“Vengano a ballare come i Frati di Mesoraca!” (Nota sulla partecipazione di Fedez al Reggio Live Fest)
Mi e’ giunta notizia della protesta di alcuni preti di Reggio Calabria per l’esibizione di Fedez nel festival Reggio Live Fest, da me diretto e organizzato con la mia societa’ Show Net srl, progetto tra gli ammessi a contributo dall’Avviso Pubblico “Eventi Turistici di pregio” della Regione Calabria, con la compartecipazione della Citta’ Metropolitana e del Comune di Reggio Calabria. Innanzitutto preciso che il Festival nasce come progetto di richiamo turistico nel mese di settembre, con ben 7 live in 7 giorni di big della musica nazionale e internazionale, da Ron a Paolo Belli e Max Gazze’, da Valerio Lundini a Matthew Lee e Goran Bregovic. La chiusura del Festival, che inizia giorno 11 anche per incastri delle disponibilita’ degli artisti, per pura coincidenza e’ in programma il 17 settembre e vuole essere una sorta di festa finale rivolta alle fasce giovanili con Lio, artista reggino secondo a Castrocaro, il dj set di Studio54 e Fiat131 e la chiusura con il dj set di Fedez, tra i generi e gli artisti piu’ amati dai giovani. Credo che i preti insorti abbiano perso un’occasione per comportarsi da tali, cioe’ dimostrando di saper comprendere e parlare ai giovani, intercettando i loro gusti, le tendenze del momento, la loro voglia di divertimento. E’ un festival per tutti i gusti e non poteva mancare il rap, genere dai testi spesso provocatori, come lo e’ storicamente la musica pop e rock in generale. Nel caso specifico di Fedez credo che la polemica sia del tutto infondata e anacronistica, trattandosi di un artista che attraverso la sua “Fondazione Fedez” e’ impegnato a sostenere associazioni che si occupano di malati oncologoci, progetti sociali, cause benefiche. Basti pensare che durante il Covid ha raccolto ben 4milioni di euro per i lavoratori dello spettacolo, operai, tecnici, maestranze. Un artista che si distingue per la grande sensibilita’ e il grande impegno sociale. Credo che la sua opera sia, invece, meritevole di apprezzamento da parte di ambienti che dovrebbero saper parlare ai giovani, avvicinarsi a loro, piuttosto che allontanarli, ergendosi a giudici, maestri e censori. Li invito, sperando che accettino, a seguire l’esempio dei frati del Convento di Mesoraca, che quest’estate sono saliti sul palco a cantare e ballare con Gazze’, guadagnandosi la simpatia e l’affetto di migliaia di giovani. Li aspettiamo, certo che sapranno dimostrare di essersi pentiti, in linea con i principi della Chiesa, di una reazione istintiva e un po’ triste, fondata sulla scarsa conoscenza del progetto del Festival e di un artista/produttore discografico dal grande spessore umano, capace di regalare gioia, allegria e sorrisi, come deve essere per una grande Festa.
Ruggero Pegna
Direttore artistico e organizzativo