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Differenziata in tilt, per Cento si poteva evitare: «Il noleggio dei mezzi l’ha voluto Bellofiore».

Le scene di questi giorni, con la raccolta differenziata andata in tilt, provocano in me profondo rammarico perché come al solito sono i cittadini a pagare per via delle scelte amministrative passate, che si sono volute difendere a tutti i costi solo ed esclusivamente per puro spirto polemico nei confronti di chi, come me e Domenico Savastano, era portatore di una proposta diversa tesa a migliorare le cose. Avremmo evitato l’odierno ingolfamento, con l’impresa costretta a bloccare i mezzi presi a noleggio per via del debito non onorato dal Comune, se l’amministrazione Bellofiore avesse deciso di abbattere i costi del servizio come noi chiedevamo, per venire incontro all’esigenza di risparmio e alla non secondaria domanda di lavoro che proviene dai disoccupati gioiesi. Nel nostro famoso emendamento, quello che secondo l’ex sindaco è stato ispirato da chi sa quali reconditi e oscuri interessi, altro non facevamo che appunto una proposta tesa a tagliare le spese per il noleggio dei mezzi – che oggi condannano l’ente a farsi carico di un esborso immediato che si aggira attorno ai 100.000 euro e lasciano cumuli di spazzature accanto agli usci di casa -, liberando il Comune da una spesa improduttiva inutile e indirizzando per altre attività i dipendenti comunali impiegati nella raccolta. Noi, è utile qui ribadirlo per l’ennesima volta, chiedevamo l’esternalizzazione della sola manodopera sostenendo la parallela formazione, da parte dei lavoratori dell’ex Piana Ambiente, di cooperative che avrebbero avuto lo scopo di alleggerire il peso economico del servizio: anche gli ignoranti di materie economiche possono intuire che le spese di gestione che deve affrontare una società privata sono di gran lunga superiori rispetto a quelle che potrebbe affrontare una qualsiasi cooperativa sociale. Un concetto questo dappertutto elementare, visto che sono diversi i casi in Italia in cui quando un ente vuole risparmiare e alleviare il disagio sociale, ricorre all’impiego di queste forme di lavoro. Il servizio di raccolta porta a porta, che ricordiamo secondo le nuove norme deve essere pagato interamente con i tributi dei cittadini, doveva prevedere l’acquisto da parte del Comune, con la forma del leasing, dei mezzi e l’affidamento ad una cooperativa di massimo 30 operai del servizio. Il Comune avrebbe sostituito l’odierno costo per strumenti che non gli appartengono, 300.000 euro all’anno, con un ben più remunerativo investimento per l’acquisizione di mezzi che sarebbero rimasti nel patrimonio dell’amministrazione e avrebbero dato lavoro ai suoi disoccupati gioiesi. Una miopia, questa rispetto ai costi alti sopportati dal Municipio, che non si denota solo nel settore degli rsu ma che, ravvisabile anche per quanto riguarda il servizio di gestione dell’illuminazione pubblica –questo sì esternalizzato dall’amministrazione Bellofiore a favore della società Enel Sole – ci porta a confermare il nostro giudizio: le casse del Comune piangono perché dove si poteva risparmiare non si è risparmiato e dove si poteva investire non si è investito.

 

Gioia Tauro 30\10\2014                                                   firmato

 

Domenico Cento