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USB proclama lo stato di agitazione del personale della Casa di Cura Villa Aurora Appello alle istituzioni: salviamo una struttura storica della città di Reggio Calabria

Se qualcosa il Covid ci ha insegnato è che la sanità è patrimonio collettivo e che tutelarla è un dovere perché da questo dipende l’offerta di salute che si è in grado di garantire. Quanto sta avvenendo a Villa Aurora, clinica convenzionata da anni vittima di appetiti predatori di piccoli e grandi ras della sanità privata, non ne è che l’ulteriore prova.

Nonostante numerose iniziative negli ultimi tempi intraprese da diverse organizzazioni sindacali, interventi dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro, finanche ispezioni dei carabinieri dei NAS, nulla sembra perturbare il “gruppo Crispino” proprietario della storica Casa di Cura Villa Aurora, per tanti anni fiore all’occhiello della sanità convenzionata reggina. Così i diversi lavoratori “a tempo indeterminato” della struttura continuano a subire angherie e soprusi, più volte segnalati sia alla proprietà che ad Asp e Prefettura.

Parliamo ad esempio di turnazioni irregolari come gli orari spezzati cui sono costretti i fisioterapisti, illogici e irrazionali in periodi normali, ancor di più in un periodo di pandemia come quello che stiamo attraversando.

Parliamo ad esempio dell’esclusione dai turni di notte degli infermieri a favore di lavoratori “multifunzione” a tempo determinato o addirittura a partita IVA.

Sembra che la proprietà voglia mettere in campo tutti i mezzi per liberarsi di lavoratori garantiti, per sostituirli con altri più ricattabili e meno costosi. Normale amministrazione per chi mette al centro di tutto il profitto, solo che qui si sta parlando di sanità, seppur privata, ed in un periodo come questo non possiamo mollare un attimo la presa nel difendere posti di lavoro e posti letto.

Nel rilanciare lo stato di agitazione del personale della Casa di Cura Villa Aurora vogliamo fare un appello alle istituzioni locali, a partire dal Sindaco della Città Metropolitana Giuseppe Falcomatà, a porre la massima attenzione nei riguardi, oltre che della dignità di diversi lavoratori e professionisti reggini, di una struttura che per anni ha rappresentato un’eccellenza nel campo della ginecologia così come in quello della riabilitazione. È doveroso che chi oggi si mostra tanto preoccupato del precario stato della sanità sul nostro territorio valuti modi, mezzi e strumenti per non lasciare questa struttura e i suoi lavoratori alla mercé del profitto. Perché quindi non pensare a rendere pubblica Villa Aurora, per il bene dei lavoratori e soprattutto degli utenti?

 

Reggio Calabria, 21 novembre 2020

USB Reggio Calabria