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Vittoria in Cassazione di un lavoratore contro la Sea Work Service s.r.l. dopo dieci anni di battaglie giudiziarie e vittorioso in ben sette giudizi

Nell’ anno 2016, la FILT CGIL della Piana di Gioia Tauro, con un comunicato dal titolo emblematico “Licenziato prima di essere assunto” narrava la singolare storia di un proprio iscritto, RSA, ma prima ancora di un lavoratore dipendente della Sea Work Service, il quale dopo essere stato licenziato ingiustamente era stato reintegrato dal Giudice del Lavoro del Tribunale di Palmi che, addirittura, accertava, in tre fasi di giudizio in primo ed in secondo grado, l’insussistenza del fatto posto a fondamento del licenziamento disciplinare.
Effettuata (e reiterata per ben tre volte) la rituale offerta della prestazione lavorativa, la datrice di lavoro Sea Work Service, anziché procedere al ripristino della situazione lavorativa precedente, pretendeva, quale condizione per la reintegrazione, che il lavoratore sottoscrivesse ed accettasse modificazioni contrattuali peggiorative, ed inoltre, che acconsentisse ad una corposa (molto meno della metà) decurtazione di quanto spettante a titolo di risarcimento danni e per di più che tale importo gli fosse corrisposto con una lunghissima dilazione.
Alle legittime richieste del lavoratore, che faceva presente anche per il tramite del suo legale di fiducia, Avv. Sabina Pizzuto, che aveva patrocinato il giudizio innanzi al Tribunale, che le modifiche delle condizioni contrattuali, per ovvie ragioni, potevano intervenire solo dopo la ricostituzione del rapporto di lavoro e non prima e che chiedeva di conoscere i criteri di calcolo, per verificare l’esattezza di quanto dovuto a titolo di risarcimento danni, il datore di lavoro, in spregio a qualsiasi norma di correttezza, prima che illegittimamente, per sottrarsi al confronto, interpretava la richiesta del lavoratore come rifiuto e, udite udite, gli faceva recapitare una lettera con la quale comunicava la risoluzione del rapporto di lavoro per rifiuto del lavoratore, licenziandolo prima ancora di assumerlo.
In quell’occasione la FILT CGIL aveva stigmatizzato il gravissimo episodio adottato per pura ripicca e in dispregio delle norme contrattuali e di legge assicurando il pieno sostegno al lavoratore protagonista di questa singolare vicenda.
Anche questa volta è stato necessario adire l’Autorità Giudiziaria con un ricorso predisposto, con la consueta dedizione e precisione, dall’Avv. Sabina Pizzuto la quale aveva già difeso il lavoratore in occasione del precedente licenziamento.
Con ordinanza prima, e con sentenza, resa all’ esito del giudizio di opposizione, il Tribunale di Palmi, ha dichiarato la nullità dell’atto di recesso per violazione di norme imperative disponendo una nuova reintegrazione nel posto di lavoro oltre al risarcimento del danno. Avverso la suddetta sentenza la società ha proposto reclamo innanzi alla Corte d’Appello di Reggio Calabria che, all’ esito del giudizio, ha confermato la sentenza di primo grado. La Sea Work Service, sebbene soccombente in tre fasi processuali, ha proposto ricorso in Cassazione che oggi ha scritto la parola “fine” a questa triste vicenda, rigettando il ricorso della società e consentendo così al lavoratore, nostro iscritto, di mantenere il posto di lavoro, essendo stato vittorioso in ben sette fasi di giudizio, tre per il primo licenziamento e quattro per il secondo, che è stato irrogato ancor prima che lo stesso fosse reintegrato in servizio, in pieno dispregio del dictum giudiziale.
Un ringraziamento particolare questa OO.SS. esprime all’Avv. Sabina Pizzuto la quale con grande professionalità ha seguito l’intera vicenda ottenendo, per ben sette volte, il massimo risultato.
Per il lavoratore, dopo la decisione della Corte Suprema di Cassazione, si apre una nuova prospettiva e, cioè, quella di poter mantenere il posto di lavoro che dovrebbe essere un diritto di tutti, ma che oggi, più che un diritto, è considerato una speranza. Infine la FILT CGIL intende precisare che le mirate azioni della Sea Work atte a denigrare i lavoratori iscritti alla CGIL che ogni giorno danno l’anima per il lavoro, per portare a casa il risultato del sudore e della dignità lavorativa, non sarà mai scambio e compromesso di chi vuole violentare e sottomettere i diritti sanciti dai contratti e dalle leggi, ribadiamo che al porto di Gioia Tauro i contratti si applicano le leggi si rispettano ed i provvedimenti giudiziari si eseguono!!! Prendiamo atto della devastazione che il datore di lavoro ha voluto perseguire con la spudorata necessità di intraprendere un conflitto eterno con chi dovrebbe essere considerato parte attiva, risorsa dei risultati e dei ricavi dell’azienda. Ci spiace registrare l’ennesima sconfitta di chi non vuole riconoscere le regole fondamentali del buon senso…. Vicini sempre e per sempre ai più deboli.

Il Segr. Gen. Filt-Cgil Domenico Laganà