Gioia Tauro, e’ andato in scena “L’Avaro” di Molier
“Luci della città”, organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Gioia Tauro, è andato in scena, al Teatro Politeama “L’Avaro” di Molier, con la regia di Antonello Capodici. L’avarizia del ricco e tirannico Arpagone, interpretato dall’impareggiabile attore catanese Enrico Guarneri, assume le sembianze del tradizionale attaccamento ai possedimenti familiari, tipico della letteratura verghiana.
Una pièce che ha visto l’istrionico attore catanese, affiancato dalla bravissima Patrizia Pellegrino, sulle tracce del popolare commediografo francese, reinterpretare istrionicamente un personaggio, Arpagone, povero, vecchio e solo, secondo una visione più chiaramente legata al costume siciliano.
Una rivisitazione di uno dei più rappresentati capolavori del secondo Seicento che porterà il pubblico in un lungo viaggio esplorativo nella psicanalisi contemporanea ed in una felice vacanza nella terra della Commedia dell’Arte.
La commedia, ispirata all’Aulularia di Plauto, è ambientata a Parigi e descrive le avventure del ricco strozzino Arpagone, la cui avarizia ha soffocato ogni suo altro sentimento. Persino i due figli, Cléante ed Elisa lo odiano ed il dissidio si aggrava ulteriormente, allorché Arpagone rivela di voler sposare la bella Marianna, amata da Cléante e che vive in povertà con la madre. Accade che il valletto di Cléante, rubata la cassetta dove Arpagone custodisce il suo denaro, la consegna al proprio padrone che, a sua volta, intende restituirla al padre in cambio di Marianna.
Accortosi del furto del denaro, Arpagone chiama il commissario di polizia ed accusa il suo intendente Valerio il quale è convinto che la collera del suo padrone sia dovuta alla scoperta dei suoi segreti amori con Elisa. L’arrivo, molto propizio, del ricco Don Anselmo che, riconosciuti in Marianna e Valerio, i propri figli creduti morti in un naufragio, per la gioia si offre di pagare tutte le spese dei matrimoni di Marianna con Cléante e di Valerio con Elisa e, poiché le feste non gli costeranno nulla, l’avaro Arpagone accetta di buon grado. Tutti, adesso, sono contenti, persino Arpagone che, ritrovata la sua cassetta col denaro, sposerà la furba Frosina che, da tempo, desiderava diventare sua moglie.
Questa, la trama della commedia che Jean-Baptiste Poquelin, drammaturgo ed attore teatrale francese, meglio noto come Molière, scrisse nel 1668.
L’assessore alla cultura della città del porto Francesco toscano, prima dell’inizio della pièce, ha saluto e ringraziato il pubblico per la presenza, con una nota di tristezza, in vista della mozione di sfiducia che ci sarà probabilmente il 23 dicembre, con l’augurio che i commissari e dopo la prossima amministrazione comunale, vorranno continuare la rivoluzione culturale da lui iniziata.
Caterina Sorbara