UIL Calabria, la Regione ha fallito sui fondi UE
Tra esercizio provvisorio, scarsa quantità e bassa qualità degli impegni di spesa assunti attraverso il Por Calabria, il lascito del governo regionale ai calabresi, che fra due mesi ritorneranno alle urne, è davvero pesante.
Dai dati in nostro possesso emerge che su un totale di quasi 2,4 miliardi di euro (2.378,96), tra Fondo europeo di sviluppo regionale ed Fondo sociale europeo gli impegni di spesa sono di 827 milioni di euro (il 34,7% del totale), tre punti percentuali in meno della media delle Regioni meno sviluppate.
Mentre resta basso il livello della la spesa rendicontata che si attesta al 19% (452 milioni di euro), un punto percentuale in meno della media dell’area delle Regioni meno sviluppate.
In particolare per il Fondo europeo di sviluppo regionale che finanzia interventi a favore delle imprese, innovazione, ambiente e infrastrutture, su un totale di 2 miliardi di euro, gli impegni di spesa ammontano a 759 milioni di euro (il 37,2% del totale), 2 punti percentuali in meno dell’area.
La spesa del Fondo europeo di sviluppo regionale che è stata portata a rendiconto, poi, è ferma a 391 milioni di euro (il 19,2% del totale), inferiore alla media dell’area (20%).
Più preoccupante il dato del Fondo sociale europeo, che concentra la sua azione su lavoro, istruzione ed inclusione, in quanto a differenza del Fondo europeo di sviluppo regionale che concentra la sua azione sulla spesa in conto capitale il Fondo sociale finanzia azioni soprattutto di spesa corrente.
Su un totale di 339 milioni di euro il Fondo sociale europeo presenta un livello di impegni di 68 milioni di euro (il 20% del totale) a fronte di una media dell’Area che si attesta al 30,8%. Nonostante, quindi, la nostra segnalazione di diversi mesi addietro si conferma il trend negativo nella programmazione e nella spesa di questi fondi europei.
La Calabria sta patendo più del dovuto per la prolungata assenza di una politica industriale moderna, di politiche per il lavoro efficienti, di politiche sociali inesistenti, di una scarsa attenzione alla non autosufficienza e all’assistenza all’infanzia. Così come si fa sentire la mancata attenzione al dissesto idrogeologico con il piano “Calabria sicura” che si è impantanato.
Il “Patto per la Calabria”, poi, pare essere scomparso dai radar della politica locale. E anche in questo caso i dati appaino impietosi. I “Patti per il Sud”, e, in particolare quello della Calabria resta al palo: a giugno 2019 su 1,2 miliardi di euro di Fondo Sviluppo e Coesione gli impegni di spesa sono fermi a 146 milioni di euro (il 12,1% del totale), e spesi soltanto 1 milione di euro (lo 0,12% del totale). Peggio va con il Patto per la Città metropolitana di Reggio Calabria in quanto su una dotazione di 133 milioni di euro sia gli impegni sia la spesa risultano a zero.
In questo contesto, poi, la nostra regione, stando ai report di Bankitalia e ai dati della Svimez, è l’unica regione in forte recessione. In prossimità dell’ormai prossimo passaggio di testimone il governo regionale ha l’obbligo di fornire un’informazione tacciabile di quelli che sono gli interventi ed i beneficiari dei fondi comunitari.
In questa delicata fase per l’economia calabrese, con una Regione che si appresta a programmare la prossima spesa comunitaria 2021/2027 bisogna evitare di inficiare la stessa con il ricorso ai cosiddetti progetti a cavallo che sono stati il vero vulnus per il futuro della Calabria, non possono essere accettate le solite scuse.
Il governo regionale, a conclusione del suo mandato, ha il dovere di consegnare alla Calabria e ai calabresi atti certi e trasparenti sulle fasi di avanzamento della spesa del Por Calabria. E a tal proposito ricordiamo che il governo regionale, in questi cinque anni e nonostante le nostre continue richieste, ha mancato di mettere in campo una nostra proposta, consegnata al tavolo del partenariato economico e sociale, finalizzata all’attivazione della Banca dati dei fruitori dei fondi comunitari. Un’azione indispensabile perché, anche in un’ottica di prevenzione dell’infiltrazione della criminalità organizzata nella gestione dei fondi europei, metterebbe i calabresi nella condizione di conoscere i dati con un semplice clic, consentendo loro di portare a compimento una concreta azione di controllo sociale che, in questi anni, è stata nei fatti impedita.
Santo Biondo
Segretario generale
Uil Calabria