Gioia Tauro, convegno su Bullismo e cyber bullismo

Si è tenuto sabato a Gioia Tauro all’auditorium della “Casa del Fanciullo” un forum formativo e informativo dal tema: “La prevenzione dei fenomeni del linguaggio d’odio, bullismo e cyber bullismo”
Hanno partecipato gli alunni delle classi seconde e terze della Scuola Secondaria di Primo Grado “Campanella” dell’I. C “Paolo VI-Campanella”.
Ha introdotto i lavori il Dirigente Scolastico prof. Vincenzo La Valva che, dopo aver ringraziato per la presenza e la disponibilità il dottor Giuseppe Rotta, Presidente del CO.RE.COM, (Comitato Regionale per le comunicazioni), Organo di Garanzia e di Controllo emanazione dell’Agcom, si è soffermato sull’importanza della tematica.
Il bullo non è un individuo forte, al contrario è molto vulnerabile, il suo modo di essere maschera un disagio interiore, che sfoga mediante una vittima presa di mira.
L’attività di cyber bullismo è una piaga del nuovo millennio, poiché dietro una tastiera, il “carnefice” si sente onnipotente.
In maniera subdola si creano pettegolezzi anche pesanti, verso qualcuno o attraverso dei post scomodi e imbarazzanti, che colpiscono una singola persona o un gruppo di una determinata categoria: di genere, religiosa, o etnica.
La Valva, ha anche raccontato di aver conosciuto e stretto un legame di amicizia con la ex Senatrice Elena Ferrari, la quale si è occupata del primo suicidio per cyber bullismo.
Evento drammatico che, in seguito ha portato all’approvazione di una legge per la tutela dei minori vittime di cyber bullismo: la legge nr. 71/2017.
Subito dopo il dott. Giuseppe Rotta, ha spiegato che il Corecom Calabria svolge un’azione di prevenzione, nell’ambito della Tutela dei Minori, in collaborazione con il Tribunale dei minori, ed altre realtà operanti nelle scuole di tutta la Calabria, dove è stata creata una sinergia non solo sui progetti inerenti il cyber bullismo, ma su tutte le materie inerenti la delega della webeducation e webreputation.
Il dott. Rotta, ha esortato i Dirigenti Scolastici e gli insegnanti a comunicare con gli alunni e soprattutto con i genitori.
Purtroppo esistono dei problemi di sbarramento, poiché è difficile coinvolgere gran parte di essi.
La vittima presa di mira subisce violenza soprattutto psicologica e a volte fisica.
La vittima si pone molte domande senza ottenere alcuna risposta: “Perché non sono accettato in un gruppo WhatsApp? Perché non sono stato invitato a quella festa? ”
Domande che con il passare del tempo logorano l’inconscio del ragazzo, creando delle ferite psicologiche che con il tempo diventano sofferenza vera .
La vittima del bullismo si sente inadeguata e presenta un atteggiamento di auto eliminazione e di isolamento, ma il mondo esterno fa parte di ognuno di noi e ne facciamo parte sin dalla nascita, non si può escludere nemmeno se ci si rinchiude in una stanza .
Il dottor Rotta, ha inoltre spiegato la pericolosità dei selfie, che pur essendo una carta d’identità effimera, rimangono indelebili sulla rete anche quando si pensa di averli cancellati, perché ciò che finisce sul web non si può controllare, è anche così che avviene la cosiddetta profilazione .
I commenti relativi ai post sul web, possono essere espressi con emoticon o con messaggi scritti, le parole o le frasi ostili possono essere di varia natura, come un commento ironico e pungente può diventare molto ostile verso qualcuno di natura sensibile e vulnerabile.
Il vero e proprio rischio sono le Chat anonime online, dove si arriva ad instaurare amicizie intime tanto da ottenere un rapporto di confidenza, tale da assicurarsi delle confidenze private o foto compromettenti da usare contro la vittima a scopo di estorsione, ricatto economico.
Infine il dott. Rotta ha invitato gli insegnanti e gli alunni a denunciare subito i casi di bullismo o cyber bullismo, senza accumulare ansia e sofferenza, senza aspettare di metabolizzare e cadere nel baratro della depressione.
“Non rassegnarsi mai al ruolo una vittima, ma reagire creandosi delle relazioni reali in cui realizzare le proprie aspirazione e formare la propria personalità”.
Caterina Sorbara