Sulla scuola di Motta la spada di Damocle del dimensionamento!
Apprendo con stupore dal Sito del MIUR, che l’Istituto Comprensivo della nostra città è stato sottodimensionato. Per dirla in breve, ha perso la sua autonomia scolastica. In passato e precisamente nell’anno scolastico 2012/2013 si era verificata un’ analoga perdita: per un anno è venuta meno la figura del Dirigente scolastico e la scuola è stata in reggenza. In quel caso, però le cose stavano diversamente. All’epoca, infatti, la legge regionale prevedeva, per il mantenimento dell’autonomia scolastica, la presenza di 600 iscritti. A seguito di ciò il Comune di Motta San Giovanni è stato considerato minoranza linguistica e il tetto di iscritti, obbligatorio ai fini del mantenimento o della riconquista dell’autonomia, è stato ridotto a 400.
Oggi, nel silenzio assordante delle Istituzioni preposte e dell’Amministrazione comunale, sono venuto a conoscenza che il numero degli alunni iscritti al nostro Istituto Comprensivo, per l’a.s. 2018-2019, è pari a 395, sebbene nel nostro territorio vi sia una densità demografica di bambini e ragazzi in età scolare di gran lunga superiore. Apprendo anche che, durante il corso dell’ anno scolastico che si è appena concluso, numerosi ragazzi sono stati trasferiti presso le scuole di altri Comuni. In tale contesto è mio intendimento intraprendere un ragionamento serio e concreto che, partendo da una indagine demografica del paese, consenta di valutare e riflettere, sempre in modo partecipato, sulle motivazioni che hanno indotto tale dispersione scolastica ovvero alla scelta dei genitori di iscrivere e/o mantenere l’iscrizione dei propri figli nelle scuole del territorio mottese.