Ass.Volontariato Presenza, pubblicazione libro: racconto della mamma di una bambina di nome Maria Teresa

L’associazione di Volontariato “Presenza” che ha curato la pubblicazione di questo testo, vuole
essere strumento di una testimonianza da proporre ai lettori, da parte di genitori cristiani, ed in
particolare di Marisa, impegnata da anni con generosità a servizio della carità evangelica.
Infatti, capire questo scritto non è possibile a chi non ha avuto l’opportunità o la fortuna di
conoscere Marisa con la sua tenerezza e condivisione con Salvatore suo sposo.
Con lui, con premura e coraggio protettivo, ha condiviso, i momenti tragici, descritti con passione
e fede in questo libro, ma anche condividendo i progetti di una famiglia, consapevole della sua
vocazione di madre e di sposa, sempre ispirata ai valori universali dell’essere donna e madre.
Una vita, la loro, ricca di sentimenti e di umanità globale fatta di momenti di gioia, ma anche di
un calvario che ha segnato la loro storia, sempre ispirata e sorretta da una grande fede in Dio, il cui
AMORE è diventato grazia e servizio umile prezioso verso tutte le persone incontrate
quotidianamente con amorevolezza ed impegno sostanziale.
I giorni della passione, vissuti accanto alla loro bambina Maria Teresa ammalata, diventati poi
un vero calvario, con il lungo pellegrinaggio nei vari ospedali, terminati con una morte senza senso,
di fronte cui afferma.
“Non si può mai essere preparati alla morte di una bambina. È ingiusto e contro natura che una
bambina piccola come Maria Teresa muoia prima dei suoi genitori. È una cosa che non si accetterà
mai”.
Momenti tragici, come realtà esistenziali, che tuttavia non fanno perdere l’orizzonte di chi sente
il bisogno di credere e di continuare a vivere con impegno-dovere, verso chi rimane ed ha bisogno di
noi, accogliendo gli insegnamenti che provengono, purtroppo, anche delle fatiche tragiche quotidiane.
“ …… io ho comunque tratto insegnamento dal sacrificio di mia figlia, e ringrazio Dio per avermi
dato la forza di continuare e di risollevarmi dalla mia schiena curva, dentro la quale mi ero nascosta”.
Momenti, come si sente, che sono stati vissuti, certamente con l’eroismo di mamma ferita, e
soprattutto come Donna straordinaria, la cui esperienza, mentre richiama ancora il lettore al dolore
della Madonna Santissima, di fronte alla morte del Figlio suo Innocente, Gesù Cristo, manifesta
sentimenti di un misticismo necessario che conduce ad una vita cristiana eroica, sempre sorretta ed
ispirata ad una fede profonda, che certamente appartiene alla sola grazia di Dio come dono, ricercato,
voluto e meritato, capace di superare ogni forma di delusione, di vittimismo e di sconfitta, come
afferma.
“Sulla lapide ho voluto fare incidere una frase, le ultime sue parole prima che si addormentasse
quella notte, – Mamma non piangere -”.
Ritengo che queste parole, riportate alla fine di questo cammino triste e doloroso, rimane un
messaggio per “chiunque abbia provato un dolore così grande come perdere una figlia”.
Passano gli anni, ma rimane sempre, come filigrana dell’esistenza, quotidiana, una tristezza
profonda, illuminata, sempre e comunque dalla preghiera e dalla certezza della vita eterna, come
traspare nel messaggio finale della sua bambina, diventata grande e capace di sorreggere lei tutta la
sua famiglia, dall’altra vita, quella nuova, dove “non ci sarà più tristezza, né dolore, né pianto, ma
pace” nell’esperienza finalmente del grande amore di Dio Padre che non finisce mai di amarci, anche
nelle vicende tristi di questa nostra storia da illuminare con la fede.
“Non piangere papà
Non piangere mamma
Quella notte l’angelo mi ha messo le ali
E mi ha insegnato a volare
Ho attraversato le strade stellate
Fino al PARADISO”
Grazie Marisa, Grazie Salvatore,
ma Grazie
alla “Bambina di nome Maria Teresa”
Don Silvio Mesiti