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Università, Caligiuri ai “Magnifici Incontri” di Udine: “Disegnare il futuro italiano essendo attenti all’intelligenza artificiale e al divario Nord e Sud”

Udine (30.5.2019) – “I tempi della scuola e dell’Università sono i tempi del futuro nel senso che si preparano oggi le persone di domani, in direzione dei futuri possibili, cioè dei futuribili”. Così Mario Caligiuri, Direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria, intervenendo a Udine alla quinta edizione dei “Magnifici Incontri” promosso dall’Università di Udine, guidata da Alberto Felice De Toni, e dalla Conferenza dei Rettori delle Universitá Italiane, presieduta da Gaetano Manfredi. Il tema di quest’anno è stato incentrato su “Le Università per la sostenibilità”. Ha poi ricordato che in Finlandia già dalle scuole elementari si studia il futuro, evidenziando la centralità dell’educazione. Infatti, ha ribadito “a qualunque problema sociale, dall’ambiente al fondamentalismo, dallo sviluppo economico ai rischi del digitale, si fa riferimento all’istruzione in quanto tutte le altre ricette sono fallite”. Nelle relazioni di Gunter Pauli ed Enrico Giovannini – ha proseguito – sono emersi spunti molto interessanti per riflettere in profondità sull’ambiente, sull’economia e sull’Europa. Ha poi ricordato che i cambiamenti climatici sono destinati a incidere nell’ordine mondiale, come anni fa ha evidenziato un rapporto della CIA. Caligiuri ha quindi sottolineato due aspetti. Il primo è quello relativo all’impatto dell’intelligenza artificiale sui processi formativi di scuola e università, che rischiano di continuare a preparare professioni destinate presto a scomparire, poiché tutti i lavori verranno profondamente modificati e in gran parte scompariranno. Ci sono ricerche – ha evidenziato – che prevedono che chi si iscrive oggi a scuola alla fine dei percorsi di studio farà un lavoro che ancora non è stato inventato. Inoltre – ha aggiunto – va tenuta in considerazione la sfida delle università telematiche, poiché negli Stati Uniti tra dieci anni addirittura si prefigura la chiusura del 50 per cento degli atenei tradizionali. Il secondo tema affrontato da Caligiuri è stato il divario nazionale tra Nord e Sud, che a livello scolastico è stato stimato dalla Fondazione “Agnelli” in due anni di differenza, mentre a livello universitario si registra una diversa capacità attrattiva di capitale umano e finanziario. Ha quindi rilevato che a livello ambientale le mafie inquinano la terra e il mare, con rifiuti di varia natura e che sono ormai diventati settori privilegiati dell’economia criminale. L’inquinamento – ha detto – condiziona lo sviluppo economico e culturale ma nulla è irreversibile: Milano fino a qualche anno fa era il simbolo dell’inquinamento dell’aria mentre oggi conquista dei premi per la sostenibilità. Caligiuri ha concluso dicendo che un impegno decisivo è approfondire lo studio del futuro nell’ambito del quale le università hanno un ruolo fondamentale per disegnare quello della società italiana, appunto perché di fronte a problemi epocali non si puó rispondere prevalentemente con provvedimenti di dettaglio.