Tbilisi come nuova Maidan? Obiettivo ancora la Russia
Lo scenario geopolitico che abbiamo davanti è pericoloso e drammatico.
Gli Stati Uniti, con la NATO come braccio armato, da decenni determinano o sostituiscono in modo violento nelle varie parti del mondo governi legittimamente eletti, violando la sovranità di altri Stati in sfregio a qualsiasi norma di diritto internazionale perché la legge sono loro, il diritto sono loro, a loro tutto è permesso.
L’Ucraina, oggi, è la vittima sacrificale di un conflitto voluto dagli Stati Uniti e dalla NATO a seguito di oltre 30 anni di provocazioni alla Russia e di trattati non rispettati, con il fine di logorarla ed annientarla. Ma altri probabili prossimi scenari di destabilizzazione appaiono all’orizzonte in Transistria e Moldavia aventi sempre come obiettivo la Russia.
Oggi è la volta della Georgia con manifestazioni di piazza.
Tbilisi come nuova Maidan? Prove tecniche di cambio di governo? A soffiare sul fuoco sono sempre gli Stati Uniti con i soliti “agenti sovversivi del mondialismo” attraverso le varie ONG (Organizzazioni Non Governative) ed enti come la NED (National Endowment for Democracy / Fondo Nazionale per la Democrazia) che annualmente riceve oltre 100 milioni di dollari dal Congresso americano per “promuovere la Democrazia” nei vari Paesi, nonché la Open Society del “filantropo” George Soros che dalle rivoluzioni colorate alle primavere arabe, alla diffusione di una cultura anticristiana e di dissoluzione morale e spirituale dei popoli, il loro mestiere lo sanno fare bene.
A queste vere e proprie lobby sono affiliate una miriade di organizzazioni o organismi o associazioni, con finti scopi umanitari, parte delle quali sono presenti in Georgia insieme a basi di intelligence americane fin dal 2008, le quali agiscono, all’occorrenza, per destabilizzare il Paese a ridosso della Federazione Russa con focolai e proteste stile Maidan.
Nonostante l’attuale governo sia filo-occidentale, come ribadito dal Presidente georgiano Salomé Zourabichvili che durante la sua visita in Italia del 7 giugno scorso a Roma, di fronte al Presidente Mattarella, ha auspicato l’entrata della Georgia nell’Unione Europea.
Dunque quanto riportato dalla stampa mainstream pagata per dire falsità secondo cui il governo georgiano è filo-russo è una spudorata menzogna e fa parte di quella campagna di disinformazione per criminalizzare, in modo goffo, la Russia.
Certamente l’attuale governo ha capito la “lezione ucraina” e non vuole che il Paese sia un nuovo campo di battaglia per comodità ed interessi geopolitici statunitensi.
D’altronde la legge per la registrazione come “agenti stranieri” proprio delle ONG e media che ricevono più del 20% da fondi esteri e ritirata dal governo su pressione della piazza ha il significato di una minaccia o un avvertimento al governo di accelerare i tempi per un ingresso nell’UE e porre fine ai tentennamenti, oltre che dimostrare quanto siano diventate potenti le stesse organizzazioni di cui parlavo e l’alta permeazione nel tessuto sociale georgiano.
È stata, inoltre, la dimostrazione della loro capacità di mobilitazione in grado di sovvertire il governo attuale e di creare un altro fronte alle porte della Russia che coinvolgerebbe la Repubblica Indipendente di Abkhazia e dell’Ossezia del Sud riconosciute da Mosca.
Ci auspichiamo che ciò non accada, che il governo italiano sappia, in questo caso, intervenire in modo diplomatico, in seria autonomia, oltre a rivedere, una scellerata politica estera ostile alla Federazione Russa, che è stato un gravissimo errore che pagherà a caro prezzo in termini economici e commerciali il popolo italiano.