Vertenza Simply, dopo la mobilitazione dei lavoratori si va verso un tavolo tecnico in Prefettura sulla possibile cessione di ramo d’azienda
Si intravede uno spiraglio per i 65 lavoratori dei punti vendita cittadini Simply. Dopo la loro mobilitazione guidata dalla Uiltucs, la cui ultima azione è stata il sitin di stamane in piazza Italia, prima è arrivata una comunicazione dei due curatori giudiziari dell’azienda Sgs group, nella quale è stata annunciata la possibilità del subentro di una nuova società disposta ad assorbire la totalità delle unità impiegate nei sei punti vendita; poi il soddisfacimento da parte della Prefettura della richiesta di un incontro per cercare di sbloccare una situazione preoccupante per il futuro lavorativo, nel quale l’ufficio territoriale del Governo ha dato la propria disponibilità a convocare presto un tavolo tecnico nel quale il prefetto sia da supporto in questa possibile cessione di ramo d’azienda. «La mobilitazione dei lavoratori e del sindacato sta dando risultati, ma ancora non abbiamo raggiunto quelli fondamentali che vogliamo a tutti i costi, cioè il mantenimento dell’occupazione di 65 persone, la difesa della dignità del loro lavoro e la loro sicurezza personale e familiare – ha affermato la segretaria provinciale della Uiltucs Sabrina De Stefano a margine del partecipato sitin e del vertice in Prefettura – abbiamo smosso le acque, visto che prima per mancanza di interlocuzione non si potevano affrontare questioni come gli otto stipendi arretrati più 13esima e 14esima, altri sacrifici come mobilità e contratti di solidarietà, la garanzia del futuro lavorativo, scaffali vuoti o quasi come ostacolo al portare avanti serenamente il lavoro dei dipendenti e ad un giro d’affari fondamentale per non far perdere i livelli occupazionali. Confidiamo in un prossimo tavolo tecnico in Prefettura nel quale discutere della cessione del ramo d’azienda – ha proseguito la sindacalista che da tempo sta seguendo la vertenza Simply – i lavoratori e la Uiltucs sono più fiduciosi, ma non abbassano la guardia e sono pronti a confrontarsi serenamente con l’unico obiettivo di garantire il mantenimento dei posti di lavoro e le conseguenti retribuzioni – ha concluso la De Stefano – perché non è solo una questione materiale, ovvero l’avere un’occupazione e delle entrate che permettano di vivere tra spese, mutui ed altro, ma anche una più alta, ossia la dignità di persona e di lavoratore».