USB scrive alla Prefettura per la tendopoli di San Ferdinando senza acqua e corrente eletterica
Quando la stagione agrumicola sta ormai per iniziare e la popolazione di braccianti stranieri provenienti da diverse zone d’Italia converge nella piana di Gioia Tauro, la situazione della tendopoli di San Ferdinando così come degli altri ghetti del territorio è esplosiva.
Da diversi giorni, infatti, mancano corrente elettrica e acqua nella tendopoli di San Ferdinando. Mancano le più basilari condizioni igienico-sanitarie, e non dimentichiamo che la pandemia non è ancora finita. Persino il presidio di forze dell’ordine non trova più posto nello spiazzo antistante il campo. Oltre al buio e alla quantità enorme di rifiuti non raccolti ammassati dentro e fuori la tendopoli, si devono aggiungere dunque ulteriori criticità alla già invivibile vita dei braccianti della Piana. In questi giorni prosegue tra l’altro l’arrivo quotidiano di persone che, tra l’autunno e l’inverno, si dedicano al lavoro nel settore agrumicolo. Senza questi lavoratori il settore entrerebbe in grave difficoltà, come abbiamo visto durante la seconda ondata pandemica, l’anno scorso.
Lo stesso andrebbe detto in relazione agli altri ghetti della Piana: Contrada Russo a Taurianova e Testa dell’Acqua a Rosarno. Luoghi indegni di un paese civile che di anno in anno riaccolgono storie di marginalità e violazione dei diritti, e che favoriscono peraltro la mediazione lavorativa garantita dalla criminalità organizzata.
È possibile che la presenza di questi braccianti, tutt’altro che imprevedibile e cruciale per l’economia del territorio, non abbia incontrato politiche e decisioni volte a favorire un inserimento abitativo e sociale adeguato?
Vista l’inaccettabilità della situazione, l’Unione Sindacale di Base (USB) di Reggio Calabria ha chiesto un incontro urgente al Prefetto di Reggio, il dott. Mariani, perché urge trovare una soluzione e avviare un percorso che garantisca l’emersione di questa categoria di lavoratori dall’invisibilità cui la politica li ha relegati.