di confronto precedente alla procedura per i licenziamenti; proposta non accettata da MCT e forse anche da altri attori principali della trattativa con a capo il Governo che, invece di costringere l’azienda a rivedere le proprie decisioni, ha favorito – anche se con grandi sforzi economici si è assunto l’onere di proteggere parte del salario dei lavoratori interessati ai licenziamenti – l’unico interesse di MCT che era quello di sbarazzarsi di quei lavoratori che con grandi sacrifici negli anni avevano contribuito a fare questa azienda leader delle movimentazioni container.
La proposta del Coordinamento Portuali SUL che potrebbe essere denominato “Il patto per l’occupazione al porto di Gioia Tauro”, vuole coinvolgere tutte le aziende che orbitano intorno Mct che con un piccolo sacrificio di tutti i lavoratori vada a saturare le postazioni in tutti i reparti. È palese che se non si dovesse intervenire in tal senso, l’attuale situazione andrebbe a coinvolgere potenzialmente “tutti” in una nuova crisi che lascerà sulla strada altri lavoratori e altrettante famiglie. I lavoratori avevano già manifestato la volontà alla riduzione dell’orario di lavoro per evitare i 377 licenziamenti e siamo convinti questa soluzione rappresenti sicuramente la volontà di tutti i lavoratori dell’area portuale. Insomma “lavorare meno e lavorare tutti”. Questa è la proposta del Coordinamento Portuali SUL. Una soluzione che, oltre a salvare i posti di lavoro, apporterebbe anche miglioramenti notevoli alle condizioni di vita dei lavoratori, con una migliore turnistica ed una adeguata alternanza terra-mezzo.
Avremmo potuto fare finta di niente, o proporre progetti faraonici, ma la questione ormai cogente va affrontata nell’immediato e con serietà, nessuno potrà assumersi la responsabilità di far rivivere il dramma dei licenziamenti del luglio 2017.
Solo il buon senso e la convinzione che non si possono più attuare politiche penalizzanti e discriminatorie può farci uscire da questa situazione, altrimenti non ci resta che lo scontro sociale.
Il Coordinamento Portuali SUL Gioia Tauro