Come organizzazione sindacale da mesi denunciamo l’inconsistenza di questa azienda, da mesi denunciamo la mancanza di affidabilità di un gruppo di grande dimensioni e cresciuto a dismisura, che ha aperto in Calabria in pochissimo tempo moltissimi punti vendita per poi di fatto chiuderli tutti o quasi.Un gruppo che dovrebbe essere capace di avere strategie aziendali chiare e che invece come dimostrato a più riprese si è distinto solo per la cattiva gestione aziendale e per come trattava male i propri lavoratori.
È da mesi ormai che si vedevano le cattive condizioni in cui veniva tenuto il supermercato di Gioia Tauro, vuoto senza merce, con pochi lavoratori, infatti alcuni erano stati già licenziati nel mese di Giugno.
Un supermercato non incapace di stare nel mercato, poiché grazie alla sua posizione strategica all’interno di uno dei parchi commerciali più frequentati del territorio, chiude per mancanza di capacità gestionali.
Da molto tempo eravamo preoccupati dalla situazione che non sembrava cambiare, la merce che non arrivava, presagiva già il futuro di padri e madri di famiglia che hanno fatto il possibile per salvaguardare il proprio posto di lavoro e per non far rendere ancora più precaria la propria condizione di lavoratore calabrese.
Eravamo e siamo allarmati per un possibile cambio societario mai comunicato agli stessi lavoratori.
Passerà tutto alla San Francesco Unipersonale Srl? Mistero, considerato che l’azienda da mesi non si degna di una risposta.
Posti di lavoro dunque che si perdono in un’area in cui la crisi non fa lo sconto. In un’area ed in una regione incapace di superare gli steccati di una mentalità e cultura dannosa che alimenta lo strapotere degli interessi criminali in settori delicati come quello del commercio.
Un settore che si ritrova in una situazione drammatica: le commesse dei piccoli e fragili negozi, non superano i 300 euro mensili, nei centri commerciali alto è lo sfruttamento, con i lavoratori costretti a turni massacranti dai “nuovi padroni di filiale”, piccoli imprenditori che nella stragrande maggioranza dei casi accumulano ricchezza sulle spalle dei lavoratori e delle lavoratrici. Ci si aggiunge anche a tutto questo una riforma del lavoro (Jobs Act) crudele, che fa pendere l’ago della bilancia nei confronti dei datori di lavoro, rendendo il lavoro ancora più ricattabile.
Oppure come non considerare le continue aperture selvagge, in un settore che ha perso il controllo, la regolamentazione necessaria per non speculare sulla pelle dei lavoratori, aperture di qualunque genere, aperture domenicali o anche h24 che annullano di fatto nel nostro territorio il riposo psicofisico di chi lavora, obbligandolo a turni mostruosi.
Ancora oggi non possiamo e non riusciamo a capire quali sono i compiti degli organi di controllo preposti, quali mansioni hanno i vari ispettorati, prefetture e corpi speciali, se non quello di controllare la regolarità degli esercizi commerciali e del rispetto dei contratti. Passa sopratutto attraverso il rispetto delle regole lo sviluppo di un’area, regole fino ad oggi violate da un gruppo come quello di Bonina che oggi chiude nell’indifferenza e nella totale assenza di chi avrebbe dovuto pretendere il rispetto delle regole fino ad oggi violate.
Ci chiediamo infatti, che fine faranno le spettanze maturate dai lavoratori, vista la totale assenza dell’azienda, vista la mancanza di comunicazione da parte della società nonostante le nostre continue richieste.
Come Filcams Cgil della Piana di Gioia Tauro, crediamo che il rispetto dei diritti e dei lavoratori venga prima di tutto e per questo saremo al loro fianco sempre, anche in questo difficile momento, non escludendo nei prossimi giorni azioni di protesta a tutela dei diritti dei lavoratori.