Crisi portuale. Vicini ai lavoratori del porto
Le ricorrenti crisi che sconvolgono l’ansia produttiva del territorio e che segnano il destino individuale dei lavoratori e delle loro famiglie, sono il frutto amaro di una politica che ha avuto uno sguardo miope e mutilato e ha impedito una crescita organica e virtuosa del territorio;
una politica industriale che non ha creduto nella crescita qualitativa dell’area, ha escluso l’investimento lungimirante sulle potenzialità del porto e oggi è inadempiente rispetto alla realizzazione di quegli obiettivi utili a corrispondere all’imperativo dello sviluppo e ai bisogni occupazionali;
una politica che non rispetta gli impegni assunti e che scarica tutte le sue contraddizioni e le sue crisi sui lavoratori che, oltre al disagio, sono costretti a vivere una condizione di incertezza e di assenza di qualunque prospettiva rispetto al futuro.
Ci si trova di fronte a una realtà che invece di essere valorizzata per creare ricchezza e abbondanza, viene assalita, da chi persegue la propria utilità e il proprio particulare.
Vicini al disagio e alla quotidianità preoccupata dei lavoratori, chiediamo che lo Stato operi un ripensamento critico complessivo di questa realtà portuale che ha tutti i requisiti per garantire una nuova edificazione e rendere il territorio pronto a vincere le sfide della contemporaneità.