Verdi citta’ metropolitana, no ai Tir al Porto di Reggio
Come Verdi della Citta’ Metropolitana abbiamo ribadito piu’ volte negli anni passati la nostra contrarieta’ a questo progetto, e per questo abbiamo condiviso sia la linea di ferma intransigenza documentata e prodotta dagli attori di questa vicenda, primi fra tutti Comune Asp e Regione cosi’ come le forze politiche sia di destra che di sinistra, che sopratutto l’appello alla compattezza e vigilanza della citta’ fatto dal Sindaco attraverso una lettera aperta pubblicata sulla stampa qualche anno fa’.
Tutti gli attori hanno detto la loro, ora a parlare devono essere i cittadini, chi ha elementi per confutare le posizioni assunte dalla commissione per la valutazione di impatto ambientale prima e dal ministero dopo,esca dai social e si rechi con le carte in procura altrimenti , non puo’ che fare sinergia con quello che ha dichiarato poche ore fa questa amministrazione comunale. Noi Verdi Metropolitani, i Tir al porto di Reggio non li vogliamo, sia che facciano male, sia che facciano bene, perche’ vorremmo che il porto fosse destinato a tutt’altra cosa che con il commerciale non ha nulla a che vedere.
Una domanda pero’ ce la poniamo , perchè lo stato decide di autorizzare un privato ad occupare il suolo pubblico di una citta’ a vocazione turistica e nonostante tutti i pareri negativi nel campo ambientale espressi da diversi enti? , quale è il ritorno economico per quel “suolo pubblico” e che vantaggio ne ricava lo “stato” che potrebbe mettere a repentaglio la salute di chi quel “suolo pubblico” vive …senza tralasciare le conseguenze che tale occupazione arrecherà allo sviluppo urbanistico della città. Vogliamo sapere da chi ha deciso che questa “occupazione forzata” va fatta, che la salute di nessun residente prossimo all’area interessata subirà le conseguenze derivanti dalle emissioni di combustibile necessariamente causati dallo sproporzionato traffico di mezzi pesanti, da chi ha deciso di decidere senza tenere conto di cosa pensa la comunità locale civile e politica che ha, da subito, rigettato con forza anche solo l’idea che tale progetto potesse prendere corpo. Il caso in questione diventa un altro paradigma del Bel Paese che non sa difendere l’ambiente e la salute dei propri cittadini. Adesso qualcuno ben informato ci dirà che l’occupazione aumenterà e che l’indotto contribuirà ad aumentare il reddito pro capite di tutti gli abitanti di Reggio Calabria, perché intorno all’area interessata potranno svilupparsi attività commerciali quali automezzi, negozi mobili, attrezzati per la vendita di alimenti o favorire un fiorente mercato per la vendita di souvenir e cartoline da propagandare tra una sosta e l’altra dei camion. E, per quanto riguarda la salute dei residenti esposti alle emissioni di biossido di carbonio e quant’altro dovute al notevole concentramento di mezzi pesanti in un’area densamente abitata, il solito ben informato non mancherà di sottolineare che lo stato amico ha deciso che le cure sanitarie per i suoi cittadini saranno totalmente gratis e questo, oltre che tranquillizzarci facendoci tirare un lungo (fino a quando ci sarà consentito) respiro di sollievo, ci riempie di sano orgoglio nazionale. Adesso è il momento di dimostrare allo stato amico tutto il nostro risentimento per questa scelta che penalizza ancora una volta la nostra città chiamando alla protesta unendoci fisicamente anche noi a tutte le forze politiche e tutte le organizzazioni ambientaliste, da quelle che svolgono attività a carattere nazionale a quelle locali per portare la protesta, speriamo numerosa, fuori dalle chiacchiere e dai chiacchieroni socialari.
Firmato
Per il direttivo, il Portavoce della Federazione Metropolitana di Reggio Calabria
Mimmo Bova