Vacantiandu. La Compagnia Piccolo Borgo Antico di Lipari partecipa al GPTA con un originale allestimento di “Uno, nessuno e centomila”
Ancora un altro successo per la rassegna teatrale Vacantiandu 2019.2020 con la direzione artistica di Diego Ruiz e Nico Morelli e la direzione amministrativa di Walter Vasta che quest’anno ospita, per la prima volta in Calabria, il Gran Premio del Teatro Amatoriale Italiano. La manifestazione è organizzata a livello nazionale dalla Federazione Italiana Teatro Amatori (FITA) e, per questa edizione, si avvale della collaborazione organizzativa della compagnia teatrale I Vacantusi e del patrocinio della Regione Calabria.
Il secondo appuntamento con il Gran Premio Teatro Amatoriale Italiano ha portato in scena, al Teatro Comunale Grandinetti di Lamezia Terme la Compagnia Piccolo Borgo Antico di Lipari (Sicilia) con lo spettacolo Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello, regia di Tindara Falanga.
La regia della Falanga offre una lettura metateatrale del testo pirandelliano. Un testo nato come romanzo, l’ultimo di Pirandello, e adattato alla scena entro la cornice dell’atto unico. Il décor, nell’arrangiamento scenografico di Mia Caleca, è un luogo metafisico, una scatola nera popolata da personaggi, voci, maschere e specchi dalle cornici rosse che, come occhi indagatori, catturano, deformano, creano illusione. L’idea registica evidenzia la tematica della frantumazione dell’io e del fallimento esistenziale del protagonista Vitangelo Moscarda, alias Gengè, che si fa “uno e trino” con Alessio Vinci, Bartolo Fonti e Adriano Lo Nardo i quali, indossando le mezze maschere, sanno dosare ironia, riflessioni profonde e provocazioni tragicomiche diventando, nella loro disperata ricerca della propria identità, ognuno “voce” e “coscienza” dell’altro prima di rifugiarsi nella follia come scelta di libertà, ultimo gesto di ribellione alle vuote convenzioni sociali.
“Ho scelto questo artificio registico perché ognuno degli attori che interpreta Gengè riesce a dare al personaggio uno spessore e una personalità che non si riusciva a trovare in un unico interprete”, così la regista Tindara Falanga che, lavorando per moltiplicazione e sottrazione, ha saputo restituire l’intima natura teatrale del testo.
E la Pazzia si materia nel corpo e nella voce di Gianluca Veneroso che ha offerto al pubblico una interpretazione poliedrica, sapientemente intessuta di gesti, di espressioni facciali e di registri polifonici padroneggiati con maturità e sapienza attoriale.
Ben delineati anche gli altri interpreti maschili Claudio Biviano (banchiere Firbo), Daniele Russo (banchiere Quantorzo), Giuseppe Salpietro (padre di Dida) mentre l’universo femminile è stato affidato a Milena Cincotta che ci regala una Dida salottiera e sensuale e a Tiziana Lauricella nel doppio ruolo di Anna Rosa, amante di Gengè e di serva della Pazzia.
Una menzione speciale per la scelta dell’immagine della locandina che riprende il celebre dipinto di Edgar Ensor L’intrigo che, con la sua folla di maschere e volti, ben si attaglia alle tematiche della pièce pirandelliana.
La Compagnia Piccolo Borgo Antico di Lipari con Uno, nessuno e centomila rappresenta la Sicilia, seconda tra le 14 regioni italiane selezionate a partecipare alla 5° edizione del Gran Premio del Teatro Amatoriale Italiano.
Nata nel 1992 dall’incontro di pochi amici appassionati di teatro e costituitasi giuridicamente nel 1996, la Compagnia è da sempre guidata dall’abile e versatile Tindara Granata. Ha all’attivo molte produzioni che vanno dal teatro classico a quello contemporaneo e, da oltre venti anni, gestisce la rassegna Maschere di Dionisio, una vetrina per presentare i propri lavori ma anche una occasione per proporsi in progetti e rassegne nazionali e internazionali in luoghi diversi dal proprio territorio di appartenenza.
Lo spettacolo è stato valutato da una giuria composta da sette giurati con competenze specifiche a diverso titolo nel settore i quali, nel Gran Galà finale del 29 marzo 2020, assegneranno 8 premi: Miglior spettacolo, Miglior attore/attrice protagonista, Miglior attore/attrice non protagonista, Miglior allestimento, Miglior testo e Miglior regia.
Al termine della rappresentazione, il consueto omaggio della tradizionale maschera, simbolo della rassegna Vacantiandu, ideata dal graphic designer Alessandro Cavaliere e realizzata dal maestro Raffaele Fresca, che il direttore artistico Nico Morelli e il direttore amministrativo Walter Vasta hanno consegnato alla regista Tindara Falanga.