Coordinamento Sul, vogliamo il rilancio del Porto di Gioia Tauro
Archiviata la “pratica” degli esuberi che ha visto nel luglio scorso il licenziamento da parte del terminalista Medcenter Container Terminal di più di un terzo della forza lavoro del terminal contenitori, è nuovamente calato il silenzio su quanto si era progettato per sostenere e rilanciare il porto di Gioia Tauro. L’unica eccezione in questo desolato panorama è l’Agenzia per il Lavoro Portuale; molto si fatto e tanto ancora si dovrà fare per superare tutte le difficoltà di carattere amministrativo e burocratico che si sono presentate, intanto, nei prossimi giorni è stato programmato un incontro per rendere operativo anche l’elenco del personale soggetto a possibile chiamata da parte degli operatori portuali. Per il resto sembra tutto fermo, immobile come se ormai tutto fosse sistemato con la finalizzazione della procedura di mobilità, mentre si assiste ad un calo inspiegabile dei volumi di containers movimentati da Medcenter in barba alle promesse fatte al Ministero delle Infrastrutture dal socio-cliente MSC di Aponte, nel mentre tutte le opere previste dall’Accordo di Programma Quadro su Gioia Tauro rimangono al momento solo sulla carta rischiando di spegnere tutti i sogni di ricollocazione del personale licenziato da Medcenter. E’ necessario, pertanto, riaprire con forza la vertenza Gioia Tauro su tutti i fronti. Non è più possibile lasciare all’abbandono un retroporto che se opportunamente valorizzato potrebbe risolvere i problemi del lavoro di una intera regione utilizzando a tal fine uno scalo che prevede rotte di collegamento a livello mondiale per poter “invadere” qualsiasi mercato. Occorre che l’Autorità Portuale di Gioia Tauro la Regione Calabria e i Ministeri ognuno per le proprie competenze, si attivino perché “logistica” non rimanga soltanto un concetto vuoto ma assuma concretezza nei programmi e nei progetti che riguardano Gioia Tauro, perché la forte vocazione agroalimentare della nostra terra possa trovare spazi e finalizzazione proprio nel retroporto gioiese con impianti di trasformazione e distribuzione che attraverso il porto potrebbero davvero far aumentare in modo esponenziale l’export dei prodotti italiani e calabresi la cui eccellenza è conosciuta in tutto il mondo. Occorre una visione d’insieme che preveda investimenti tangibili in grado di creare un effetto moltiplicatore anche dal punto di vista dell’investimento privato in modo che il tutto si traduca in una forte ricaduta occupazionale. Oggi ci sono tutti i presupposti per farlo rappresentati dalle ingenti risorse europee a disposizione che occorre catalizzare in un unico grande progetto che metta il porto di Gioia Tauro al centro ed una rete di aziende intorno in grado di sfruttarne appieno tutte le capacità. Come Organizzazione Sindacale chiederemo un incontro alla Regione e al MIT; siamo, come sempre, pronti a fornire tutto il nostro supporto a tutte le iniziative che verranno nell’unica e sola direzione possibile che è quella di creare, attraverso l’utilizzo delle risorse economiche e finanziarie e disposizione, la piena occupazione per un territorio che da sempre chiede nient’altro che lavoro. E’ chiaro che se non troveremo la disponibilità ad un serio confronto che entri nel merito delle problematiche segnalate, non esiteremo a scendere in campo con le tutte le azioni di protesta necessarie a riaccendere i riflettori su Gioia Tauro.
L’Ufficio Stampa