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“Sulla mia Pelle”, significativa campagna della regione Calabria per il riscatto delle donne vittime di violenza.

Di seguito la dichiarazione del Consigliere regionale Domenico Giannetta, in sostituzione del Presidente del Consiglio Filippo Mancuso, per la presentazione della campagna “Sulla mia pelle” nell’aula consiliare di Palazzo Campanella:

“Ringrazio tutti voi che oggi avete accolto l’invito di partecipare a questo dibattito dal titolo emblematico, che lascia intendere non solo l’ingiustizia che si consuma quando si commettono violenze sulle donne, ma anche il dolore psichico che si provoca alla donna, ai suoi affetti e alla comunità.
Porto i saluti del presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso che non è con noi perché impegnato a Roma oggi e domani con i lavori della plenaria della Conferenza dei Presidenti delle assemblee legislative regionali.
Anzitutto consentitemi di rivolgere gli auguri più sinceri a tutte le donne. E’ mia opinione che la Calabria e l’Italia avrebbero meno squilibri e diseguaglianze sociali e tutto, in ogni settore, potrebbe funzionare molto meglio, se ci si avvalesse di più, e con i giusti riconoscimenti economici e sociali, delle abilità, dell’intelligenza e del punto di vista femminile.
Voglio inoltre rivolgere, a nome mio e del Consiglio regionale i sentimenti di solidarietà incondizionata – associati alla speranza che la pace abbia il sopravvento sulla guerra – alle donne ucraine che vivono in Calabria e in Italia e a tutte le donne del popolo ucraino che sta coraggiosamente resistendo all’aggressione violenta dell’esercito russo.

E sentimenti di solidarietà rivolgo alle donne private dei diritti civili che subiscono sulla loro pelle le prevaricazioni delle autorità iraniane. In questo 8 marzo, vale la pena ricordare e sostenere la coraggiosa domanda di libertà delle donne iraniane. E di tutte quelle donne che vivono nei Paesi in cui sono mortificate da norme oppressive che collidono con ogni umanità, prima ancora che con i valori delle società occidentali.

Quella in Ucraina è una guerra terribile, non solo per le vittime che provoca, ma perché a un anno dall’inizio non si intravedono prospettive realistiche di pace. Il che genera frustrazione e disorientamento, mentre chiede alle democrazia occidentali di insistere con ogni mezzo per giungere in fretta alla cessazione delle ostilità.

L’anno scorso è stata festeggiata la Giornata Internazionale della Donna, approvando in quest’Aula la legge recante “Misure per il superamento della discriminazione di genere e incentivi per l’occupazione femminile”, proposta dalla Giunta regionale. Col proposito di festeggiare l’8 marzo, traducendo i buoni propositi delle ricorrenze, in provvedimenti legislativi di contrasto al marcato divario di genere nel mondo del lavoro che colloca le regioni meridionali agli ultimi posti dell’Unione europea.

Quest’anno, che per tutti noi è un anno di guerra, si è voluto focalizzare l’attenzione sulla violenza in sé, che genera dolore e sofferenza sul corpo umano, in questo caso il corpo delle donne, di tutte le donne, intitolando appunto questa iniziativa “Sulla mia pelle”. Con l’auspicio che la violenza contro le donne, ovunque avvenga, sia adeguatamente contrastata. Irrobustendo i centri antiviolenza e finanziandoli adeguatamente, ma anche responsabilizzando i maschi non violenti a farsi carico di questa intollerabile emergenza e, soprattutto, esortando coloro che hanno il dovere di prevenire le violenze ad agire con più incisività, per neutralizzare la rabbia di uomini frustrati e mettere in sicurezza l’integrità psicofisica delle donne. Perché se una donna chiede aiuto oggi, non si può intervenire mesi dopo, quando frattanto si è consumato un dramma.

Ringrazio la vicepresidente Princi e la Giunta regionale, per avere voluto condividere con il Consiglio regionale l’odierna manifestazione, sintetizzando tutta la nostra disapprovazione verso la violenza alle donne e i danni umani e civili che essa produce, in un titolo efficace com’è “Sulla mia pelle”.

Un pensiero particolare va – nello scenario internazionale messo a soqquadro da una guerra ingiusta, che coinvolge tutti noi perché è anche una guerra alla democrazia, all’autodeterminazione dei popoli e ai diritti insopprimibili delle persone – alle donne che in questo 8 marzo, sono costrette a vivere gli orrori della guerra sulla propria pelle.
E naturalmente, a tutte le vittime, a tutte quelle donne che resistono agli orrori delle tirannie, a chi fugge in cerca di un posto sicuro, in particolare alle donne della tragedia di Cutro, a chi vive nella costante preoccupazione per i propri cari. E a tutte le donne che ogni giorno, in tutto il mondo, lottano per la pace e per i diritti. Grazie”.