USB: dalla “vertenza Calabria” alla “tragedia Calabria” Domenica a San Vito per il nostro futuro
È passato quasi un anno da quando il Presidente della Giunta regionale Roberto Occhiuto, dopo un incontro romano con i vertici della triplice della concertazione, annunciava pomposamente la “vertenza Calabria”, una serie di proposte da presentare al Governo nazionale, allora ancora presieduto da Draghi, su infrastrutture, investimenti e assunzioni nella nostra regione.
Da allora si sono succeduti gli incontri tra Occhiuto e la triplice, favorendo così la irrealistica narrazione di una Giunta che ascolta le istanze dei lavoratori, e si continua a parlare di “vertenza Calabria”. Eppure, nonostante l’avvicendamento con il nuovo Governo Meloni ancor più vicino alla maggioranza regionale, quello che si sta preparando per la nostra regione dovrebbe far accapponare la pelle a chiunque abbia un minimo di amore per questa terra. Invece non solo non c’è il minimo contrappunto, ma addirittura si applaude come la migliore e più fedele claque.
Basterebbe citare il ddl Calderoli e il progetto di autonomia differenziata, spacciato come occasione per la Calabria, come spinta a un’ulteriore assunzione di responsabilità, ma che per questa organizzazione sindacale rappresenta una riforma ingiusta, che creerà ulteriori disparità rispetto a quelle già esistenti e che condanna il Meridione a una situazione di persistente inferiorità. Altro che competitività! Ci vogliono portare a giocare una partita truccata, svendendo la nostra regione per cosa poi?
Salvini, il ministro delle infrastrutture fantasiose, annuncia il rilancio del progetto del ponte sullo Stretto. Dopo essere andato addirittura in Svezia, a spese degli italiani, a prendere spunto da un ponte, la cui campata più lunga è di 490m, per sostenere così la fattibilità di uno la cui campata dovrebbe essere di 3200m. Riapriamo i rubinetti della Stretto di Messina SpA, anche con i soldi dei calabresi, per riavviare la progettazione infinita, con tanti ringraziamenti da parte di amici e compari.
Altro cavallo di battaglia del nostro Presidente è il rigassificatore di Gioia Tauro, un’opera bocciata più volte in passato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici a causa della pericolosità un impianto a rischio di incidente rilevante da costruire in un’area altamente sismica. Ma come spesso succede gli interessi economici superano la razionalità e probabilmente ce lo ritroveremo nel Piano degli investimenti energetici. Così non compreremo più il gas dalla Russia, colpevole di occupare con una maledetta guerra territori di un paese altro, e ci riforniremo a un prezzo maggiore da paesi come Israele, che da decenni occupano con la violenza territori altrui e che addirittura hanno proclamato la propria capitale in territorio occupato.
Sono alcuni esempi a dimostrare l’enorme distanza tra la narrazione e la concretezza, la stessa distanza che sta tra il green di certe proposte e il brown sotto cui ci ritroveremo fino al collo, trasformando le enormi possibilità date dalle energie rinnovabili, realizzando sistemi diffusi e a favore delle comunità, in business per privati, realizzando grandi impianti a discapito dei territori.
Con questo spirito saremo domenica 19 marzo a San Vito sullo Ionio, insieme ai comitati e alle associazioni che si stanno opponendo alla realizzazione di un parco eolico, perché non si può barattare il futuro con un piatto di lenticchie, come sembra si stia facendo per la nostra terra.