Temporary Export Manager: un’anomalia tutta italiana
Dopo anni di attesa, sta per tornare il voucher Temporary Export Manager (TEM) di Invitalia, il contributo per l’internazionalizzazione che copre i costi per la consulenza fornita alle PMI italiane da esperti di mercati esteri e processi di internazionalizzazione. Il bando, del valore di 32 milioni di euro, andrà a finanziare le spese sostenute da un’impresa per fruire della consulenza di un TEM con competenze digitali ed iscritto nell’apposito elenco (albo) del Ministero degli Esteri, previo accertamento di requisiti calati dall’alto e senza alcun confronto con gli ordini professionali ed imprenditoriali esistenti.
Per questo gli analisti e gli export manager del Think Tank Imprese del Sud, nel riconoscere la bontà di alcune delle proposte avanzate, richiamano l’attenzione sulle mancanze e sullo snellimento delle procedure da intraprendere. “Plaudiamo allo sblocco dei voucher per le Imprese – commenta il fondatore del Think Tank, Sergio Passariello – ma assistiamo all’ennesimo tentativo da parte della politica e della burocrazia di penalizzare i tanti consulenti aziendali che si vedono esclusi dall’Istituzione dell’Albo per l’illegittimità dello stesso e dei requisiti di adesione previsti. La figura del TEM non è codificata né dall’ordinamento nazionale né da quello europeo, e lo sviluppo di un Albo, in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando, dovrebbe far riflettere ulteriormente sull’importanza di agevolare il lavoro delle imprese e dei liberi professionisti in un libero mercato, anziché creare ulteriori sbarramenti in entrata nel mondo del lavoro”.
Un’altra anomalia riscontrata è l’esclusione dall’Albo dei professionisti dei soggetti non residenti in Italia, che rappresenta uno schiaffo a tutti gli italiani all’estero che, grazie proprio alla loro esperienza internazionale, potrebbero supportare ancora meglio l’azione delle PMI nei processi d’internazionalizzazione. Questa esclusione è anche in contrasto con il principio sancito dall’articolo 45 del trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, e ulteriormente precisato dal diritto derivato e dalla giurisprudenza della Corte di giustizia europea.
Secondo Imprese del Sud è quindi prioritario eliminare le distorsioni presenti nel mercato dei servizi di Export Management che limitano la libera scelta dei professionisti, e porre fine alla pratica che obbliga le aziende che vogliono beneficiare di incentivi per l’export a passare attraverso apparati e società accreditate in Albi, la cui valenza giuridica non solo è dubbia, ma che può rappresentare un tentativo di bypassare le disposizioni sul riconoscimento delle qualifiche professionali previsto dalla direttiva 2005/36/CE che consente la libera circolazione di professionisti. “Riteniamo sia una prerogativa qualificare l’attività di Export Manager per poter dare certezze e garanzie di qualità al mercato e aumentare il riconoscimento professionale – conclude Sergio Passariello – ma questi processi devono avvenire senza generare ulteriori sbarramenti burocratici, e rispettando i principi di libertà professionale e lavorativa sanciti dalla Costituzione Italiana e dal Trattato Europeo. Auspichiamo che il Ministro Di Maio possa intervenire per sospendere l’attivazione dell’Albo nazionale dei TEM, e che Invitalia proceda all’assegnazione dei Voucher alle imprese che presenteranno domanda, lasciando loro la libertà di scegliersi il consulente desiderato e più consono alle proprie esigenze”.