Era Messina che doveva essere accorpata all’Autorità portuale di Gioia Tauro
Questo si che era un abbinamento che aveva una logica sia dal punto di vista funzionale che da quello economico. Mentre con la costituzione di una nuova Autorità portuale a Messina, con l’inclusione dei porti di Reggio Calabria e Villa San Giovanni si otterrà il solo risultato di far sprofondare il Porto di Gioia Tauro ed un’intera Calabria in una crisi economica e portuale ancora maggiore di quella in cui già versa. E’ innegabile, ed è ipocrita chi non lo ammette, che stando così le cose qualsiasi ipotesi di finanziamento pubblico per il futuro potenziamento del Porto di Gioia Tauro verrà dirottato sulla vicina nuova autorità portuale dello Stretto. Proprio questa era la notizia che non avremmo mai voluto sentire da parte del nuovo governo del cambiamento perché Gioia Tauro è già un Porto in perdita, e ciò lo affosserà del tutto, un Porto dove lo Stato ha investito male soldi pubblici ma li ha investiti e, quindi, vanno tutelati e non dispersi, e nonostante ciò i lavoratori vengono licenziati nell’apatia della Regione Calabria e dei governi centrali che si susseguono. Solo l’anno scorso sono stati licenzianti circa 377 portuali nell’indifferenza di Governo, Regione e parlamentari calabresi senza eccezione partitica.
E’ chiaro con questa operazione di forza politica tutta sicula si è puntato, con l’avallo e l’autorizzazione del Ministro Toninelli, a premiare solo una regione nel meridione quella siciliana, a svantaggio della Calabria. Invece, per il rilancio dell’economia di tutto il meridione era più logico che Messina fosse accorpata all’Autorità Portuale già esistente di Gioia Tauro perché quest’ultimo era ed è tra i Porti più importante d’Europa! E’ Gioia Tauro e non Messina la porta di accesso del Mediterraneo al vecchio continente e questa sua peculiarità, riconosciutale da tutti gli operatori del settore, doveva e deve essere difesa.
Chiediamo un tavolo di incontro tra il Presidente della Regione Calabria, il Ministro Toninelli ed il Ministro per il Sud Lezzi, insieme alle parti sociali per rivedere questa decisione e discutere invece delle ragioni e dei vantaggi obiettivi per tutto il meridione, compresa la Sicilia, da un accorpamento di Messina con l’Autorità portuale di Gioia Tauro.
Noi di Cittadinanza Democratica siamo assolutamente contrari alle parcellizzazioni delle Autorità portuali per meri interessi sia politici che di finanza locale, soprattutto dal punto di vista dell’antieconomicità delle operazioni (in termini di spesa di soldi pubblici) e per la poca trasparenza di motivi oggettivi.
Da troppo tempo la città di Gioia Tauro con il suo Porto e la Regione Calabria stanno pagando il caro prezzo di un disinteresse nazionale disonorevole verso un’area strategica per il Paese.
Non vogliamo entrare in conflitti e giochi di potere politico tra Messina, Palermo e Catania vere ragioni per le quali è caduta la scelta di una nuova autorità portuale dello Stretto. Del resto è Gioia Tauro la sede territoriale ed l’area portuale a cui è stato riconosciuta la ZES (Zona Economica Speciale) proprio per la sua importanza strategica come porto e centralità nel Mediterraneo. L’unica area che potrebbe risollevare le sorti economiche di una Regione sfruttata dal Governo solo per operazioni pericolose e poi abbandonata, come successe per lo sbarco di armi chimiche nel 2014 e le promesse che non seguirono oppure con le promesse al tavolo ministeriale dello scorso anno, alla presenza dell’ex ministro dei trasporti Del Rio, anch’esse disattese e, malgrado il licenziamento dei 377 portuali, nessun investimento è stato fatto fino ad oggi per il rilancio del Porto, al contrario si registra una diminuzione dei movimenti che porterà inevitabilmente ad ulteriori licenziamenti nel futuro prossimo se non si cambia rotta.
Per IL MOVIMENTO CIVICO “CITTADINANZA DEMOCRATICA”
Renato Bellofiore
già sindaco di Gioia Tauro