Fondi ai piccoli comuni calabresi? Metodi clientelari da prima repubblica.
20 milioni per tutti i comuni calabresi sotto i 20 mila abitanti. E’ questo il trionfale annuncio che hanno dato gli esponenti del Governo Lega-M5stelle a seguito dell’approvazione della manovra di stabilità.
Le fiches da dividere fra i comuni sono di diverso taglio, dai 40, 50, 70, ai 100 mila euro a seconda della popolazione comunale residente. Inoltre, a quanto pare, si tratterebbe di fondi da spendere a scelta per scuole o strade, edifici pubblici, per lavori da iniziare entro maggio. Dubitiamo che ciò possa avvenire anche perché occorre che gli importi relativi siano iscritti nel bilancio 2019, i cui termini per l’approvazione slittano sempre di mese in mese (ora è il 28 febbraio) come impossibile sarà pianificare un’opera pubblica degna di questo nome in tempi così brevi e con cifre così basse che sfiorano il ridicolo.
Ci saremmo aspettati molto di più da una manovra che auspica investimenti e più redditi, ma che per gli enti locali in realtà presagisce una nuova epoca di stenti e miseria.
La maggioranza di governo, se avesse voluto davvero dare una mano ai comuni calabresi ed italiani, avrebbe innanzi tutto dovuto interrogarsi sul perchè oggi un lavoro pubblico vede la luce dopo diversi anni dal suo concepimento. La scarsità degli organici tecnici degli uffici comunali e le tempistiche degli appalti presso le centrali di committenza, le procedure per la selezione dei progettisti, il reperimento di ditte esecutrici al riparo da misure interdittive antimafia o dalla propria insolvenza fiscale, sono diventati elementi che, combinati insieme, in Italia rendono qualunque opera pubblica interminabile.
Non è un rimedio neppure l’innalzamento, in manovra, della soglia per gli affidamenti diretti, pericoloso ma anche improponibile per ogni Amministrazione o funzionario che, come noi, vuole osservare i protocolli di legalità e le norme anticorruzione.
Se vogliamo poi soffermarci sulle immutate regole di finanza pubblica valevoli per i comuni possiamo farlo volentieri. Ad oggi per devolvere fondi residui di un mutuo aperto con la Cassa Depositi e Prestiti, bisogna attendere l’approvazione del rendiconto, dunque occorre aspettare l’anno successivo per rendere efficace una volontà deliberata un anno prima. Il Governo che si proclama del cambiamento, avrebbe potuto e dovuto, in manovra, sbloccare questa inconcepibile norma restrittiva di contabilità pubblica collegata al Fiscal compact ed imposta dunque dall’Unione Europea, che impedisce ai comuni di spendere i soldi dei propri cittadini. Una modifica in tal senso avrebbe potenzialmente consentito di liberare risorse ed anticipare investimenti in tutti i comuni italiani per almeno 100 volte in più dei 20 milioni stanziati ai comuni calabresi!
Ancora, in Calabria l’effetto pensioni a quota 100 produrrà da marzo un esodo di personale dai comuni, prevalentemente categorie C assunte con la legge 285. Bene. Ma come si rimpiazzeranno i vuoti lasciati in organico se le assunzioni saranno bloccate sino al 15 novembre 2019?
Si predica accessibilità per i giovani nel pubblico impiego e si opera in senso opposto, nel mentre gli ex lavoratori LSU-LPU, precari dei comuni calabresi, non potranno essere stabilizzati poiché non vi è in manovra nessuno stanziamento allo scopo né alcuna deroga ai tetti di spesa ed ai blocchi delle assunzioni, ma solo una semplice e parziale proroga dei contratti a termine.
E allora smettiamola di cadere nel gioco d’azzardo della propaganda e cerchiamo di essere seri, seppur sedotti da metodi di governo e accaparramento del consenso da far invidia alla prima repubblica.
A saperlo prima, saremmo stati ben lieti di rinunciare alla nostra piccola fetta di fiches, purchè tutte le risorse impegnate (20 milioni) fossero destinate a qualcosa di veramente utile per il nostro territorio. Perché, ad esempio, non finanziare un piano straordinario di manutenzione delle strade provinciali che la Città Metropolitana di Reggio Calabria o per inerzia, o per scarsità di fondi, o per manifesta incapacità, ha ormai dimenticato ed abbandonato al loro pericoloso destino?
Valutazioni, queste, postume ma utili a scoperchiare il pentolone di una manovra bollita dalla Lega che al Sud, come sempre, lascia solo i carboni…bagnati.
Polistena lì 03/01/2019
Michele Tripodi
SINDACO DI POLISTENA