Emergenza e etica: quando la lucidità si piega alla ‘ragion di stato’. Di Al. Tallarita
Riuscire a parlare di etica, nel momento in cui si parla di un virus pandemico, oltre che sconosciuto, può risultare un argomento molto ostico. La differenza tra l’Italia e l’Olanda, nel gestire la pandemia è stata questa: l’Olanda ha deciso di scegliere la strada immediata del l’immunità di gregge come risposta.
Che si verifica quando molti soggetti sviluppatori degli anticorpi contro la malattia, diventano immuni e facilitano la non diffusione del virus, immunizzando indirettamente tutti gli altri. Il Governo italiano ha deciso di scegliere: i ricoveri in massa, che purtroppo hanno ulteriormente aumentato i contagi, prima dell’acquisizione di tutte le precauzioni possibili e il lockdown. Anche altre nazioni lo hanno fatto, pur differenziando le zone, in base al numero di casi. Cosa che probabilmente anche in Italia avrebbe potuto essere realizzata, ma siamo sempre nel campo delle ipotesi.
La protezione di tutta la popolazione, è avvenuta attraverso queste misure. Criticità annesse, cosicché a questo punto si iniziano a tirare le somme. E a porsi delle domande, anche molto serie, che riguardano proprio il campo etico. Cosa è stato meglio fare: come ha fatto l’Italia o come ha scelto di fare l’Olanda, che ha deciso di lasciare i suoi anziani, con bassa prospettiva di vita ad essere curati a casa ed essere così accompagnati, fino all’ultimo dall’affetto dei loro familiari?Anziché restar negli ospedali morendo soli, per poi vedere quello che non dimenticheremo mai.. Con quelle colonne di camion e bare.. E il vedersi recapitare a casa il conto della cremazione. Alla luce dei fatti.. quale dei due atteggiamenti si è rivelato migliore e quale è stato il più umano?
Non credo sia facile, dare una risposta del genere. La polemica sull’umanità, attinente al campo dell’etica, è partita in Unione Europea tra i vari Paesi: l’Italia, la Spagna, il Portogallo e l’Olanda. Inizialmente anche l’Inghilterra, aveva pensato ad affidarsi alla realizzazione dell’immunità di gregge, per combattere la pandemia. E questo del trattamento e delle cure degli anziani è un quesito, che non avrà facile risposta. Che probabilmente troverà spiegazione, entro una verità che si pone nel mezzo, di questa strada dolorosa. É difficile parlarne, è difficile trattarne, ma è giusto chiederselo.
Considerato tutto questo, si apre un altro conseguente conflitto, su quanto il virus sia o meno mortale. Sapere il numero certo dei decessi per corona virus (e non ‘con’ il virus) è impossibile. Dato che non sono stati fatti a tutti e a tappeto, né tamponi né test sierologici. E su tutta la popolazione, unico modo per avere dati certi, sui reali decessi e senza politiche del terrore, anche perché le autopsie non sono state autorizzate.
É dunque difficile saperlo, perché si consideri, per esempio, che in Italia il tasso di mortalità è stato alto, ma non differente da altri anni, in cui un medesimo dato di mortalità, risulta spalmato in un arco maggiore di tempo. (https://www.pianainforma.it/news-calabria/covid-19-lockdown-errori-e-numeri-istat-la-verita-il-testo-di-becchi-leotta-di-al-tallarita).
Inoltre sono state colpite le persone più anziane, che presentavano già minori possibilità di sopravvivenza, abbassatesi con la presenza del virus. Dati i fatti al momento, non è facile sapere il grado di mortalità che possa avere realmente il Covid-19. Anche perché inoltre, bisognerebbe sapere, quante persone abbiano contratto il virus sviluppando un’immunità, risultando oggi asintomatiche. Dato che non tutti sono stati posti a controlli a tappeto, con tamponi o test sierologici. Necessari anche adesso, specie in entrata e uscita dalle zone più a rischio, per evitare i focolai dovuti a contagi di ritorno del virus. Anziché far firmare autocertificazioni, senza basi certe.. (https://www.pianainforma.it/news-calabria/autocertificazioni-a-sorpresa-e-senza-certezze-la-novita-al-gate-targata-covid-19-al-tallarita). Dunque è impossibile sapere chi abbia avuto realmente il virus e pertanto stabilire un tasso di mortalità reale di questa malattia. Alla luce dei fatti non lo è, in quanto grazie alle molte cure sperimentali messe in atto, le persone sopravvivono. Con un numero nettamente superiore rispetto ai deceduti. Idea per esempio sostenuta dall’epidemiologo Frits Rosendaal del Centro Médico da Università di Leiden, Olanda, critico verso l’approccio, che ha portato al collasso le strutture sanitarie italiane.
Per non parlare infine, della competizione che nascerà con l’uscita eventuale, dei vaccini e la conseguente retroguardia, in cui saranno posti i paesi più poveri. Realtà che aprirà scenari peggiori, dei terribili momenti che questa pandemia ha impresso nei nostri ricordi.